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Capanna Monte Bar alla disperata ricerca di nuovi gestori

La Capanna Monte Bar è ancora alla ricerca di nuovi gestori. La struttura, situata nel canton Ticino, a 1.600 metri di altezza sotto la cima del monte Bar (1.814 m) nelle Prealpi Luganesi, da due mesi cerca disperatamente gerenti per la prossima stagione invernale, che inizierà ufficialmente a novembre 2019.

Tanti interessati ma poche garanzie

All’annuncio divulgato lo scorso luglio hanno risposto in tanti ma il Club Alpino Svizzero (CAS) ancora non è riuscito a trovare chi sia disponibile a prendere il posto dell’attuale gestore Alessandro Müller. La scadenza del bando, che era stata fissata per il 31 luglio, sarà pertanto prorogata a fine settembre.

Come ha spiegato al Corriere del Ticino il responsabile delle capanne del CAS Edo Bulloni, “di interessati ce ne sono, abbiamo ricevuto una decina di candidature, ma non ci danno sufficienti garanzie”.

Quali sono i problemi?

Per gestire la capanna servono almeno 2 responsabili. “La capanna non può essere gestita da una persona sola, anche se ha un buon team – dichiara Bulloni – perché la pressione è forte. Sarebbe ideale affidarla a un gruppo familiare, ma sappiamo che non è semplice trovarlo”.

La qualità dei piatti deve essere di alto livello. Non si tratta di un rifugio alpino laddove l’escursionista si accontenta di carne e polenta. La struttura è ubicata a breve distanza dalla civiltà, dunque i turisti che vi accedono sono numerosi, arrivando anche a 200 coperti di domenica, e variegati. Non si richiede uno chef stellato ma chi sappia gestire la cucina come fosse un ristorante.

“Con l’ultima gestione, partita con due cuochi professionisti, abbiamo messo l’asticella abbastanza in alto – aggiunge Bulloni – quindi capisco che chi non è del mestiere possa essere titubante”.

Altro limite è posto dalla necessità di essere subito disponibili a prendere in gestione la struttura. Il CAS non può assumere personale e  non può attendere tempi tecnici necessari a potenziali gerenti per liberarsi da altri contratti.

Nei prossimi giorni sono attesi in ogni caso nuovi incontri. Qualche speranza di trovare dei nuovi gestori dunque permane. Nel mentre si riflette su alcune modifiche che, apportate all’accordo contrattuale, potrebbero incrementare il numero di interessati.

Per fare un esempio, al momento la Capanna è aperta tutto l’anno, fatta eccezione per i lunedì, martedì e mercoledì invernali. Abbastanza improponibile per un gestore, che rischia necessariamente di andare in burn out. Sarebbe da prevedere almeno un mese di chiusura.

Non verranno toccati i dettagli finanziari. L’affitto resta pari a 42 mila franchi annui. Da versare al CAS anche la metà dei ricavi derivanti dai pernottamenti, pari circa a 70 mila franchi l’anno.

“A chi prende in mano la capanna restano uscite per circa 7 mila franchi più le spese per il personale, che bisogna cercare di contenere. E i ricavi della ristorazione – conclude Bulloni – Da parte nostra non possiamo fare di più, perché dobbiamo ammortizzare l’investimento per la costruzione della capanna”.

Il gestore uscente Alessandro Müller aggiunge che chi subentrerà non potrà pensare di abbassare i prezzi dei prodotti serviti. In tal caso non sarebbe possibile coprire le spese, quelle del personale e dei consumi elettrici e idrici.

A suo avviso l’accordo sul 50% dell’introito derivante dai pernotti da destinare al CAS risulta svantaggioso per chi dirige la struttura. “Avevo proposto di dare un fisso annuale al CAS, così avrei potuto offrire dei pacchetti in modo autonomo. L’unico pacchetto possibile invece è la mezza pensione, il cui prezzo è stabilito dal Club”.

Una scelta dolorosa per Müller quella di andare via. “Io e i miei colleghi abbiamo cercato di fare del nostro meglio e la scelta di andare via è dolorosa, ma la vita è bella anche perché cambia”Un’avventura, quella di Alessandro, iniziata in coppia con Jvan Cattaneo. Una collaborazione a due che consentiva di ritagliarsi delle pause.

Alla richiesta di fornire un proprio consiglio ai futuri gestori, risponde così: “Ricordarsi di dove si è: in una capanna di montagna, dove d’inverno la situazione si fa complicata e la merce va portata in spalla”.

La Capanna Monte Bar

Si tratta di un edificio di recente costruzione, inaugurato 3 anni fa, a 80 anni esatti dalla costruzione del rifugio originale. 42 i posti letto disponibili. Il refettorio può accogliere 60 coperti a turno. Inoltre è presente una ampia terrazza panoramica.

La struttura, pur essendo innovativa ed ecologica, rispetta le regole del classico rifugio alpino, quale una cucina strettamente stagionale basata su prodotti locali (ma di alta qualità).

Facilmente accessibile durante tutto l’anno, può essere raggiunta a piedi o in mountain bike. Numerosi i sentieri percorribili nei mesi estivi. In inverno è possibile divertirsi con sci e ciaspole. A causa della scarsa disponibilità di parcheggi per le auto in valle, si consiglia l’utilizzo di mezzi pubblici per raggiungere la Capanna.

 

 

 

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