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Picozzata: alpinisti e alpituristi

 

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24 maggio 2004 – Alex Busca e i compagni della spedizione K2 2004 sono saliti e rimasti sulla vetta dell’Everest per tre ore, senza ossigeno, eseguendo le rilevazioni scientifiche con il georadar GPS

EVEREST, Nepal — Il monsone sta arrivando e il rito dell’Everest sta terminando con le solite decine di alpinisti che da tutto il mondo, con tutti mezzi – e soprattutto grazie all’ossigeno – arrivano in vetta. Tutto bene. La percentuale degli incidenti, sempre dolorosi, sembra contenuta (considerando l’affollamento). E speriamo che così rimanga negli ultimi scampoli della stagione. Quello che non sappiamo ancora,  e che lasciamo all’intuizione, è la percentuale di alpituristi presenti (98/99%) rispetto agli alpinisti.

 
Sì, perchè chi usa l’ossigeno non può seriamente essere considerato sportivamente e eticamente alla stregua di chi non ne fa uso. Due-tre litri al secondo di aria buona ti riportano due-tremila metri più in basso e dunque su un’altra montagna.
 
Passi per gli alpituristi il cui unico scopo è la soddisfazione di vedere il mondo dal punto più alto raggiungibile con le proprie gambe, a volte anche con quelle degli sherpa, per poi raccontarlo con orgoglio in ufficio, al Rotary, ai nipoti, all’infinito. Ma gli alpinisti no. Loro ci fanno le classifiche. Ci vivono mettendoci la credibilità e professionalità propria  e la storia dell’alpinismo in quello che fanno.
La Nives, tigre dell’Himalaya, con il suo Elefante (nel senso della tranquilla potenza) Romano, sul Dhaulagiri ci è tornata quest’anno dopo aver sbagliato cima lo scorso, con simpatia e ostinazione fino alla vetta questa volta , senza ossigeno. Bravi!
 
Anche Gnaro sul Lhotse, vi ha fatto ritorno per essere sicuro di toccare l”ultimo metro, rigorosamente senza ossigeno. Con lui i Giampaolo, Corona e Casarotto. Anche un coreano sembra sia salito dal versante nord dell’Everest e sia sceso dal sud senza l’uso dell’ ossigeno, ma la notizia è ancora da verificare.
 
Ci sono in giro ancora tanti altri bravi alpinisti,  che in diretta o differita ci racconteranno, ancora una volta del cattivo tempo, della fatica , della rinuncia, del successo, dell’ossigeno o speriamo no.
Ansiosi di sapere, aspettando l’estate.

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