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Italia, paese delle biodiversità (a rischio)
ROMA — L’Italia è uno dei paesi europei più ricchi di biodiversità, ma anche uno di quelli più a rischio di perdere la propria varietà di flora e fauna. E’ quanto emerge dall’ultimo studio effettuato da Legambiente e Wwf.
Secondo la ricerca, l’Italia sarebbe un vero e proprio "hot spot" mondiale per la presenza di speci animali e vegetali diverse. Putroppo però sarebbero almeno 138 le specie minacciate d’estinzione, di cui l’8 per cento appartenente al regno delle piante e il 92 per cento a quello animale.
Determinante nella diminuzione delle biodiversità la perdita di suolo: Oltre 110 chilometri quadrati all’anno, pari a 30 ettari al giorno, 200 metri quadrati al minuto che da ambiente naturale verrebbero, nei modi più svariati, cementificati.
In Italia ci sono circa 57mila specie animali: un terzo di quelle europee. La specie floreali sono 5.600 (la metà di quelle di tuttil il continente). Di queste, il 13,5 per cento sono endemiche. Numeri che dicono una cosa sola: l’Italia è il paese più ricco di biodiversità in Europa.
Eppure molto è già andato perduto. Alla fine dell’Ottocento c’erano 8000 diverse varietà di frutta: oggi ce ne sono poco meno di duemila. E il rischio che alcuni tipi di arance, limoni, mele, pere, ciliegie, mandorle, varietà di angurie e meloni spariscano è molto concreto. Lo stesso vale per gli animali: la tartaruga comune (la caretta caretta), la foca monaca, il muflone, lo stambecco, lo storione, la cernia vanno verso l’estinzione. L’ultima Red list della Iucn (International union for conservation of nature) parla di quasi 17mila specie minacciate su 45mila.
Certo l’Italia non resta a guardare. Il nostro paese si sta muovendo con progetti di ricerca nazionali e internazionali. Il Comitato EvK2Cnr che si occupa di ricerca scientifica in alta quota, per esempio, ha messo in campo da tempo studi sugli ungulati e tahr in Himalaya e sulle ripercussioni sulla popolazione dei felini che li cacciano, primo fra tutti il meraviglioso leopardo delle nevi.
Tornando in Italia, la standardizzazione delle colture agricole, lo sfruttamento intensivo solo di alcune varietà sono alcuni dei problemi sul tavolo. Secondo la Fao, nell’ultimo secolo abbiamo perso il 75 per cento delle colture agricole. Tradotto in soldoni, oggi tre quarti dell’alimentazione mondiale dipende solo da 12 specie vegetali e 5 animali. Frumento, riso e mais forniscono più del 60 per cento delle calorie che consumiamo.
WP