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Dissesto idro-geologico alpino. Nuovo studio per prevenire i rischi

Un innovativo progetto nato dalla collaborazione tra l’Università di Bolzano e quelle di Trento e Inssbruck, potrebbe aiutare a garantire un maggiore equilibrio idro-geologico nelle zone alpine. Il problema dell’instabilità ha tra le cause principali e scatenanti il riscaldamento globale.

L’obbiettivo dell’iniziativa è quello di monitorare la situazione idrica delle aree montane attraverso il controllo di quantità e tipologia dei sedimenti trasportati dai torrenti di origine glaciale. Monitorando questi fattori si possono dedurre i cambiamenti che avvengono in quota nei ghiacciai e a valle lungo i corsi d’acqua.

Il progetto, denominato GLORI (Glaciers-To-Rivers Sediment Transfer In Alpine Basins), è finanziato dalla Provincia di Bolzano e da oltre un anno esamina i bacini del Rio Solda e del Rio Saldura, rispettivamente originati dai ghiacciai Ortles e Palla Bianca, in Alto Adige.

Montagna, ghiacciai, ambiente
Torrente glaciale sul Broad Peak, © Giuseppe Pompili

A capo del team accademico bolzanese c’è Francesco Comiti, professore di Gestione dei rischi naturali e dei corsi d’acqua montani della Facoltà di Scienze e Tecnologie. Il compito di questa parte del gruppo di lavoro è di misurare e catalogare i sedimenti trasportati dai corsi d’acqua. Questo tipo di ricerca è particolarmente rilevante per il territorio alto atesino.

L’Institute of Atmospheric and Cryospheric Sciences dell’Univeristà di Innsbruck, contribuisce invece al progetto monitorando i ghiacciai da cui si originano i torrenti, valutandone i cambiamenti con l’utilizzo di georadar. L’Univeristà di Trento poi, attraverso il suo Dipartimento di Ingegneria Civile, elabora i dati ricevuti dalle due università realizzando dei modelli matematici che aiutino a comprendere il fenomeno e a calcolarne le modalità di evoluzione nel tempo.

Uno degli elementi che rende innovativa questa ricerca è la metodologia utilizzata per analizzare il trasferimento dei sedimenti dal bacino al corso d’acqua. Gli studiosi utilizzano dei sensori sismici, detti geofoni, che misurano le vibrazioni del terreno per monitorare il trasporto di materiale solido. Viene poi condotta un’analisi isotopica dell’acqua, attraverso la quale è possibile stabilire l’esatta origine di quella che trasporta i sedimenti.

Montagna, ghiacciai, ambiente
Corso d’acqua montano a carattere torrentizio, © FramePool

Le temperature sono state in media elevate durante lo scorso anno solare, con un relativo aumento dello scioglimento dei ghiacciai e del trasporto di materiale solido alla loro bocca. Questo incremento porta a modifiche geomorfologiche nei tratti a valle dei corsi d’acqua, esponendo le popolazioni vicine a potenziali rischi. Il maggior volume di detriti può causare un innalzamento dell’alveo dei fiumi, che a sua volta incrementa sensibilmente il rischio di esondazioni.

Per questo motivo elaborare dei modelli previsionali dei fenomeni idrici e della loro pericolosità sarebbe un enorme aiuto per gli abitanti che vivono vicino ai corsi d’acqua. Riuscire a immaginare gli scenari idro-grafici futuri e l’evoluzione dei fiumi a carattere torrentizio contribuirà a ridurre sensibilmente il rischio idraulico e di disastri nelle valli alpine, non soltanto con l’individuazione delle zone abitate a maggior rischio, provvedendo a sistemi di allerta, ma facendo si che tali aree non siano antropizzate e soggette a edificazione civile o d’altro genere.

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