Alpinismo

François Cazzanelli in Antartide punta al monte Vinson

È iniziata sabato 5 gennaio la nuova avventura della guida alpina valdostana François Cazzanelli, partito alla volta dell’Antartide con l’obiettivo di salire in vetta al monte Vinson (4.897 metri), la montagna più alta del continente, inserita nelle “Seven Summit”.

Insieme a lui ritroviamo Sergio Cirio, già accompagnato da François e dalla guida alpina Marco Camandona sull’Everest la scorsa primavera, insieme anche all’astronauta Maurizio Cheli. In quell’ occasione l’imprenditore piemontese era arrivato a quota ottomila senza però raggiungere la vetta, a causa di un problema con l’ossigeno supplementare, trasportato da uno sherpa in ritardo sulla tabella di marcia. Mentre Cirio si era ritrovato dunque costretto a fermarsi al Colle Sud insieme a Camandona, Cheli era invece arrivato in cima insieme a François, nella notte del 17 maggio 2018.

La spedizione non si presenta complessa a livello tecnico ma, come spiegato dallo stesso Cazzanelli “le difficoltà principali saranno dettate dalle condizioni climatiche estreme: le basse temperature (tra -10C e -40C), il vento freddo (con sensazione termica che può arrivare a -50C), la neve e il ghiaccio“. Una salita che François si appresta a compiere con ottimismo e, come tiene a sottolineare “sempre all’insegna della massima sicurezza”.

Dall’ultimo post apparso sui social sappiamo che i due sono giunti a Punta Arenas, in Cile, nel giorno dell’Epifania.

La spedizione in Antartide rappresenta la tredicesima extraeuropea per Cazzanelli che ha alle spalle, nonostante la giovane età, salite dall’Himalaya alla Cina fino alla Patagonia Argentina. L’ultima in ordine cronologico è proprio quella che nella scorsa primavera lo ha visto protagonista in due salite in successione in Nepal: la prima che abbiamo già ricordato, in qualità di guida alpina verso la vetta dell’Everest con l’ossigeno supplementare insieme ai clienti Cirio e Cheli e la seconda in cordata con Marco Camandona sulla vetta del Lhotse senza ossigeno.

Classe 1990, l’alpinista valdostano è cresciuto a Cervinia, nella Valtournenche, ai piedi del Cervino dove vive tuttora. Nel suo curriculum alpinistico troviamo numerose ripetizioni ed aperture di nuove vie sul Monte Bianco, sul Cervino e sul Rosa. Il suo record più recente è  stato conquistato il 12 settembre  2018 con il concatenamento delle 4 creste del Cervino (Hörnli, Furgen, Zmutt e Leone) in 16 ore e 4 minuti, un tempo che migliora di ben 7 ore il record precedente del 1992 di Hans Kammerlander e Diego Wellig di 23 ore.

Soltanto una settimana dopo, il 21 settembre, François in compagnia di Emrik Favre e Francesco Ratti, ha aperto una nuova via di roccia che risale in maniera diretta nella parte più ripida dello scudo della parete sud del Cervino e per questo ribattezzata “Diretta allo Scudo”. Un itinerario che presenta 10 lunghezze, circa 350metri con una difficoltà massima stimata fino al 7A / 7A+, che aveva già stuzzicato la fantasia di suo padre ma risultava troppo complesso per l’epoca. L’apertura della “Diretta allo scudo” si deve anche all’alpinista Roberto Ferraris.

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