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La Terra. Un Pianeta verde con 3 trilioni di alberi

Quanti sono in totale gli alberi che popolano la superficie terrestre? Secondo studi recenti il loro numero sarebbe 7 volte più alto di quanto si pensasse finora.

Una ricerca condotta dallo scienziato dell’Eth di Zurigo Tom Crowther stima che sulla Terra siano presenti 3,04 trilioni (un trilione è pari a 1000 miliardi, ndr) di alberi. Una cifra inattesa derivante dall’elaborazione di una miriade di dati collezionati in tutte le aree verdi del mondo attraverso la Global Forest Biodiversity Initiative, una campagna di raccolta di informazioni effettuata dai ricercatori in più di 1.2 milioni di località nei 5 continenti.

Tali dati a terra sono stati poi confrontati con quelli ottenuti da satellite. L’analisi combinata ha portato allo strabiliante risultato. Attraverso le immagini multispettrali e il telerilevamento radar è infatti possibile raggiungere una risoluzione al suolo pari a 3,7 metri, il che consente di distinguere singole piante a portamento arboreo.

In aggiunta alla valutazione del numero di alberi, sono state prese in considerazione le caratteristiche ecologiche del suolo e sottosuolo delle aree in esame così da comprenderne la fertilità.

Tali analisi hanno anche permesso di valutare il ruolo svolto dal suolo nel cambiamento climatico, essendo di fatto un serbatoio di carbonio, secondo soltanto agli oceani per importanza. Nelle aree verdi del Pianeta le piante e il suolo rivestono l’importante funzione di assorbimento del carbonio, al contrario delle zone povere di vegetazione in cui il rilascio nell’atmosfera non è controbilanciato da adeguato immagazzinamento.

Il team di ricerca ha identificato un incremento del rilascio di carbonio in particolare in corrispondenza di aree sottoposte ad un severo processo di riscaldamento, come le regioni artiche e sub-artiche. Tale fenomeno potrebbe causare una emissione di circa 55 gigatonnellate di carbonio al momento immagazzinate nel suolo, che corrispondono in termini quantitativi alla totalità delle emissioni annue degli USA. Una simile liberazione in atmosfera potrebbe determinare una accelerazione dei cambiamenti climatici del 17%.

Di fronte a simili dati allarmanti, e tenendo conto della disponibilità di ampie zone del Pianeta per opere di rimboschimento, gli scienziati sottolineano l’importanza di opere di ripristino della vegetazione, che prevedano la piantumazione di nuovi alberi così da proteggere i suoli.

Secondo Crowther ci sarebbe spazio per altri 1,2 trilioni di nuovi alberi a livello globale. Una soluzione green che potrebbe rappresentare una potente arma nella lotta al cambiamento climatico.

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Un commento

  1. Gli alberi secolari delle citta’, pero’, andrebbero curati, controllati, potati ed abbattuti.. se occorre .Reimpiantando e cambiando tipo.Non sono spesso piante autoctone e spontanee, ma frutto di qualche idea strampalata di antichi amministratori o privati.
    Poi, cresciuti a dismisura, crollano su esseri umani o sono attaccati da rapide infezioni.Ne ho esempio con ippocastani ,diffusi in tutti i viali da amministrazione comunale
    che negli anni 1920 volle con solo questa pianta celebrare i caduti Grande Guerra…una diffusione capillare .Passati i decenni, ora in autunno lasciano scendere un bombardamento a tappeto di ricci e marroni non commestibli su testa ed auto, ogni tanto crollano sulla strada quelli marciti internamente al tronco, e un virus passa da una pianta all’altra come un’influenza..Quando un consigliere comunale ha proposto di tagliarli tutti e sostituirli secondo dettami della scienza forestale aggiornata , e’ stato attaccato come demolitore della memoria storica, critiche dei sui oppositori , degli ambientalisti come assassino di piante monumentali.Il disagio per gli umani continua come una persecuzione biblica.Quando sipreannuncia un forte temporale, ci si rassegna a non passare in alcuni viali, incrociando le dita .Per tutta risposta , sono state impiantate nuove piante in zone nuove, che …per la loro collocazione molto avveduta, scaricano le foglie ed aghi intasando i tombini sottostanti.

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