Alta quota

Kilian Jornet tornerà sull’Everest questo autunno?

Kilian Jornet torna all’Everest questo autunno? Parrebbe di sì secondo alcune voci provenienti dalle agenzie nepalesi ed intercettate dall’Himalayan Times.

Per ora il catalano non conferma e il riserbo rimane sul progetto alpinistico, sebbene l’ipotesi più quotata sarebbe un nuovo tentativo di stabilire il record di velocità.

Se così fosse, Jornet avrebbe deciso, rispetto a maggio 2017, di cambiare strategia spostandosi sul versante nepalese e preferendo la stagione autunnale, meno frequentata, sebbene con la montagna più ricca di neve. Una scelta, quest’ultima, che aveva in realtà già fatto due anni fa, ma a cui aveva dovuto rinunciare poiché il governo cinese non gli aveva concesso il permesso per l’autunno.

Il record da battere

Il record che Jornet dovrà battere sul versante nepalese è quello di Marc Batard, che nel 1988 salì in solitaria sull’Everest, partendo dal campo base, senza ossigeno supplementare in 22 ore e 29 minuti.

Dal versante nord, Hans Kammerlander il 24 maggio 1996 ha salito l’Everest, anche lui senza bombole di ossigeno e in solitaria, nel tempo record di 16h e 45dal campo base avanzato. Dieci anni dopo, nel 2006, Christian Stangl sale in cima al Tetto del Mondo in 16h e 42.

I due tentativi precedenti di Jornet

Nel maggio del 2017 Kilian Jornet è salito sull’Everest non una, ma ben due volte nel giro di una settimana.

Il 22 maggio ha completato la scalata in 26 ore e 31 minuti, un ottimo tempo, ma non direttamente comparabile ai record precedenti, anche per il diverso punto di partenza (il monastero di Rongbuk a 5100 metri). La sua corsa era iniziata alle 22.00, dopo 4,5 ore aveva raggiunto il campo base avanzato. Dopo due ore di risposo, alle 4 del mattino, era ripartito, ma a 7.700 aveva iniziato ad accusare problemi di stomaco. Le sue condizioni di salute lo avevano costretto a fermarsi ogni 10/20 metri. La cima è stata raggiunta a mezzanotte. Dopo essersi riposato 15 minuti in vetta, aveva iniziato la discesa.

Il 27 invece era partito dal campo base avanzato, come Kammerlander. Partito alle 9 del mattino, Kilian ha raggiunto la vetta al tramonto dopo 17 ore. Le condizioni meteo non ottimali, a causa del vento e del maltempo, lo avevano rallentato, tanto che, tornato una volta a casa, Jornet aveva commentato: “Penso che con ottime condizioni, senza vento, seguendo la via che ho fatto ed avendo la fortuna di sentirsi in forma si possa arrivare in vetta dal campo base avanzato in 12 ore”.

La spedizione del 2017 è stata raccontata nel film “Path to Everest”, che è attualmente visibile in Italia in streaming sulla piattaforma Prime Video.

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10 Commenti

  1. Francamente spero che Kilian non commetta questa stupidaggine, rischiare la pelle nella stupidissima ricerca di un record che non ha alcun interesse, se non forse per gli sponsors che vogliono far pubblicita’ ai loro prodotti … Kilian sei il piu’ grande atleta di corsa in montagna mai esistito, non abbassarti a queste imprese inutili e pericolose

  2. Comunque che sia arrivato in vetta lo sostiene solo lui. Possibile che non ci siano delle prove? Troppo facile diversi fidare solo delle sue parole, pur oneste che possano essere….così non vale. No prove, no vetta. Mi sembra logico, no?

    1. nessuna critica, io seguo con interesse Jornet e ne riconosco con ammirazione le prestazioni davvero fuori dall’ordinario, indipendentemente dal tipo di alpinismo o altre attività che pratica.
      ma se davvero vuole mantenere il discorso Everest sul piano prestazionale del raggiungimento della vetta con cronometro alla mano, allora mi piacerebbe che fornisse delle prove tangibili. tutto qui.

  3. Credo che le prove tangibili del raggiungimento della vetta le possa dare un semplice GPS da polso che ne registri la traccia. Non comprendo tutte queste insinuazioni e dubbi.

  4. Appunto. Niente traccia o segnalazione GPS. Solo la sua parola. Ovviamente nessuno mette in dubbio che lui sia un atleta incredibile.

  5. Sono d’accordissimo con il commento precedente di Valle.
    Purtroppo al giorno d’oggi gli atleti devono sottostare all’agenda degli sponsor, e se vogliono rimanere sotto contratto, devono fare quello che dicono loro.
    Speriamo che non ci vada per non rischiare la pellaccia.
    E’ un grandissimo della corsa in montagna e dello scialpinismo con un curriculum di record da fare impallidire tutti, e non deve dimostrare più niente a nessuno.

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