Nardi-Ballard: nessuna traccia nemmeno sulla Kinshofer. Alex Txikon rientra a Skardu
Questa mattina Alex Txikon e la sua squadra hanno, come da programma, effettuato una ricognizione sulla via Kinshofer.
Gli alpinisti hanno raggiunto quasi campo 2 e hanno fatto volare i droni fino a 7000 metri. Purtroppo, nulla è stato trovato. Il gruppo ha così deciso di tornare al campo base, a causa anche del freddo in parete, con le temperature attorno ai -25°.
Durante la notte dal campo base si è continuato ad osservare la montagna con il potente telescopio di Alex nella speranza di intravedere una debole luce della frontale, ma così non è stato.
Al campo base sanno giungendo i portatori che si prenderanno carico delle attrezzature e degli effetti personali di Daniele Nardi e Tom Ballard per portarli ad Islamabad.
In giornata gli elicotteri andranno a prendere Alex Txikon, Ignacio De Zuloaga, Felix Criado e il dottore Josep Sanchisal al campo base del Nanga Parbat, faranno ancora una ricognizione sulla montagna per poi rientrare a Skardu.
…e così pace all’anima loro…
mi chiedo perché continuano a cercarli verso l’alto, non potrebbero invece aver tentato di scendere il più possibile?
“Al campo base sanno giungendo i portatori che si prenderanno carico delle attrezzature e degli effetti personali di Daniele Nardi e Tom Ballard per portarli ad Islamabad.”
Terribile.
Un Vostro ammiratore.
la montagna ha voluto prendersi due grandi alpinisti. Anche se non completamente accertato le speranze sono ridotte al lumicino.
????
Sbaglio o in foto si vede la base dello sperone? Notare come siano evidenti segni di valanghe recenti con neve mista a detriti..che tristezza.
L’alpinismo porta con sé dei rischi, ma anche tutta la bellezza che si nasconde nell’avventura dell’affrontare l’impossibile..la montagna si è portata via altri due grandi alpinisti e uomini di valore…che tristezza.
La montagna non si è voluta prendere proprio nessuno, la montagna non vuole mai prenderesi le persone. La montagna è immensa, affascinante, anche pericolosa, ma non è malvagia. Loro è stata la scelta di sfidarla, prendendosi tutta la responsabilità di questa scelta. Certo, erano due grandi alpinisti, ma sapevano cosa stavano affrontando e sapevano che il rischio di non sopravvivere era altissimo.