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In Viaggio nelle Alpi, in edicola il numero 100 di Meridiani Montagne

È arrivato in edicola l’atteso numero 100 di Meridiani Montagne. Un “Viaggio nelle Alpi” da Trieste a Ventimiglia, un viaggio a zig-zag di oltre duemila chilometri per ritrovare i luoghi raccontati da Montagne in cento numeri monografici accompagnati dall’antropologo di fama internazionale Annibale Salsa e dal direttore scientifico di Meridiani Montagne Marco Albino Ferrari.

Un racconto delle “montagne più amate del mondo” alla scoperta della culla dell’alpinismo, dei “nuovi montanari”, delle leggende che resistono ai secoli, del turismo consapevole e degli aspetti meno noti di una grande regione unitaria al centro dell’Europa.

Quello raccontato nel numero 100 è dunque un viaggio nell’immaginario mutevole delle Alpi, con i suoi stereotipi e le sue rappresentazioni mediate dal tempo.

A richiesta, allegato al numero, un prezioso libro fotografico “Da 0 a 4810 – Viaggio fotografico nelle Alpi”.

 

A presentarci il numero 100, il direttore scientifico Marco Albino Ferrari:

“In una progressiva successione di piani, lo sguardo si posa da prima sulle mucche al pascolo con accanto il buon montanaro che le osserva, poi passa ai boschi. Ancora più in là, scorrendo verso l’alto, spuntano le praterie, le morene e, dominanti su ogni cosa, i ghiacciai con le creste sommitali. È questa la cornice oleografica del mondo alpino che ci ha consegnato l’Ottocento romantico, tempo in cui le montagne sono state “inventate” anche in chiave turistica.

Lassù sta il bene, l’universo vitale nel quale ci si monda dal degrado della città. Prima ancora era stato il richiamo del sublime, la paura delle altezze, a creare il terreno culturale per il nascente alpinismo. Nel Novecento le Alpi sarebbero diventate invece la vasta area di gioco dello sci e della spensieratezza mondana a esso collegata. E più di recente hanno rappresentato l’approdo al neoruralismo, alla wilderness di ritorno… Ora tutti quei passaggi si sono stratificati dentro di noi e agiscono da generatori di nuove prospettive. Quello raccon- tato nelle pagine che seguono è dunque un viaggio nell’immaginario mutevole delle Alpi, con i suoi stereotipi e le sue rappresentazioni mediate dal tempo. Ma è anche un ritorno.

17 anni fa firmavo l’editoriale della prima monografia diMontagne (Monte Bianco, novembre 2002): l’intento era inaugurare uno scaffale dedicato principalmente alle cime e alle valli alpine. Questo è il numero 100, ed è, appunto, un ritorno ai luoghi già approfonditi in questi anni, per verificare di persona come sono cambiati e quale futuro li potrebbe attendere. Attenzione: non viaggiamo da ovest a est come suggerito dalla filastrocca memotecnica“ma-con-gran-pena-le-reca-giù” (Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche, Dolomiti, Giulie) ma seguiamo la più naturale linea eliodromica, il percorso del Sole dall’alba al tramonto. Dall’altopiano del Carso a La Turbie: duemila chilometri a zigzag, con l’antropologo Annibale Salsa, nostro compagno di avventure sul campo fin dal primo numero. Un susseguirsi di incontri inattesi: donne, uomini, animali, immaginari apparentemente lontani tra loro, eppure attraversati da un filo che tutto tiene”.

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