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Monte Fogliano, matrimonio fra alberi

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VETRALLA, Viterbo — La quercia porta un lungo velo nuziale. E il suo sposo, il cerro, è addobbato con ghirlande di fiori. Ad unirli per la vita saranno il sindaco di Vetralla (provincia di Viterbo) e un sacerdote, se fortunati un vescovo. E così vivranno insieme per sempre, al sole e sotto la pioggia, nell’immenso bosco di Monte Fogliano. Sembra la fine di una favola. E invece è il rito dello sposalizio dell’albero, che si rinnova ogni anno a Vetralla da almeno 5 secoli.

Si tratta di una delle più suggestive tradizioni folkloristiche d’Italia, che trova riscontro solo nello “sposalizio del mare” che si celebra a Venezia nel giorno dell’Ascensione.
Il rito, già citato in un documento del 1470, commemora la donazione di Monte Fogliano, 1300 ettari di faggi, cerri e castagni, fatta dal pontefice Eugenio III a Vetralla con la bolla “Exigit” del 17 febbraio 1432. Per la cittadina fu un dono così gradito che, per timore di perdere il diritto concesso dal papa, la magistratura di Vetralla decise di riaffermare ogni anno la proprietà del Monte con lo sposalizio.
 
Il sindaco legge l’antico atto di possesso: “Poiché non esiste da memoria d’uomo nulla in contrario a ciò che il cancelliere sindaco e gli ufficiali della terre del Comune di Vetralla hanno, e sempre hanno avuto, il possesso materiale e pacifico di Monte Fogliano, per conservare i detti diritti e proseguire nell’esercizio del loro possesso, di anno in anno, prendessero il possesso materiale nel nome della detta comunità e si appropriassero della chiesa di Sant’Angelo nel nome di detto Monte Fogliano”. E il giorno dopo, l’atto viene depositato nell’Ufficio del Registro di Viterbo.
La festa inizia di buon mattino con il raduno nella piazza del comune. Cavalieri, ragazze e ragazzi in costume ottocentesco, sbandieratori, la banda musicale del paese e tutti i vetrallesi si avviano nel bosco. Là attendono gli sposi pronti al fatidico sì. E poi, subito dopo, inizia il grande banchetto a base di panini con la porchetta, dolci del posto e vino della Tuscia.
 
Elisa Lonini

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