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Assalto alle oasi naturali: nuovi provvedimenti per la Val Vertova

L’invasione di turisti mette a rischio il delicato equilibrio delle oasi naturali: è subito polemica. Primo weekend dal clima quasi estivo in Val Vertova, seguito dalle prime proteste che spuntano prolifiche sui social.

Promuovere una zona naturale, si sa, significa esporla all’azione spesso non troppo regolata di un numero molto elevato di turisti. Un provvedimento di tipo promozionale, implica il desiderio da parte delle autorità locali a incentivare l’economia, attraverso i flussi di denaro provenienti dal business del turismo. Il problema del modello di sostentamento delle località turistiche, sta nel fatto che spesso non si impongono dei limiti all’affluenza di persone, con una mentalità del tipo the more the better che in realtà spesso è costruttiva solamente sulla carta.

Già, perché più che costruttivo, l’intervento di certe persone su zone naturalmente fragili (e quindi da trattare con riguardo e salvaguardare) risulta irrimediabilmente distruttivo.

Complice il sopracitato clima estivo, lo scorso weekend in Val Vertova l’affluenza di turisti bergamaschi e non si è rivelata essere inaspettatamente alta. Code di decine di veicoli parcheggiati ovunque e senza ritegno e rifiuti a non finire, hanno tappezzato per tutto il finesettimana l’oasi naturale. Se i responsabili hanno poi abbandonato il campo con l’inizio della nuova settimana feriale, i loro rifiuti sono rimasti sul posto, contribuendo ad inquinare tutta la zona, celebre invece per la scarsa contaminazione da parte dell’uomo.

Val Vertova, turismo, oasi naturali
Uno dei tanti post indignati apparsi sui social contro la spiacevole situazine, © Facebook 

La Val Vertova, insieme al torrente omonimo che vi scorre, costituisce una vera e propria oasi naturale, con squarci di ragguardevole bellezza. Negli scorsi mesi la promozione turistica della zona è stata forte, con risultati positivi per l’affluenza, che però non coincidono con quelli di coloro che vorrebbero vedere preservata la naturale bellezza della valle. Le prime avvisaglie di protesta sono sorte su Facebook, in particolare nel gruppo “Sei di Vertova se…”, dove diversi residenti hanno segnalato l’insostenibilità della situazione, sia per l’ambiente che per gli abitanti locali, come denunciato anche da Valseriananews. 

Richieste di intervento sono state portate avanti da parte dei cittadini alle forze dell’ordine e al Comune, al fine di regolamentare la viabilità e l’accesso verso la zona.

A seguito delle numerose proteste, sono scattati diversi provvedimenti, con lo scopo di arginare l’eccessiva affluenza e migliorare la viabilità da e verso la zona.

Il sindaco Luigi Gualdi e la Giunta Comunale adotteranno un’ordinanza che regoli l’accesso alla via principale, quella che porta alle zone naturali più frequentate, lungo il corso del fiume. Tra il 25 aprile e il 30 giugno nei giorni festivi la strada verrà completamente chiusa al traffico, mentre dal 1° luglio al 31 agosto sarà chiusa tutti i giorni. Infine a settembre, alla fine della stagione estiva e con un’affluenza prevista inferiore, la strada resterà chiusa solamente nei giorni festivi dalle ore 6 alle ore 19. Eccezioni saranno fatte per veicoli di servizio pubblico e mezzi di emergenza, oltre a dei pass rilasciabili dal comune destinati a chi svolge attività agricole in zona.

Val Vertova, turismo, oasi naturali
Le code di auto parcheggiate che si protraggono per tutta la strada, © L’Eco di Bergamo

Caso analogo era accaduto lo scorso anno in Val Verzasca, un angolo di Svizzera che può vantare un’oasi in grado di rivaleggiare con le più rinomate località turistiche. In seguito ad un video diventato virale, era cominciato il passaparola circa la scoperta di un sito dalle acque cristalline e la sabbia dorata incredibilmente vicino al capoluogo lombardo, tanto che il motto diffusosi con la notizia fu: “Le Maldive, a un’ora da Milano”. Neanche a dirlo, analoghe furono anche le reazioni dei residenti.

Il problema di fondo, sta nel fatto che una mobilitazione così massiccia di turisti, soprattutto verso località dagli ecosistemi delicati può generare più danni che benefici. 

Nel momento in cui non si trattasse più di flussi subitanei e incontrollati di turisti mordi e fuggi, pronti a parcheggiare sui prati e mangiare per strada cibo portato da casa pur di godersi un raffazzonato pezzetto di vacanza, le località in questione potrebbero adattare le loro strutture e trarre un vantaggio economico dalla situazione. Nelle modalità con cui si verifica oggi questo fenomeno, tuttavia, il passaggio di questi villeggianti temporanei non crea altro che inquinamento e forte disagio.

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Un commento

  1. Potrà suonare estremo, ma perchè non considerare la possibilità di limitare gli accessi ai non residenti/autorizzati entro un certo numero con tanto di semaforo/sbarra e contatore di auto. Una sorta di tornello per auto.
    Comunque il problema è l’inciviltà, che rabbia

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