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Dolomiti: il Lago di Sorapiss non è Rimini, via i turisti cafoni. Mauro Corona: serve un daspo per la montagna

“Fanno il bagno nudi nella fontana dell’Altare della Patria” titolavano qualche giorno fa i giornali nazionali parlando dell’ennesimo atto di vandalismo avvenuto nell’affollamento della Capitale. Il problema però pare non essere limitato alla Città eterna, anzi. Basta infatti aprire tripadvisor, magari inserendo il nome di un luogo iconico come il lago di Sorapiss per capire che la maleducazione è di casa anche in montagna.È un posto da sogno, ma infrequentabile in alta stagione… É preso d’assalto dai turisti a tutte le ore, quindi la camminata, essendo il sentiero abbastanza stretto è molto poco agevole e rilassante. Inoltre la maleducazione generale la fa da padrona, con gente che arriva al lago col materassino, lascia rifiuti e sporcizia… Le 5 stelle le merita tutte per la bellezza, ma per come è frequentato da metà luglio a settembre ne meriterebbe mezza…” scrive un avventore. “Rimini in montagna” scrivono altri ancora. “Tra qualche decennio sarà deteriorato” e la bellezza color turchese di quel lago da leggenda sarà solo più un ricordo di chi, in tempi di quiete turistica, è salito ad ammirarne l’azzurro splendore.

“È una vergogna” commenta lo scrittore ertano Mauro Corona salito al Sorapiss per fare una scalata al Dito di Dio. “Il lago è invaso da scalmanati: ragazzini che si tuffano, neanche si trovassero in un parco acquatico, gente che fa il bagno sui materassini gonfiabili e che lascia ogni genere di rifiuti sulle rive o sui sentieri. E poi il chiasso, non so manco come definirlo tutto quel chiasso”. Rumore dei tremila visitatori giornalieri che, nei giorni di punta, affollano le piccole rive del lago alpino. “Sono ignoranti: l’altro giorno sentivo una donna sostenere con convinzione che il colore turchese dell’acqua del Sorapiss era innaturale, che ci buttano dentro degli additivi chimici per renderla così, follie” afferma Corona che si professa a favore di una soluzione drastica per porre fine a questa maleducazione d’alta quota: un daspo per la montagna. “Chi viene sorpreso a imbrattare o ad assumere atteggiamenti incivili si vedrà comminare una multa salata ma anche un foglio di via dall’intera zona. Occorre impedire a chi si comporta male di rimettere piede sulle nostre vette”.

Vietare l’accesso alla montagna, imporre un daspo, affiggere foto segnaletiche di personaggi non graditi. Una soluzione da stadio, quasi. Qualcosa di estremo all’apparenza, ma fatto per tutelare l’ambiente naturale. Provvedimenti simili sono stati presi anche in altre zone d’Italia. È di qualche giorno fa la notizia che la Grotta della Poesia in Salento, una meravigliosa piscina naturale, è stata chiusa per proteggerla dall’assalto dei turisti. E non è finita perché anche alcune spiagge sarde hanno introdotto il numero chiuso, esattamente come alcune città d’arte, Venezia in primis.

Vietare è certamente il modo più semplice per tutelare e proteggere un bene naturale. Ma siamo certi che possa essere la giusta scelta? Davvero non esiste modo migliore per risolvere l’inciviltà turistica?

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Un commento

  1. Fosse solo per il bagno con materassini..poi si puo’ sempre mettere in ordine. Basta che in acqua i bagnanti …. non scarichino.Peggior aspetto i rifiuti non raccolti.Il servizio bagni e wc andrebbe gestito..con soluzioni ecologiche moderne , gia’ adottate in altre regioni.
    Mi viene in mente il Poster di Milo Manara con la Fata delle Dolomiti. proposto per un Festival del cinema di Trento…..scartato dagli scandalizzati.Comunque dopo la tragedia in Calabria, ci sara’parecchia regolamentazione per forre e torrenti e cascatelle e laghetti alpini.
    Al laghetto del Sorapiss ..si fapresto: manca servizio soccorso bagnini,proibito nuotare e fine di ogni predica ulteriore.

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