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Arrampicata sportiva: verso i giochi olimpici di Tokyo 2020 con Adam Ondra

Dopo esserci tolti la curiosità di quali fossero i sogni da bambino di Adam Ondra, l’episodio numero 17 della serie Road to Tokyo fornisce una risposta a un altro quesito che viene spontaneo porsi guardando arrampicare il campione ceco: “Perché usa due scarpe diverse?”.

Una puntata incentrata sulla “alchimia delle scarpe d’arrampicata”, un elemento fondamentale che ogni climber deve saper scegliere in maniera accurata. “Usare bene i piedi è importante quanto avere forza nelle braccia” – spiega fin da subito Adam – “e ciò dipende molto da cosa si indossa ai piedi”.

Andiamo allora a scoprire come effettuare la scelta migliore.

Prima di tutto si parte dalle dimensioni. Le scarpe da arrampicata devono avere una taglia piccola rispetto alle scarpe che siamo abituati a indossare quotidianamente, o non le chiameremmo, come ci fa notare Ondra “scarpette” in italiano o “pies de gato” (piede di gatto) in spagnolo.

Io porto un 44 e come scarpette uso un 40 o anche 39.5 ma consiglio di scegliere una o due taglie al di sotto di quella indossata di norma, non di più, così da non soffrire troppo”.

Infilare per la prima volta delle scarpette nuove è un’impresa al limite dell’impossibile e conviene aiutarsi con delle buste di plastica da avvolgere attorno al piede per favorire lo scivolamento della scarpa. “Arrampicare le prime vie con delle scarpette nuove è la parte peggiore dell’arrampicata”. Fortunatamente col tempo la situazione migliora e non siamo tutti Adam Ondra, che è costretto a cambiare almeno 12 paia di calzature ogni anno!

Quale tipologia scegliere? Questa è una decisione assolutamente personale e dipendente dallo stile di arrampicata. Ci sono scarpette più idonee al boulder indoor, altre ottime per l’arrampicata in fessura.

La prima caratteristica da analizzare è la flessibilità delle punte. Le scarpe morbide forniscono una maggiore sensibilità, ideale per l’arrampicata in palestra, soprattutto per aderire al meglio alle superfici di volumi estremamente piatti e scivolosi. Per piccoli appoggi serve invece più rigidità sulle punte. Per questo motivo Adam prova le sue salite in gara con due differenti tipi di scarpe, a seconda della prevalenza di volumi ampi o piccoli appoggi nel “problema” da risolvere.

Seconda caratteristica riguarda la suola, anche in questo caso flessibile o piatta. Una suola che tende poco a piegarsi è ottima per agganciarsi in profondità in una fessura. La flessibilità è invece essenziale in presenza di pareti verticali con piccoli appoggi.

Scarpette a punta flessibile e suola piatta risultano ideali per l’arrampicata di velocità. Punta rigida e suola flessibile necessitano di tempi maggiori per calibrare il movimento, quindi risultano migliori outdoor. La combinazione di punta flessibile e suola flessibile è la migliore per forti pendenze. “Ai meno esperti sconsiglio in ogni caso le suole troppo flessibili”.

In sintesi, qualunque tipologia di scarpette si scelga, ciascuna mostrerà vantaggi e svantaggi,e allora preferisco mescolare due tipi diversi nello stesso tempo, una al piede destro e una al sinistro!”.

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