AlpinismoK2 invernale

Urubko racconta il suo drammatico tentativo e se ne va dal CB augurando “Buona primavera”

Sto scendendo. Non avrei mai immaginato che tutto sarebbe finito in questo modo. Molto non è dipeso da me, è un fatto”.

Si congeda così Denis Urubko dal campo base del K2, concludendo con un tagliente augurio di “Buona primavera!” ai polacchi che invece rimangono a tentare quella che per il russo non è più una prima invernale.

Ieri sera invece, tornato alla connessione internet dopo le polemiche, Urubko ha brevemente raccontato il suo drammatico tentativo di arrivare in vetta al K2, per sapere “le ragioni, le incoerenze ed i problemi” bisognerà attendere ancora, probabilmente l’arrivo a Skardu tra qualche giorno, dato che Denis sta scendendo a piedi.

La fuga, racconta l’alpinista, è iniziata la mattina dopo colazione quando, raccolte di nascosto le provviste, si dilegua velocemente verso la parete. Niente gas, “nei campi già predisposti ne è pieno”. Le previsioni dicono che c’è un’opportunità per il 26 febbraio.

Prima tappa campo 1, che predispone a 6250 metri, sopra quello polacco, dove ci sono Marcin Kaczkan e Maciej Bedrejczuk, che, secondo quanto raccontato dai comunicati ufficiali della spedizione, gli offriranno una radio e l’opportunità, rifiutata, di parlare con Wieliki.

Urubko non ha una tenda, probabilmente per stare più leggero, dorme così in una truna. Il giorno seguente, domenica 25, arriva a 7200m, dove scava un nuovo buco nella neve dove trascorre qualche ora in attesa del giorno seguente, che sarebbe dovuto essere quello della vetta. C’è maltempo, ma “come al solito, non mi scoraggio, scrive Denis.

Il russo parte alle 3.30 del mattino ed inizia a salire. “Sul pendio c’è pericolo che si distacchino valanghe. Con successo attraverso i crepacci ed incurante mi porto sotto la Spalla, probabilmente sono a 7600 metri. Non c’è sole, ma lo sapevo. Niente di niente, solo una tempesta fortissima”.

All’improvviso un ponte di neve crolla e Denis cade in un crepaccio per cinque metri. Riesce ad uscirne e decide che è ora di tornare indietro, ma il maltempo imperversa, la visibilità è assente, tutto è bianco. “Ora hai bisogno di un miracolo!” si dice, ma Urubko ha “il sesto senso nel sangue” e dopo un paio di ore torna al campo 3 e poi giù sulle corde.

Per tutto il resto bisognerà, come dicevamo, attendere che Denis arrivi a Skardu. 

 

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16 Commenti

    1. Uno dei pochi a cui credere per quello che avviene sugli 8000 è Urubko che infatti un pò di tempo fa ha cambiato socio perchè di balle non ne poteva più e neanche di passeggeri a sbafo. E’ un uomo vero

      1. Sono veramento stufo di commenti come questo, ma che colpe avrebbe Moro? Di aver saputo vendere bene ciò che ha realizzato? Sbaglio o è quello che tutti facciamo ogni giorno? E te lo dice uno a cui Moro sta anche un pò sulle scatole.
        La verità, pur riconoscendo che Urubko è un fuoriclasse e che ho tifato per lui, è che ha compiuto un’azione suicida:

        – Parte solo in invernale dal campo base per scalare il K2 in due giorni.
        – Non porta con se ne radio, nei GPS, nè tenda.
        – Usa corde per salire fissate l’anno prima, è un eroe. Se lo fa Moro è un passeggero a sbafo, evidentemente le corde di Urubko erano cadute in prescrizione…
        – Cade in un crepaccio e ha il coraggio di dire “ho il sesto senso nel sangue”…..se l’avesse detto Moro tutti a dargli del montato. La verità è che ti è stata concessa una grazia che ad altri grandi (vedi Bukreev) non è stata data.
        – Si vede costretto a tornare al CB con la coda tra le gambe, e ha ancora la supponenza di chi pensa di avere ragione.

        Tutto questo perchè per lui l’inverno finisce il 28 febbraio….scusa, ma perchè hai accettato di aggregarti ad una spedizione la cui data ultima era, dichiaratamente, il 21.03? Potrei continuare, ma mi fermo.
        Se l’alpinista, a mio avviso, ne esce male, l’uomo ne esce ancora peggio: da padre di famiglia come lui, non riesco a comprendere come un papà possa con tale spregio della vita puntarsi una pistola carica alla tempia e premere il grilletto. Per mestiere rischia la vita, ma questo è andare oltre senza la minima razionalità.

        Andrea

  1. ma per favore, cosa ? ha anche postato foto ed è notorio che in quella zona è pieno di buchi.
    dubiti anche della parola di Urubko ?

  2. Uno degli alpinisti contemporanei che stimo di più…

    Nella mia personale “lista” ci sarebbero altri nomi da fare…
    uno per tutti: Anatolij Bukreev

    Basta alpinisti chiacchieroni/prime donne!!

    F.

    1. Boukreev è morto da 21 anni, onestamente sarebbe come parlare del dream team polacco anni 80….tutti morti.

        1. Non volevo dire questo, è stato grandissimo, solamente ho un altro concetto di contemporaneo.

  3. Dover racimolare delle provviste cosi… di nascosto??
    Ma che cavolo… uno dei più forti alpinisti al mondo, deve scappare dal campo base per poter tentare di arrivare in vetta? ma questo non è più alpinismo, è uno schifo.
    Grande Denis!!!
    Come avevo commentato in altri articoli, se i grandi sponsor come The North Face, Garmin, Polartec ecc… invece di regalare migliaia di €€ a personaggi tipo Moro ecc… che si fanno fighi per aver fatto una passeggiata in siberia, li dessero a Denis per crearsi un Team serio e capace… pazienza Denis, il K2 è sempre li, anche il prossimo inverno.
    Intanto torna in Valcanale che ti aspettiamo.

  4. Comunque penso che se lui già era convinto che il 28 sarebbe rientrato, non doveva nemmeno partire per una spedizione che aveva regole ben precise.
    Non doveva accettare l’invito punto e basta
    fatti la tua spedizione e fai come vuoi poi sulla montagna
    nessuno esce con una bella faccia da questa storia

  5. C’e’ chi organizza squadre di alpinisti, pianifica, critica, commenta, bla, bla, bla..
    Poi, c’e’ chi chi si alza, raccoglie quello che gli serve e va, sale, lotta, ci prova fino all’ ultimo giorno, fallisce, ma torna a casa soddisfatto, mentre gli altri sono ancora li’ a criticare, bla, bla…
    Denis e’ arrivato a 7600 da SOLO (nonostante, senza battere ciglio, e’ dovuto andare sul Nanga Parbat, per tentare di salvare la vita a 2 alpinisti; gesto tecnicamente e fisicamente immenso, oltre che nobile). Cari polacchi, voi che avete fatto durante questo inverno (a parte imparare come disattivare il wifi di chi e’ piu’ bravo, esperto e forte di voi)? A parte Adam Bielecki, nessuno di voi e’ ancora acclimatato, e siamo entrati nel mese di marzo… i miei complimenti!
    Grande, Grandissimo Denis! Hai tentato l’impresa del secolo, ma non ci sei riuscito….va bene cosi…le imprese si compiono provandoci e non rimanendo al campo base!
    PS-leggete: “Denis Urubko è un fuoriclasse, non un pazzo”, le considerazioni di Hervè Barmasse. Secondo me Herve’ e’ tra i pochissimi che ha saputo esprimere la verita’ di questa vicenda.

  6. Si però x noi è facile da qui. I polacchi avevano anche paura (giustamente) che si ripetesse un altro broad peak . non dimentichiamo che ne erano morti due ed il capo spedizione era il medesimo……..

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