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Operazione Montagna Responsabile, in 150 per ripulire il ghiacciaio

150 persone provenienti da Francia, Belgio, Spagna, Italia, Slovacchia e Germania hanno preso parte lo scorso fine settimana alla dodicesima edizione dell’Operazione Montagna Responsabile. Giornata di sensibilizzazione ideata da Lafuma, marchio di abbigliamento e accessori da sempre attento alle tematiche ambientali e di tutela del territorio, ha visto i volontari impegnati concretamente nella pulizia del territorio montano. Un’occasione per educare, toccando con mano il male che si può fare all’ambiente andando a recuperare sul ghiacciaio della Mer de Glace, lunga lingua glaciale di circa 12 chilometri che rappresenta il secondo ghiacciaio più importante delle Alpi dopo quello dell’Aletsh, i residui abbandonati in quota dall’uomo. Montagna.tv ha partecipato a questa giornata in cui sono state portate a valle circa tre tonnellate di rifiuti. Una vecchia chiave inglese, alcuni franchi e qualche lira, un piatto del rifugio Torino, uno sci di qualche anno fa e poi tantissime lattine, sacchi di plastica, pluriball, pezzi di racchette e, addirittura, la ruota di un’auto. Rifiuti recenti, ma anche risalenti a mezzo secolo fa, “quando la neve copriva tutto”. A raccontarlo e Philippe Dilloard, ex macellaio e membro del Club Alpino Francese (CAF) che da quarant’anni dedica la sua vita alla pulizia della Mer de Glace. “Negli ultimi anni, con il riscaldamento globale, sono affiorati tantissimi rifiuti come cavi e pezzi meccanici dei vecchi impianti di risalita” che lui, con i suoi compagni del CAF e Lafuma, hanno provveduto a raccogliere e portare a valle.

“Per me è stata un’esperienza bella e particolare” racconta il nostro Mirco Robaldo. “Prima non avevo mai avuto occasione di partecipare a un evento di questo tipo. È stato un momento particolare in cui, da un lato senti che stai facendo qualcosa di utile mentre dall’altra parte pensi che molte più persone dovrebbero provare a salire in quota per ripulire un ghiacciaio. Un ghiacciaio che negli ultimi vent’anni è stato particolarmente segnato dal surriscaldamento globale, con la perdita di molti metri di spessore. “Eravamo come tante formiche nell’immensità del ghiacciaio, ognuno con il suo sacco nero per raccogliere e portare a valle, un momento di riflessione personale. Un’esperienza che auguro a quante più persone”.

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Un commento

  1. Con tanti disoccupati ,non sarebbe solo per volontari..ma anche una professione.Comunque non illudiamoci troppo..il vandalo per vocazione esistera’sempre..non il semplice distrattone o sciattone.Quello che il cavo o lo sci spaiato e rotto se lo porta apposta per sbolognarlo dove vede un angolo bello ed incontaminato.

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