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La spedizione “Sulle Tracce dei Ghiacciai” è arrivata al Kanchenjunga

La quinta spedizione del progetto decennale “Sulle tracce dei ghiacciai”  è nel pieno del suo viaggio in Hiamalaya ed è giunta i giorni scorsi al Kanchenjunga, la terza montagna della Terra. Sulle orme del fotografo Vittorio Sella, Fabiano Ventura ed il suo team stanno documentando, sia con i confronti fotografici, sia con il telerilevamento, l’imponente cambiamenti ghiacciai negli ultimi 100 anni.

Di seguito il diario ed video di questa parte della spedizione.

 

La spedizione prosegue a ritmo serrato. Nei giorni passati abbiamo risalito la valle del fiume Ghunsa verso il campo base della terza montagna più alta del mondo, il Kangchenjunga. I paesaggi himalayani in cui ci siamo immersi sono così belli da togliere il fiato e le emozioni provate ci hanno aiutato a superare la fatica. Alcuni giorni fa alle sette di mattina, siamo partiti da Ghunsa, un piccolo villaggio d’alta quota, descritto come meravigliosa perla nepalese anche da William Freshfield nel suo libro ‘Round Kangchenjunga’ che racconta la sua spedizione di 119 anni fa. Dopo quattro ore di cammino, tagliata l’enorme morena frontale del ghiacciaio Jannu a una quota di 4050 metri, ha iniziato a piovere. Arrivati al campo di Kambachen mentre noi montavamo le nostre piccole tende i nostri portatori sono stati costretti a tornare al villaggio perché la piccola lodge dove si sarebbero dovuti riparare durante la notte era chiusa. Il proprietario non c’era perché quel giorno, 30 aprile, si celebra, come ogni anno, l’anniversario della nascita del Buddha e tutti si recano a Ghunsa per incontrarsi e fare festa.

A Kambachen, come previsto, avremmo dovuto fermarci due giorni per cercare di realizzare la prima ripetizione fotografica in programma. Avrei dovuto risalire lateralmente la valle per diverse centinaia di metri per trovare il punto da cui Vittorio Sella scattò nel 1899 una fotografia panoramica del ghiacciaio Jannu, ma il tempo purtroppo è peggiorato, cosa che ci ha costretti a rimandare la salita al giorno successivo. La mattina al risveglio molto presto, appena aperta mi ritrovo di fronte il muso fumante di un’enorme Yak che tranquillamente pascola indisturbato. Il tempo sembra migliorare ma avendo verificato che la fotografia storica era stata scattata da Sella nella tarda mattinata ce la prendiamo comoda e cogliamo l’occasione per asciugare al sole le tende, i sacchi a pelo e tutto il materiale. Purtroppo già dall’ora di pranzo il cielo si è coperto di nuovo e ha iniziato a nevicare. Il tempo da queste parti, nonostante l’alta quota, cambia molto rapidamente per via dell’umidità proveniente dalla vicina foresta pluviale. La mattina successiva ci siamo svegliati sotto un manto di neve che ci ha obbligati a proseguire verso il campo base del Kangchenjunga e quindi a rimandare la ripetizione dello scatto storico al nostro ritorno“.

Per continuare a leggere il dispaccio e guardare la fotogallery, qui. 

 

 

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