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E Calderoli cancella il Sestriere

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TORINO — Taglia, taglia, ha fatto sparire anche il Sestriere. Autore della clamorosa (ed erronea) sforbiciata che rischia di inguaiare almeno istituzionalmente la celebre località turistica piemontese, il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli.

Persona concreta, e talvolta al di sopra delle righe, il bergamasco Calderoli è inorridito davanti alle migliaia di leggi di stampo ottocentesco che intasano le attività italiane. E così, con la collaborazione del parlamento, zac, in un colpo solo ne ha tagliate 29mila, ritenute inutili e vetuste.
 
Peccato però che in quel calderone di vecchiume, eliminato con grande soddisfazione, ci fossero anche alcuni Regi decreti del Ventennio. Decreti che sanno di stantio lontano un miglio, ma che istituivano 79 comuni fra cui appunto Sestriere, Aprilia, Sabaudia, Santa Venerina, le isole Tremiti.
 
E così accanto alle norme sul ritardo dei treni del 1899 o la legge sui piccioni viaggiatori del 1928, il ministro ha cancellato per errore dalla cartina geografica anche un’ottantina di comuni. Apriti cielo. Temendo di fare da prologo alla sparizione delle Province, i sindaci hanno scritto indignati al Premier.
 
Niente timori, ha rassicurato Berlusconi, solo un guaio di procedura. Il problema è che la cosa rischia di complicarsi. Sì perchè ad Aprilia, per esempio, il prossimo giugno si vota per le amministrative. Settanduemila persone dovranno decidere le sorti di un Comune che per lo Stato non esiste più.
 
Solito pasticcio all’italiana, direte. A gettare acqua sul fuoco, però, ci ha pensato lo stesso Ufficio legislativo di Calderoli. "Niente paura per le elezioni – dicono in sintesi dal ministero – i tagli non entreranno in vigore fino a dicembre. E in ogni caso, nessuna sparizione. Tutt’al più servirà un decreto per mettere a posto la situazione".
 
Il paradosso è che per togliere una legge ora si debba fare un’altra legge. Ma tant’è, prendiamola con filosofia. Intanto ne sono sparite altre 28999 inutili. E prima ancora, nel decreto allegato alla Finanziaria del luglio scorso, il taglia-leggi ne aveva cancellate altre settemila, con un risparmio di 60 milioni di euro l’anno.
 
Stavolta, il povero ministro è scivolato sulla classica buccia di banana. Trappolone legislativo in salsa sabauda, dirà qualcuno. Però nessun timore, gli Agnelli e i pronipoti potranno continuare a sciare nella loro località preferita.
 
WP

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