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“Fare cose pazze, non morire”: l’alpinismo secondo Reinhold Messner

Questa è l’idea del Re degli Ottomila Reinhold Messner, che in un’intervista rilasciata al quotidiano peruviano El Comercio ha discusso tra le altre cose della sua, sempre fuori dagli schemi, visione dell’alpinismo.

Prendendo spunto dall’imminente ritiro da parte dell’alpinista del premio Principessa delle Asturie, il prestigioso riconoscimento allo sport nato nel 1981 che quest’anno lo premierà assieme al Krzysztof Wielicki, l’alpinista affronta di nuovo la questione, ormai discussa a lungo,della natura sportiva dell’alpinismo. Messner torna quindi ad esprimere la sua opinione circa il vero significato della pratica: come ha sempre predicato e dimostrato, per lui si tratta più di una sfida con sé stessi che con l’altezza della montagna o le lancette del cronometro. “L’alpinismo implica andare in posti dove nessuno è mai stato prima – dice – agendo sotto la propria responsabilità e decidendo come scalare. Ed è più importante come lo fai rispetto a quanto lontano o veloce si va o a quanto in alto si arriva“.

La discussione passa poi al fattore rischio, insito in ogni spedizione che abbia come protagonista un Ottomila: “Noi, come esseri umani, commettiamo errori, così in quei posti affrontiamo la possibilità di morire. E, paradossalmente, questo è il motivo per cui lo facciamo: andiamo in luoghi dove la morte è una possibilità per evitare la morte. È qualcosa di strano. L’alpinismo consiste precisamente nel fare cose pazze, ma non nel morire. Cioè, cercare di controllare il rischio, essere in grado di superare le avversità, ritirarsi in caso di estremo pericolo“.

Confrontandosi infine con il tema della morte, che l’alpinista ha vissuto da vicino in molte delle sue spedizioni, Messner non esita però a difendere l’alpinismo. Nonostante ammetta che il fattore rischio è, fin troppo spesso, eccessivamente alto, il Re degli Ottomila descrive la pratica come una delle vie migliori per vivere una vita che sia veramente libera: “Lo facciamo perché sentiamo di essere liberi e la nostra libertà si esprime attraverso questo tipo di vitaEssere liberi attraverso l’arrampicata“.

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