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SONDAGGIO – Favorevoli o contrari all’alpinismo “mordi e fuggi”? Diteci la vostra

Abbiamo dato voce solo pochi giorni fa alle preoccupazioni della SAT circa il trend di questi ultimi anni di praticare un alpinismo “mordi e fuggi”, meno impegnato ma più rischioso e che se ne discosta, in parte, dai valori classici. Quest’apprensione nasce direttamente da segnalazioni giunte da diversi rifugi dolomitici, che vedono scalatori provenienti da tutti i tipi di background sportivi e con livelli di esperienza molto diversi prendere d’assalto le montagne per cercare di realizzare escursioni impegnative e scalate alpinistiche in singole giornate.

Le tempistiche dell’arrampicata ne risultano quindi alterate, con la conseguenza diretta di un incremento degli incidenti in montagna. Questi alpinisti “della giornata”, secondo l’opinione dei rifugisti, darebbero troppo poca importanza alla stanchezza accumulata dal troppo dislivello che si è costretti a percorrere, magari dopo un viaggio in auto di diverse ore per raggiungere la meta, e alla necessità del corpo di acclimatarsi all’altitudine. Ritenere superflue le pratiche di preparazione a una scalata, che fanno parte da sempre della tradizione alpinistica, significa – secondo la SAT – non affrontare la montagna con il giusto mindset oltre che, nella maggior parte dei casi, sprecare l’occasione di viverla veramente.

Per questi motivi vorremmo riproporre in veste di sondaggio la questione, al fine di capire veramente quale sia il punto di vista di chi frequenta, abitualmente o meno, la montagna.

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3 Commenti

  1. sul fatto che ognuno sia libero di vivere la montagna come meglio crede, assumendosi i propri rischi, posso anche concordare; ma quando questo tipo di alpinismo porta ad incidenti che necessitano l’intervento del soccorso alpino e di elicotteri (che non sono illimitati) e che magari sottraggono la possibilità di essere soccorsi ad alpinisti meno “frettolosi”, allora no, non son daccordo.

  2. No dai, che i rifugi costino tanto non si può sentire!
    1) La tessera CAI costa una 50ina di euro all’anno, un costo del tutto marginale per chi fa alpinismo (tra viti, picche, ramponi, benzina, autostrada ecc)
    2) Con la tessera CAI è possibile fare solo pernotto (portandosi quidni il proprio cibo) a circa 15 euro in tutti i rifugi CAI, che sono tanti. Con tanti rifugisti (purtoppo) bisogna insistere per poter avere questa possibilità, ma è un altro discorso!
    3) I rifugi non sono alberghi, spesso le provviste devono essere portate in elicottero o a spalla, come è possibile pretendere prezzi da osteria di città?
    Con tanti rifugisti ci ho litigato (vedi pernotto convenzionato) ma sentire che 60-70 euro per una mezza pensione in un posto inaccessibile sono tanti mi lascia davvero perplesso.

  3. è stato proprio il CAI a enfatizzare la montagna creando prime..ripetizioni..concatenamenti ecc. quanti giovani sono morti per questi pseudo ideali..le montagne sono piene di lapidi…pensateci..

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