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Colin O’Brady completa la prima traversata in solitaria dell’Antartide

A poco più di una settimana dal superamento del Polo Sud, il 33enne statunitense Colin O’Brady annuncia di aver completato la prima traversata in solitaria dell’Antartide senza l’ausilio di vele o cani, in assenza di guide e rifornimenti. Nella notte del 26 dicembre ha raggiunto, con uno scatto finale da record, la Barriera di Ross nell’Oceano Pacifico.

54 giorni per compiere 1500 km trainando una slitta da 135 chilogrammi contenente i viveri per il viaggio e lo stretto indispensabile per sopravvivere durante la traversata in totale autonomia. Questa l’impresa, ribattezzata “The Impossible First”, portata a termine dal giovane O’Brady battendo in velocità e resistenza l’ufficiale dell’esercito britannico Lou Rudd, 49 anni, primo ad annunciare lo scorso aprile la sua intenzione di partire per un trekking in solitaria in Antartide e potenzialmente avvantaggiato da una precedente esperienza di esplorazione nel continente ghiacciato.

Entrambi gli sfidanti avevano ipotizzato di impiegare 70 giorni per completare il percorso, partendo dall’Oceano Atlantico per arrivare al Pacifico. Il Polo Sud, punto intermedio del trekking, è stato raggiunto dopo 42 giorni di cammino. Chi ha seguito l’avanzata dei due attraverso il tracciamento live, avrà notato un’impennata nella velocità di Colin negli ultimi 130 chilometri, uno sforzo ben 5 volte superiore alla sua media giornaliera, così da raggiungere il tavolato di Ross il 26 dicembre poco prima dell’una di notte (UTC -5).

Sia O’Brady che Rudd hanno dimostrato una forza d’animo nonché una prestazione fisica lodevole, avanzando per 13 ore circa al giorno tra venti gelidi e tormente di neve, in un paesaggio così bianco da rendere complessa la distinzione tra cielo e terra, a continuo rischio “white-out”. Rudd ha dichiarato in uno dei suoi resoconti, di aver perso 12 centimetri sulla vita.

Quattro giorni prima dell’arrivo a destinazione di O’Brady, il meteo è migliorato consentendo loro perlomeno di scorgere in lontananza i monti Transantartici. Un momento emozionante per entrambi ma anche malinconico per Lou, che non ha potuto fare a meno di ricordare l’amico Henry Worsley, deceduto nel 2016 mentre tentava di compiere la loro stessa impresa. “Oggi ho pensato tanto a Henry “ – si legge in una nota scritta prima di riprendere la traversata – “ho con me la sua bandiera, la sua bandiera con lo stemma di famiglia che Joanna mi ha così gentilmente prestato, quella che lui ha portato con sé per tutto il viaggio, e per me è davvero importante che stavolta arrivi fino alla fine, che lo stemma completi il percorso per intero. E lo farà”.

Per 3 giorni Rudd e O’Brady hanno continuato a scivolare sugli sci a breve distanza. Insomma, c’era quasi da aspettarsi che arrivassero in coppia al traguardo. Ma l’ultima notte Colin non ha emesso l’ormai canonico resoconto serale, elemento che ha fatto anche preoccupare anche i suoi follower. La risposta ai dubbi su un potenziale incidente è arrivata con il suo messaggio dell’una di notte: “Mi sono svegliato stamattina a 130 chilometri dal traguardo… mi è venuta l’idea di fare qualcosa di impossibile. Mi sono chiesto, che sia possibile fare un’unica attraversata fino alla fine del percorso?”.

E qualcosa di impossibile l’ha realizzato davvero, sfruttando la luce del sole che nell’estate artica non tramonta mai per scivolare lungo gli ultimi 130 chilometri senza mai fermarsi, per circa 30 ore consecutive.

32 ore e 30 minuti dopo aver lasciato il mio ultimo campo la mattina di Natale, ho coperto gli ultimi 130 chilometri in una continua “ultramaratona antartica”, spingendo verso il traguardo!” – si legge sul suo account Instagram nell’emozionato post apparso nella mattina del 27 dicembre.

Dov’è Rudd in tutto ciò?

In un aggiornamento postato nella notte di Natale aveva annunciato anche lui di trovarsi a 130 chilometri dal traguardo ma di avere intenzione di completarli con più calma in tre giorni, tempo permettendo.

Mi siederò qui sul traguardo in attesa che Lou completi la sua traversata” – si legge intanto in un affettuoso messaggio di Colin.

Nel momento in cui scriviamo, il suo GPS segnala 30 chilometri all’arrivo. Il 90% del viaggio è completato.

Forza Lou, sarà un secondo posto che entrerà in ogni caso negli annali delle traversate polari!

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