News

Maiali sepolti vivi: bloccati tutti i test

immagine

BOLZANO — Stop all’esperimento sui maiali: gli animalisti hanno vinto. E’ stato bloccato sabato il test internazionale sulle morti da valanga ideato dalla clinica universitaria di Innsbruck, che voleva monitorare la morte di 29 maiali seppellendoli vivi nella neve. Purtroppo, però, una decina di suini aveva già perso la vita.

La notizia dell’agghiacciante esperimento, avviato martedì scorso sulle nevi di Vent, nella valle austriaca dell’Oetztal, aveva scatenato una bufera di polemiche tra animalisti, politici, appassionati e persino soccorritori. Le proteste si sono poi intensificate quando le immagini dei primi maiali uccisi nella neve sono state trasmesse dalla tv austriaca.

Gli scienziati si sono così trovati costretti ad interrompere l’esperimento, "dato che il regolare svolgimento dei test non poteva piu’ essere garantito per le pressioni esterne". Non hanno mancato però di esprimere il proprio rammarico "per la scarsa attenzione riservata alla rilevanza medica e scientifica dell’esperimento", che secondo loro avrebbe portato ad uan diminuzione del tasso di mortalità e al perfezionamento di nuove attrezzature per curare l’ipotermia.

Gli animalisti, nelle loro proteste, avevano però fatto notare come l’esperimento fosse di "stampo ottocentesco" e come i risultati ottenuti sui maiali, animali con struttura epidermica e fisica molto diversa da quella umana, sarebbero stati scarsamente utilizzabili per gli studi sull’ipotermia. L’Austrian Association of Animal Protection aveva alzato i toni, dicendo alla stampa che "gli scienziati avrebbero dovuto seppellire sè stessi e i loro colleghi analizzare i risultati".

Secondo quanto riferito dall’Ansa, l’esperimento coinvolgeva un equipe formata da scienziati provenienti da Austria (Universita’ di Medicina di Innsbruck), Germania (Charite’ Berlin), Norvegia (Universita’ di Tromsoe), Alto Adige (Accademia Europea di Bolzano) e con collaborazioni negli Stati Uniti (Mayo Clinic, Rochester).

Sara Sottocornola

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close