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Trento Film Festival, in concorso meno montagne e più storie

Al Trento Film festival ha trionfato una pellicola attuale e sensibile alla discriminazione sociale. Ha infatti vinto la 66° edizione del festival “Señorita María, la falda de la montaña” di Ruben Mendoza. Un ritratto appassionato, delicato e attento a non scadere nel ridicolo che accompagna alla scoperta di Maria, transessuale colombiano abbandonato dalla sua famiglia e dai membri del villaggio in quanto diverso. Un commovente racconto di una vita triste dove la montagna è però solamente lo sfondo delle riprese.

D’altronde però, dichiara la direttrice del festival Luana Bisesti, “negli anni il Trento Film Festival è diventato un grande palcoscenico di storie che si dipanano sullo sfondo delle terre alte. Storie trasversali e fuori dagli schemi, non solo pareti da scalare”. Una scelta quindi coerente quella di premiare il film di Ruben Mendoza e coerente anche con la selezione di film in concorso. Su 25 pellicole infatti non più di cinque o sei pellicole avevano un focus direttamente incentrato sulla montagna. A consolare è stato il Premio del Club Alpino Italiano – Genziana d’oro al miglior film d’alpinismo, popolazioni e vita in montagna assegnato al documentario The Dawn Wall di Peter Mortimer e Josh Lowell, un appassionante e coinvolgente racconto dell’impresa compiuta da Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson, per 19 giorni sulla Dawn Wall di El Capitan. Con il Premio Club Alpino anche il Premio Città di Bolzano – Genziana d’oro al miglior film di esplorazione o avventura segue il filo conduttore della montagna con la premiazione del documentario The Last Honey Hunter di Ben Knight. Un’immersione vera e pura all’interno del poco conosciuto popolo Kulung e nelle sue tradizioni grazie a sequenze e riprese spettacolari.

Il Trento Film Festival pare quindi allontanarsi dal tema stretto della montagna (per quanto riguarda la selezione cinematografica) per allargarsi a temi più “coinvolgenti” e più attraenti per un pubblico generalista. Scelta che può essere condivisibile o meno, ma che in fondo sta portando a interessanti risultati sul piano comunicativo e non solo. I numeri parlano chiaro e il festival pare essere in continua crescita. Sono stati infatti presentati 710 film di cui 130 selezionati per la visione e crescono i biglietti venduti, oltre 10mila in dieci giorni di festival.

Le serate invece, quelle si che rimangono per appassionati delle terre alte (nelle sue mille sfaccettature), paiono essere uno dei punti vincenti di questo Trento Film Festival, con particolare attenzione al momento in cui Reinhold Messner prende posto sul palco.

Che dire quindi in conclusione? Una domanda da porre forse al pubblico tutto, dagli addetti ai lavori agli appassionati, a chi si è trovato per sbaglio a passare dal Trento Film Festival, uno dei più antichi festival cinematografici italiani ancora in attività, ai tempi chiamato Film Festival Internazionale di Montagna ed Esplorazione Città di Trento.

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