Curiosità

Parapendio nuova frontiera dell’alpinsimo esplorativo himalayano?

L’American Alpine Journal, prestigiosa raccolta annuale di attività alpinistiche e montane, pubblica una storia che merita d’essere raccontata più per il titolo (“Innovative Approach: Using paragliders to attempt high peaks in Nepal’s Langtang Hima”. Per leggere l’articolo, qui) che per il fatto in sé, peraltro curioso.

Julien Dusserre si diletta d’alpinismo e parapendio e s’inventa, ma non pare essere una novità assoluta, per superare valli impervie e seraccate complesse – e spratto pericolose, di affidarsi al vento e alle correnti ascensionali che nelle valli himalayane spingono l’aria calda delle pianure e foreste subtropicali verso le fredde alte quote, come degli immensi camini. Il fenomeno è noto anche per il trasporto degli inquinanti e in particolare del black carbon dalle pianure e boscaglie pre-himalayane, spesso interessate nelle stagioni secche da estesi incendi di sterpaglie, fin alle bianche distese nevose dove si deposita, accelerando i processi di scioglimento della neve.

E così Julien per raggiungere versanti e pareti nascoste e inaccessibili del Lantang Himal, la catena più vicina alla capitale Kathmadu e confinante a nord con il Tibet, prende il volo con il suo parapendio.
Per a verità la logistica non pare particolarmente semplice ed il peso degli zaini, 37 kg a testa, è tutt’altro che confortante. Certo il Lantang Lirung (7227m) è una magnifica montagna, in linea d’aria vicina al punto di accesso alpinistico turistico del Nepal, l’aeroporto di Kathmandu, ma poco accessibile se non per i versanti sud-est e sud-ovest, che dalla conquista, avvenuta nel 1978, hanno registrato sin ora solo 14 salite in vetta (ufficiali).

Come accade in Himalaya, l’intera parete est è vergine e anche gli altri versanti sono inviolati e pressoché inesplorati. Alpinismo d’esplorazione dunque: affascinante e attrattivo.

Usando le montagne come punto di lancio si sono allungati nella regione dell’Helambu e con questa affascinante tecnica di trasporto aereo hanno raggiunto il Langtang evitando qualche giornata di cammino.

“Il 30 aprile abbiamo preparato zaini da 18 chilogrammi e abbiamo volato da un’altezza di 4200 metri ad una terrazza nevosa sulla parete sud-ovest della montagna a 5800 metri. Sfortunatamente eravamo nelle nuvole”. Da lì iniziano una discesa complicata dall’abbondante neve, fino a “volare giù per la valle principale”.

Dopo aver sperato tra il 5 e 10 maggio che le nuvole ed il vento consentissero il ritorno in quota con il parapendio, ciò che infine è realmente volato via sono state le speranze di salire la montagna. E son tornati a casa.

Quando da giovani leggevamo l’American Alpine Journal subivamo una certa soggezione di fronte al rigore autorevole della rivista. Questo articolo buffo che non porta da nessuna parte, nemmeno nelle prossimità della cima del Lantang Lirung, lascia un poco stupiti e disillusi. Scoprire con qualche decennio di ritardo che con il parapendio in montagna ci si può spostare da una valle all’altra pare, come dire, poco innovativo ed applicare questa tecnica all’esplorazione himalayana al tempo degli elicotteri, che ti portano esattamente dove vuoi, pare quantomeno aleatorio, ma simpatico.

Affidare al parapendio le sorti della buona riuscita delle spedizioni in Himalaya, da questo esperimento, pare del tutto catastrofico.

L’articolo lo inseriamo nella categoria curiosità/costume/cazzeggio, tanto per intenderci.

 

 

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