Cronaca

Un lupo salvato dalle acque dei Navigli di Milano. WWF Lombardia “La natura in città è possibile”

Che la popolazione del lupo italiano stia crescendo è un dato ormai assodato. Sono sempre più frequenti – e causa di polemica anche a livello di enti pubblici – gli avvistamenti di esemplari nelle vicinanze dei centri abitati montani pedemontani.

Ritrovare un lupo nella Darsena di Milano però, tocca ammetterlo, suona strano.

La scorsa settimana i Vigili del Fuoco hanno soccorso e salvato un esemplare, inizialmente ritenuto un cane lupo cecoslovacco, che rischiava di annegare nelle acque che dal Naviglio Grande portano al centro città.

Il lupo è stato avvolto nelle coperte e trasportato in un primo momento al canile sanitario dell’Ats metropolitana, dove ha trascorso la notte in immobilità e poi trasferito al Cras “Monte Adone”, sull’Appennino tosco emiliano, dove ha sede l’ospedale per i lupi.

Il medico veterinario del canile sanitario Ats Sonia Magistrelli, intervenuta sul posto, ha raccontato al Corriere della Sera che l’animale appariva “stressato e terrorizzato” dopo aver trascorso molto tempo in acqua. Un atteggiamento normale per un selvatico.

Il mattino successivo al salvataggio il lupo appariva già in ottima ripresa. I tecnici del Cras e un team di biologi e naturalisti delle Università di Bicocca e Pavia hanno proceduto ad effettuare dei prelievi ematici e di pelo. Gli Atenei supportano da due anni il Parco del Ticino nel monitoraggio della specie, la cui presenza era solo ipotizzata fino a due anni fa.

L’installazione di una serie di fototrappole distribuite nel Parco, che è una riserva Unesco con estensione di 4mila ettari, che si snodano per 110 chilometri lungo il fiume Ticino, ha consentito di confermare tale ipotesi. Non si tratterebbe quasi certamente di un branco.

Da aggiungere che non si tratti della prima specie “di ritorno” nella zona. Prima del lupo era toccato al Picchio nero, emigrato in precedenza verso Nord, e l’istrice tornato da Sud.

Che il lupo salvato sia imparentato con quelli “spiati” nel Parco lo si scoprirà attraverso gli esami del DNA.

Come spiegato dalla dottoressa Olivia Dondina, ricercatrice del Dipartimento Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’Università Bicocca, è anche possibile che si tratti di un subadulto allontanatosi dal branco negli Appennini del Pavese e incamminatosi lungo il corridoio naturale rappresentato dal Parco del Ticino.

L’utilizzo di tale corridoio verso Nord consentirebbe agli esemplari solitari di raggiungere le Alpi senza grandi difficoltà, e ricongiungersi con le popolazioni dell’Est, andando quindi a colonizzare nuovi territori e portare a un rimescolamento del patrimonio genetico.

La domanda che tocca ora porsi, tornando al discorso iniziale delle polemiche sul numero e distribuzione degli esemplari sul territorio nazionale, è se sia normale la presenza del lupo in Darsena.

La risposta è sì, o meglio “sì, per fortuna”. Perché la presenza del lupo nel Parco e il suo sconfinamento verso Milano conferma il fatto che questa zona verde del Nord Italia rappresenti un’area ricca di naturalità.

Il WWF Lombardia ha accolto con giubilo la notizia del salvataggio dell’esemplare nei Navigli, definendo il 25 aprile un giorno di liberazione anche per il lupo milanese. Come dichiarato dalla Presidente Paola Brambilla, si tratta di una chiara dimostrazione che la natura in città sia possibile.

 

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