Piolet d’Or 2018 alla carriera ad Andrej Štremfelj
Andrej Stremfelj, classe 1956, rientra tra i nomi di spicco di quel gruppo di alpinisti sloveni, chiamati in un recente libro “I guerrieri venuti dall’Est”, che tra gli anni ’70 ed ’80 ha fatto storia dell’alpinismo, ma anche della loro giovane nazione.
Tra le sue conquiste ci sono la prima e la seconda invernale di tre vie molto impegnative e ripide sulla parete nord del Mangart, nel 1989. Nel 2002, per festeggiare i suoi 30 anni di attività come alpinista, ha salito 30 differenti vie distribuite su 27 diverse cime slovene, nell’arco di soli 40 giorni.
Storica è la salita compiuta nel 1977, insieme a un’altra icona dell’alpinismo di quegli anni, Nejc Zaplotnik, aprendo una nuova via sul Gasherbrum I dalla cresta sud-ovest.
Solo due anni dopo apriva sull’Everest una nuova via diretta sulla cresta ovest. Stremfelj tornerà sul tetto del mondo qualche anno dopo con la moglie Marija per aggiudicarsi anche il titolo di prima coppia a raggiungere la vetta.
Negli anni ’80 un’impressionante serie di spedizioni ha visto Stremfelj scalare il Pik Communism – oggi Ismail Samani – (7.495 m), una nuova via da est sul Dhaulagiri, il Gasherbrum II in un incredibile e prolungato sforzo di 32 ore e una nuova via in stile alpino sul versante sud-ovest dello Shishapangma. Negli stessi anni è andato inoltre molto vicino a raggiungere la vetta del K2 dalla Magic Line e del Lhotse dalla spaventosa ed ancora indomata parete sud.
Nel 1991 è arrivato il suo capolavoro, una difficile scalata in stile alpino della cima sud del Kanchenjunga, che gli è valsa il suo primo Piolet d’Or.
Durante tutta la sua carriera Stremfelj ha realizzato un gran numero di prime ascese su diverse vette himalayane tra i 6.000 e i 7.000 metri, tra le quali il Nyanang Ri, il Boktah, il Palung Ri, il Siguang Ri Shar, il Lashar I, il Menlungtse e il Janak.
Una carriera costellata da grandi successi e vissuta costantemente con la voglia di mettersi alla prova e di confrontarsi con sfide sempre più grandi. Per questo motivo gli è stato assegnato il premio Piolet d’Or alla carriera 2018, con la speranza che lo spirito con cui per decenni ha saputo affrontare la montagna diventi un esempio per le generazioni future di alpinisti.
Bravo…