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Siccità record in Svezia, renne e allevatori in difficoltà

Il caldo anomalo continua a non dare tregua ai paesi del Nord Europa. Anche in quelli più distanti dall’Equatore le temperature rimangono elevate: la siccità e i continui incendi non smettono di preoccupare. Uno dei paesi che ha visto i termometri salire maggiormente oltre le medie stagionali è stata la Svezia. Proprio a causa della situazione meteorologica, la vetta svedese più alta ha perso il suo primato, per lo scioglimento di parte del ghiaccio che la ricopriva. Anche la fauna è messa in difficoltà da questo clima da località balneare, tanto che in Lapponia le renne sono state viste fare il bagno nel Mar Baltico. Proprio questi animali sarebbero ora a rischio per la scarsità di cibo.

L’estate anomala ha rovinato parte dei pascoli invernali sfruttati dai pastori locali per il loro allevamento. Le specie vegetali di cui si nutrono questi grandi erbivori stanno inoltre lentamente scomparendo dalla nazione a causa del cambiamento climatico.  Il gran caldo e gli incendi stanno insomma compromettendo la situazione per molte popolazioni dedite alla pastorizia, mettendo a rischio sia queste che gli animali.

Migliaia di pastori locali hanno chiesto un supporto di tipo economico da parte del governo svedese, almeno per sostenere il costo del foraggio necessario a nutrire i circa 250 mila capi di bestiame rimasti senza pascoli. Pur assicurando la sopravvivenza delle mandrie, l’intervento non allevierebbe però la gravità della situazione: le aree verdi colpite da incendi possono impiegare fino a 30 anni per ripristinarsi naturalmente e ritornare utilizzabili. Il fenomeno del riscaldamento globale è inoltre un problema annoso, per il quale non si vedono soluzioni imminenti. La situazione potrebbe quindi addirittura peggiorare nelle annate a venire. Per questo è necessario, una volta aver tamponata l’emergenza attuale, che il governo svedese realizzi un piano a lungo termine atto a gestire questo nuovo tipo di emergenza.

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Un commento

  1. Meno male che da noi l’estate non è stata granchè calda ed assai piovosa. I venti da nord hanno sfondato come volevano e l’anticiclone non è riuscito a stabilizzarsi.
    Dalle mie parti, da secoli, i contadini incendiano i prati (tenendo l’incendio sotto controllo) perché così il prossimo anno il fieno sarà più abbondante. Una specie di fertilizzazione no-cost.

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