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In edicola lo speciale di Meridiani Montagne dedicato agli Alpini

 

Ad anticipare di qualche giorno la grande Adunata Nazionale di Milano, dove si festeggerà anche il centenario dell’Ana, Meridiani Montagne esce in edicola con uno speciale tutto dedicato agli Alpini.

Un numero in cui scoprire le Penne Nere attraverso la loro storia, dalle origini fino agli impegni di oggi, le imprese e le loro montagne simbolo grazie a reportage, approfondimenti, curiosità, itinerari e anche i famosi canti.

 

A presentarci lo speciale l’editoriale del direttore di Meridiani Montagne Marco Casareto :

Ricorre quest’anno il centenario dell’Associazione nazionale Alpini, fondata a Milano nel 1919. Quale occasione migliore allora, per noi, di parlare per una volta non di montagne, ma di una particolare gente che le popola. Quando, pochi anni dopo l’Unità d’Italia, l’allora capitano Giuseppe Perrucchetti propose la costituzione di una componente dell’esercito specializzata nel combattimento in montagna, non immaginava che da lì avrebbe avuto origine una delle tradizioni più amate della storia militare italiana. Secondo Perrucchetti, a difendere i confini alpini dovevano essere gli stessi montanari che li abitavano, che conoscevano bene quei passi e quelle vallate e in cui sapevano come muoversi, superando le difficoltà dell’ambiente. Quei nuovi soldati di montagna raggiunsero la celebrità prima ancora di sparare un solo colpo di fucile. Perché gli alpini incarnarono fin da subito molte delle virtù in auge a fine Ottocento: forti e leali, rudi ma generosi, affezionati alle montagne tra cui erano nati e cresciuti. “Buoni e semplici come eroi e fanciulli” li avrebbe definiti più tardi il patriota e irredentista Cesare Battisti.

Impavide e determinate, obbedienti e scanzonate allo stesso tempo, le “penne nere” sono entrate nel mito per la loro tenacia, la capacità di sacrificio e la volontà di resistenza dimostrata sui fronti di guerra più difficili e nelle condizioni di combattimento più estreme. Ma non solo. L’ambiente ostile della montagna affratella, e quel sentimento solidale ha trovato espressione anche nell’impegno civile a favore delle popolazioni, specie quando ferite dalle calamità naturali. Nel 1919, come dicevamo, un gruppo di reduci fondò l’Ana, che in un secolo di vita ha funzionato meravigliosamente bene nel promuovere l’identità degli alpini e mantenere vivo il ricordo delle loro imprese. Se gli alpini in congedo e in armi continuano a sentirsi come una famiglia, con una storia comune e tradizioni condivise, è in gran parte merito della loro associazione. Perché quando si diventa alpini, non si smette più di esserlo.

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2 Commenti

  1. Oggi 8 maggio2019 ricorre 158 anniversario fondazione Esercito Italiano , pero’non mi pare che ci sia tanta attenzione mediatica.Eppure ingloba tutti i vari tipi di truppa.

  2. Da ex ufficiale alpino, credo che queste belle feste e raduni pian piano cesseranno. La fine della leva necessariamente ha esaurito la tradizione di massa. E quando anche l’ultima leva sarà troppo anziana, resterà il ricordo. I nuovi professionisti avranno altre tradizioni ed altre filosofie. Per forza di cose. Un po’ di malinconia per un bel periodo della mia vita.

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