Ice climbing

Nuova via sul ghiaccio delle cascate Helmcken per Dani Arnold

141 metri. Tanto misurano le cascate canadesi di Helmcken. Uno spettacolo che in inverno diventa ancora più incredibile, dato che a sovrastarle vi è un immenso cono di ghiaccio alto fino a 50 metri. Cono che crolla poi durante il mese di marzo, restando sul fondo delle cascate fino a fine maggio. È su queste cascate della British Columbia che Dani Arnold, del Mammut Pro Team, ha aperto nel mese di febbraio una nuova via d’arrampicata su ghiaccio.

 

«Il mio obiettivo era provare a stabilire qui qualcosa di veramente eccezionale. Per uno scalatore di ghiaccio è una sorta di paese delle meraviglie o un luogo magico. Milioni di diverse stalattiti sono appese in questo grande buco con un’enorme cascata proprio nel mezzo». Per l’alpinista svizzero, classe 1984, si trattava del terzo tentativo di scalata delle cascate di Helmcken. I primi due tentativi infatti fallirono a causa delle condizioni troppo pericolose con cui Dani si ritrovò a fare i conti. L’anno scorso, determinato a ripetere una via già aperta e dotato di metal detector per individuare gli spit, si rese presto conto che nemmeno uno degli spit era rimasto nella parete. Un segnale preciso, che «indicava che si erano staccati insieme alla roccia nella quale si trovavano. Questo fatto naturalmente ci ha reso più cauti e riflessivi, e dopo che un pezzo di ghiaccio è caduto sul mio avambraccio, ho deciso che era il momento di lasciar perdere».

Due esperienze che, sebbene infruttuose, hanno permesso all’alpinista di prepararsi molto bene per questo terzo tentativo. «Quest’anno ho trovato meno ghiaccio ed ho deciso di non perdere tempo a cercare gli spit, ma di chiodare personalmente la mia via». Un lavoro duro, che ha richiesto due giorni di impegno, in cui l’alpinista ha dovuto scheggiare il ghiaccio «creando in qualche modo una protezione temporanea», per poi «tirare su il trapano, forare il ghiaccio e martellare lo spit». Ad attenderlo c’era però la prova più difficile, un compito che l’alpinista aveva immaginato essere molto più facile, cioè scalare la via senza cadere.

«Sentivo inoltre che la mia forza non era inesauribile e dopo un’intera giornata passata a capire come salire la via, dopo circa 40 metri sono arrivato al crux del primo tiro e ad attendermi c’era un tetto quasi orizzontale!» Il secondo giorno è stato però quello decisivo. «Ho scalato la via “Power Shrimps” senza cadere. Le stalattiti in questa grotta hanno formazioni insolite. Sono distorte, appuntite e curve come una banana o persino un gamberetto. La nostra linea ci ha portato ad attraversare quest’area piena di formazioni “a gamberetto”, da cui deriva appunto il nome». Le cascate di Helmcken hanno esercitato «un tale fascino su di noi che era impossibile abbandonare l’impresa nonostante le difficoltà che ogni spedizioni ci ha messo davanti». Un obiettivo ambizioso, quello di Dani, raggiunto grazie alla perseveranza.

 

fonte: Mammut.com

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