Vincono il premio ITAS Simon McCartney, Manolo e l’incredibile libro sul K2 di Boscarino
Il Premio ITAS del Libro di Montagna, il concorso letterario internazionale dedicato alle opere in cui si celebra la montagna, è giunto alla sua tappa conclusiva proclamando i vincitori della 45ᵃedizione nell’ambito del 67. Trento Film Festival.
La giuria, presieduta da Enrico Brizzi e di cui per la prima volta ha fatto parte anche Paolo Cognetti (vincitore del Premio nel 2017), ha decretato i vincitori dopo avere valutato le 88 opere pervenute da oltre 50 case editrici.
“La giuria del Premio Itas del Libro di Montagna, che da quest’anno conta fra i suoi membri il vincitore uscente ed ex Premio Strega Paolo Cognetti, si è trovata di fronte a un ventaglio ricchissimo di proposte – commenta Enrico Brizzi, Presidente della giuria – Gli autori, premiati nel corso della cerimonia organizzata congiuntamente con il Trento Film Festival, hanno riscosso la piena approvazione dei giurati, ma mai come quest’anno sarebbe stato d’uopo assegnare riconoscimenti e segnalazioni a diversi volumi, segno che l’editoria di montagna è più viva che mai“.
A ritirare il Trofeo Aquila ITAS per ciascuna delle tre categorie in gara sono:
Migliore opera narrativa: Simon McCartney con Il Legame (Alpine Studio)
“Per me l’alpinismo fa parte del passato e questa è una realtà che devo accettare. Come un amante che è stato rifiutato, ho la sensazione che a rifiutarmi sia il mondo della montagna”. Scrive così Simon McCartney per spiegare in sintesi ciò che gli è avvenuto una volta rientrato alla vita normale dopo lo scampato pericolo di morte sul Denali. Il libro ha due momenti centrali: uno è il “dopo”, narrato a inizio e in conclusione del libro; il secondo è il “durante”, cioè nella fase della gioventù di McCartney, alla fine degli anni ’70. Due sono anche i protagonisti: lo stesso autore e il compagno di scalate Jack Roberts, scomparso alcuni anni fa. Doppia anche la componente narrativa, che si nutre di ampi stralci dei diari dello stesso Roberts. Ma unica, in tutti i sensi, è la capacità di recuperare, a così lunga distanza, il senso di ciò che era stato quel sodalizio, traguardato con gli occhi di un oggi che rimane sempre presente. Così riesce a dare compiuta visibilità alle imprese di allora, alla successiva rinuncia e a un ritorno finale che chiude un cerchio, ma in modo imperfetto, così come in fondo accade sempre nella vita. Ne esce un racconto dallo stile e dal tenore lontani dall’autocelebrazione quanto vicini invece allo spirito libero che caratterizza il modo di vivere l’alpinismo di un personaggio anomalo come Simon McCartney.
Migliore opera non narrativa: Manolo con Eravamo immortali (Fabbri Editore)
Dopo aver liberato l’arrampicata dal peso dell’alpinismo classico, Manolo libera anche la letteratura alpinistica dai suoi eroi, dalle sue imprese, perfino dalle sue cime e pareti. Ha scritto di sé rinunciando a celebrare le grandi scalate, e raccontando invece di un bisogno e di una ricerca: il bisogno di libertà e la ricerca di un modo di vivere autentico e pieno. Intorno, per una volta, non ci sono nevi e ghiacci ma un paese in rapido cambiamento e un’epoca tumultuosa, le fabbriche e i movimenti di piazza. C’è un figlio dell’Italia più trascurata e marginale che sceglie di andare in montagna per sottrarsi a un destino già scritto, e che in montagna trova la sua strada. In questo senso “Eravamo immortali” risulta una lettura capace di regalare al lettore la sensazione piena della meraviglia: non ci troviamo ad ammirare tanto la descrizione delle imprese che compongono l’impressionante curriculum dell’autore, quanto le sensazioni del ragazzo che arrampicando si eleva sopra il disagio che assedia un’intera generazione, gravata dal peso dei propri sogni e dalla certezza di vivere in un’Italia disperatamente conformista e provinciale. Manolo ci scorta con la sua scrittura, capace d’immagini felici e spiazzanti, dalle marachelle d’infanzia alla scoperta della passione politica, dalle ebbrezze collettive alla ricerca personale, dal sogno hippie del viaggio verso l’India misteriosa ai progetti perseguiti sulle montagne di casa alla ricerca dell’eccellenza.
Migliore opera narrativa per ragazzi: Alessandro Boscarino con K2. Storia della montagna impossibile (Rizzoli)
Non bastano le dimensioni per fare un grande libro. Alessandro Boscarino però ci riesce. Il risultato è sì un volume che fatichi a sistemare in libreria, ma soprattutto l’esempio di come si possa oggi inventare ancora qualcosa di nuovo in questo ambito, purché si usi per prima cosa la fantasia. Un libro-gioco, ed è per questo che è stato premiato nella categoria dedicata ai ragazzi. Un libro di cui non smetteresti di girare le pagine, che ti diverti a squadernare, che ti invita a immaginare, salendoci con le dita, le grandi imprese vissute sui fianchi della seconda montagna della Terra, come fosse una di quelle carte topografiche a tre dimensioni che un tempo erano esposte nei corridoi di qualsiasi scuola. Un libro, però, che non è solo per lettori acerbi, ma stimola la curiosità degli adulti, anche se del K2 si è convinti di sapere quasi tutto.
Menzione speciale all’opera Abschnitt. Adamello 1915-1918, di Tommaso Mariotti e Rudy Cozzini (Parco Naturale Adamello Brenta).
Il tema della Guerra Bianca in Adamello è stato oggetto di approfondite ricerche, trattato in numerosi studi, documentato in tanti libri. Ma il lavoro di Mariotti e Cozzini non si sovrappone a iniziative già editate, va invece a riempire uno spazio finora poco o nulla esplorato, quello dell’esercito asburgico, con un approccio molto rigoroso che si dota di una ricca, spesso inedita documentazione e che si struttura in quattro capitoli, ognuno dedicato ad un anno di guerra, e con successivi approfondimenti tematici (ben 14) fra i quali risaltano le opere campali, gli acquartieramenti, le teleferiche e le telecomunicazioni, i cimiteri di guerra, che danno un ulteriore potente e assai stimolante contributo alla lettura di quanto accaduto e di ciò che rimane visibile ancora oggi.Non è un’opera per addetti o per soli appassionati: è un lavoro che si offre alla lettura di ogni persona che voglia affrontare la Guerra Bianca da una prospettiva diversa e comprendere la complessità delle operazioni militari e quanto lavoro di profonda trasformazione dell’alta montagna abbia richiesto il fronte più alto, ma anche il costo umano per migliaia di soldati costretti ad un conflitto ai limiti del sovrumano.
Manolo come…Cesare Maestri,Walter bonatti che hanno raccontato della scelta di vita alpinistica per uscire da una giovinezza con tanti tentativi e scelte..di campo.