AlpinismoK2 invernale

K2, Denis Urubko tornato al Base lascia la spedizione. Ora cosa accade?

Dopo aver rinunciato questa mattina al suo tentativo di salita in vetta al K2, Denis Urubko è rientrato due ore fa al base

La domanda che in molti si stavano facendo riguardava il futuro della sua permanenza al campo base: da un lato il russo non avrebbe più voluto tentare ulteriormente la cima, dato che il 28 febbraio è alle porte; dall’altro il rapporto fiducia con la spedizione ed in particolare con il caposezione è ovviamente incrinato.

Qualche minuto fa la comunicazione ufficiale di Wielicki: “Denis Urubko, in accordo con le sue convinzioni riguardo la fine dell’inverno, ha deciso di lasciare la spedizione invernale al K2. Questa decisione è stata accettata dai partecipanti, che non vedono ulteriori possibilità di collaborare con Denis dopo il suo tentativo indipendente di arrivare in vetta“. 

Urubko tornerà quindi a casa, mentre i polacchi continueranno nel loro tentativo. 

A tal proposito le operazioni sulla montagna sono continuate, almeno per oggi: Marcin Kaczkan e Maciej Bedrejczuk, che avrebbero dovuto raggiungere campo 3, sono a campo 2, con loro Marek Chmielarski e Artur Małek. Domani però torneranno tutti al base a causa del maltempo. 

L’abbandono di Urubko danneggia certamente la spedizione: ad inizio di marzo c’è una finestra ottima di bel tempo, preceduta però da giorni di neve e forte vento. Senza il russo Wielicki si trova con un’occasione d’oro in mano che, ad oggi, potrebbe non essere in grado di sfruttare. L’unico che attualmente può salire, per una questione di acclimatamento, è Adam Bielecki, che però ora è senza compagno di cordata e non può di certo andare da solo. Il fatto che oggi Marcin Kaczkan e Maciej Bedrejczuk non siano riusciti a raggiungere i 7200m di C3 non fa ben sperare e due notti a C2, 6700m, non paiono sufficienti per poter essere adeguatamente acclimatati per affiancare Adam. 

Tutto dipende da come si evolverà il meteo nei prossimi giorni. 

 

Meteo alla quota di vetta
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27 Commenti

  1. Che pena queste robe sugli 8000. Gossip, liti, soldi, polemiche. Quasi mai alpinismo di punta. Perchè gli date spazio? sono venti anni che l’alpinismo avanza su pareti verticali enormi dove bisogna arrampicare su roccia e ghiaccio dove non potevano prima. che evoluzione è questa? spedizioni militari o buffonate come il naga dell’anno scorso o il basco di quest’anno. Dategli meno spazio e lode agli alpinisti Veri

    1. Un pakistano che non farebbe una via sul Bianco va in vetta per primo; corde fisse pagate da altri usate per far prima. Un’alpinista donna che la voglio vedere su una via sempre del Bianco. Su dai, ragioniamo un pò tutti. Sono camminate su neve fredda

  2. Non é vera evoluzione, verissimo. L´alpinismo di punta é oggi tuttaltro. Un David Lama che scala sul Annapurna 3 o la Masherbrum parete Est. Questi sarebbero veri progressi. Ci sono un sacco di pareti inviolate, ma a mio parere ovviamente riesci a vendere meglio un K2 in inverno che un xy parete con 7c di grado ma che nessuno conosce. Si cerca di replicare l´attenzione degli ottomila di una volta, scalandoli d´inverno. Secondo me non fa tanto senso aspettare mesi per poi attaccare in condizioni simili a quelle estive…Poi la palla per la data…non prima del 21.12. e non dopo febbraio. Insomma…il vero alpinismo é in patagonia e sui settemila e le pareti difficili…
    Peccato che é morto Ueli Steck.
    Tutto marketing.

  3. con tutti i mezzi che abbiamo oggi non ci sono più pareti di roccia impossibili da salire, al più cambiano le distanze e la qualità dei chiodi che metti.. il K2 invernale invece è ancora lì e se questo non è alpinismo estremo e di punta io sono Craxi

    1. Non sai nulla. Pareti di roccia impossibili da salire ce ne sono mai sentito parlare del Masherbrum che Lama e Auer non sono saliti di 100 metri di 2000? Ce ne sono a centinaia di pareti così solo che capaci di salirle anzi di provarci sono dieci al mondo

    2. Lei dice: “al più cambiano le distanze e la qualità dei chiodi che metti”
      Ecco, quella roba lì si chiama Alpinismo.

  4. Questa esperienza di Urubko mi suscita alcune riflessioni.
    1) uno spirito libero quale è lui difficilmente si integra in spedizioni stile militare (già ai tempi delle sue esperienze nel team alpinistico dell’esercito Kazako faceva fatica ad assoggettarsi agli ordini del capo tanto che poi è stato quasi indotto ad andarsene) per cui, viste le esperienze passate, mi ha stupito che aderisse a quest’ultima spedizione.
    2) Per quanto riguarda la tempistica va detto che se avessero tentato subito lo sperone Abruzzi (come proposto da Urubko) si sarebbero trovati nel periodo del 20 febbraio (dove il tempo è stato propizio) pronti per un tentativo alla vetta (anche perché era risaputo che Denis oltre il 28/02 non sarebbe andato).
    3) In questa spedizione al K2 l’Urubko sembra essere l’unico a voler andare in vetta; ha sempre tracciato lui la via per primo, si è sempre dimostrato propositivo nelle iniziative mentre da parte degli altri membri, compreso il capo spedizione, mi è sembrato esserci un tattica attendista che francamente è poco comprensibile.
    Tutto ciò alla fine dimostra, a mio avviso, che la carta vincente per imprese come questa, è la motivazione unita alla leggerezza nel muoversi e ad una imprescindibile esposizione al rischio, cosa che, fino ad ora, i polacchi non hanno dimostrato.
    Per i motivi di cui sopra senza Urubko le loro chance di vetta sono quasi nulle e, senz’altro, nel sentire comune l’epoca per questa tipologia di spedizioni è davvero finita (basta vedere l’entusiasmo di commenti che ha suscitato la sortita solitaria di Urubko rispetto al piattume con cui sono state accolte le notizie precedenti sulla stessa spedizione).

  5. Certo che Urubko secondo me non ci fa una bella figura; credo che alla partenza della spedizione le regole fossero ben chiare e questi atteggiamenti da prima donna non mi piacciono

    1. inoltre era chiarissimo che da solo non ce l’avrebbe mai fatta: ma cosa è salito a fare? sarà anche Urubko ma non è certo Spiderman!

  6. @Marco
    Si ci sono un sacco di pareti estremamente difficili:
    – Parete est masherbrum 3 nord-est…fai quella e sei un eroe
    – Annapurna 3, ci sono un sacco di vie da fare
    – Makalu west face
    – Traversata everest-lothse
    – vai in patagonia e apri un 8b sul cerro torre

    Guarda ci sono un sacco di vie da fare, ma quello che fanno oggi sulle invernali, Messner lo faceva giá meglio una volta con alcune delle sue salite in stile alpino. Siamo tornati alle megaspedizioni dalle quali Messner si era allontanato una volta col revoluzionario stile alpino.

  7. È salito a prender la sua roba e andarsene, visto che l inverno è finito. Cmq se x certi il k2 in inverno non è hymalaysmo allora andate a scalare sul bianco ad agosto….

  8. Forse basterebbe essere educati e soavi…anche a me non ha fatto impressione la scalata di Simone Moro in Russia, anche a me certe prestazioni lasciano tanti dubbi…ma intanto: tutti noi che scriviamo siamo qui, al caldo, sul divano di casa… per dire che avanzare dubbi va bene, ma con leggerezza e rispetto….. c’e’ modo e modo…..Grande Denis, comunque……Grande il nostro Della Bordella….e un abbraccio anche a Simone, anche se forse dovrebbe staccarsi un po’ dagli sponsor….

  9. oh sentite
    riguardo alla Lunger , dubito abbia mai arrampicato più di un 6a, mi piacerebbe essere smentito.
    Il K2 che ha fatto lei è TUTTO Jumar tranne gli ultimi 200 metri, certamente ha un gran fiato che le viene dallo scialpinismo.
    Ma finita li’, perche’ sul Lhotse ha ciucciato O2 e altro non ha fatto, a parte la gita in MOROSLITTA sul monticello siberiano (fa piu’ freddo su in monterosa adesso)

  10. non diciamo comunque cazzate per favore, il K2 in invernale, per qualunque via, è MOSTRUOSAMENTE difficile, secondo voi è un caso che non sia mai stato salito d’inverno ?
    Denis Urubko è un fuoriclasse, è una balla che Messner avesse già fatto queste cose perchè di prime invernali proprio non he fatte, basta sti paragoni.

    Ho citato la Lunger perchè non sopporto chi scrive “grande” alpinista di qualcuno che non ha un csavolo di curriculum minimo per chiamarsi tale.

  11. Secondo me il “grado di alpinismo”non è proporzionale al grado di difficoltà tecnica di una parete, ma, sostanzialmente :1) all’approccio mentale ( scalare soprattutto per il senso di ignoto e avventura, e non per puro record sportivo, pura competizione o prova di bravura ) , e 2) al grado di difficoltà complessiva , legata in buona sostanza al tipo di ambiente alpino che si va ad affrontare, dove i pericoli e le incognite oggettive legate alla quota, alla roccia non sempre buona e/o spittata, ai possibili distacchi di seracchi POSSONO ESSERE MAGGIORI delle difficoltà strettamente tecniche, al grado insomma.
    E il k2, in invernale soprattutto, appartiene in pieno a questa seconda situazione,in cui si misura dunque l’alpinista in quanto tale, per la sua capacità non solo tecnica, ma soprattutto “ di testa “: saper affrontare la roulette russia di rischi oggettivi anche estremi, per entrare in sintonia con ambienti selvaggi estremi,per l’incognita, per la scoperta dell’ignoto prima ancora che per il record (fosse solo per quello certe cose non si riuscirebbero a fare ! ) .Il periplo di Casarotto negli anni ottanta sulle creste himalayane del Bianco in invernale e in solitaria, risponde in pieno ( come esempio paradigmatico ovviamente) a questo tipo di alpinismo Vero.
    E Urubko, e la sua impresa “incompiuta” attuale, corrispondono altrettanto, secondo me,sia per motivazioni personali sia per l’ambiente estremo affrontato, sempre da primo , e quasi sempre solo, al concetto più puro di alpinismo. Infatti si è presto trovato suo malgrado ingabbiato in un genere di spedizione inadeguata alle sua personalità alpinistica forte, motivata e completa.

      

  12. Apro una velocissima parentesii su Moro e la Lunger (visto che qualcuno li ha citati).
    Tanto rispetto, ma x cortesia… ormai Moro è solo sponsor e cavolate varie (vedi la sua ultima “impresa”… una camminata sulla neve ad una temperatura che in certe serate le trovi al Mottolino…).
    Ora parliamo di alpinisti veri e alpinismo vero:
    Grande Urubko!! Nessun problema, il K2 è li anche nell’inverno 2018/19.
    Ps: Le varie aziende tipo The North Face, Garmin, Polartec ecc che danno migliaia di € ad un Moro x fare turismo, le dessero a Urubko per crearsi un Team come vuole lui e allora si che si conquista il K2 in invernale.

  13. Con tutto rispetto per D.Urubko,prima di poter essere accostato,al grande e purtroppo sfortunato E. Casarotto,deve realizzare ancora molto.

  14. Ho visto W.Bonatti commuoversi quando gli porsi un libro di R.Casarotto con la sua prefazione… è stato veramente un grandissimo.

  15. Ps che mi autentico’ con ‘ la sua firma.Questo è l’ alpinismo che vorrei vedere e solo posso sognare di fare.Sono solo un buon camminatore.

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