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Frana nell'Hunza Valley: morti e dispersi

ISLAMABAD, Pakistan — Decine fra morti e dispersi, case distrutte, millecinquecento persone sfollate e ventiduemila isolate nei villaggi di montagna più alti. Questo il bilancio della disastrosa frana che nei giorni scorsi ha colpito la valle degli Hunza, in Karakorum. Ma non è finita: l’enorme massa di detriti è finita nel fiume, bloccando il corso e creando una diga artificiale che minaccia la Karakorum Highway e la parte inferiore della valle.

La frana è scesa lunedì scorso dalle montagne della zona di Attabad, vicino a Karimabad, considerata la capitale dell’Hunza Valley, non lontano da Rakaposhi. Ha distrutto almeno 40 case e diverse strade. I detriti sono stati trascinati fino al fiume Hunza, il cui letto è stato completamente invaso: si è creata un’enorme diga artificiale che ora minaccia i villaggi della zona e la celebre Karakorum Highway: il livello dell’acqua saliva, nei giorni scorsi, di circa un metro e mezzo ogni giorno.

Terribile il bilancio delle vittime. Attualmente sono stati recuperati 13 corpi, tra cui 7 bambini e 4 donne. Sette i i dispersi. I feriti si contano a dozzine mentre sono ben millecinquecento le persone che hanno dovuto lasciare le loro case ad Attabad e nei villaggi vicini, perchè l’esteso movimento del terreno ha causato danni strutturali alle case.

Le autorità hanno subito dichiarato lo stato di emergenza e inviato l’esercito con diverse squadre di soccorso ad estrarre dalle macerie i travolti e prestare aiuto ai sopravvissuti. Oggi, a sette giorni dalla frana, sono ancora oltre una decina i dispersi, ma le speranze di trovarli vivi sono ormai ridotte al lumicino.

La situazione per i sopravvissuti è drammatica. Agenzie governative, Aga Khan Foundation, Focus altre Ngo si stanno prodigando per allestire tendopoli e aiutare gli sfollati. La frana ha danneggiato un tratto di due chilometri della Karakoram Highway, nella diramazione che da Gilgit sale verso il confine cinese. Il passo di confine, d’inverno, è comunque chiuso al transito, ma la parte superiore, quella di Gojal, dei villaggi di Passu, Shimshal e tutta l’alta valle Hunza, è completamente isolata. Lassù vivono oltre ventimila persone che ora dipendono da rifornimenti arei per cibo, medicine e altri generi di sopravvivenza. Si parla di sei mesi prima che la strada possa riaprire: quel tratto è anche minacciato di essere inondato dal crescente livello dell’acqua intrappolata nella diga creata dalla frana.

Squadre di ingegneri dell’esercito, del Water and Power Development Authority e della National Highway Authority sono al lavoro per trovare una soluzione. Nel frattempo, le persone che devono spostarsi su e giù per la valle si scambiano i veicoli rimasti bloccati da una parte e dall’altra della frana, che viene attraversata a piedi. Nessun danno ha subito l’altro tratto della Karakorum Highway, quello più conosciuto, che da Gilgit sale verso Skardu e la zona del K2.

"La storia recente non ha mai visto una tale una catastrofe nella valle degli Hunza o nel Gilgit Baltistan" riporta la stampa pakistana. Nella zona sono accorse tutte le autorità locali e politiche della zona, più Nazir Sabir, presidente del club alpino pakistano, che sta coordinando una parte degli aiuti.

Guarda il video della frana

Sara Sottocornola

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