Simone Moro: ciao Tomaz
BERGAMO — "Eravamo seduti assieme solo 5 settimane fa al ristorante italiano "Ciao" a Kathmandu… Mi sembravi più euforico del solito, ma eri sempre il Tomaz Humar che amava salutare stringendo la mano con forza inaspettata per poi sederti e parlare a ruota libera, confidare i tuoi sogni, le tue scoperte i tuoi desideri". Con queste parole, Simone Moro ricorda l’amico Humar, scomparso nei giorni scorsi sulla cima nepalese del Langtang Lirung.
"Con te al campo base c’era l’amico e "cuoco" comune, Jagat Limbu – prosegue l’alpinista nella lettera aperta pubblicata sul suo blog -, ed ero fiducioso di sentire in questi giorni il tuo nome e la storia della tua ennesima evventura, con o senza cima, per mandarti una email e farti una telefonata di congratulazioni. Purtroppo ho sentito il nome "Tomaz Humar" ad inizio della settimana scorsa, dei tuoi problemi e della richiesta di soccorso.
"Ho provato a dare una mano a coloro che sono venuti a prenderti – dice ancora Moro -, raccontando della parete e del versante che mi avevi mostrato, della via nuova e di Jagat. Ho sperato e pregato che anche questa volta ce la facessi e che gli amici accorsi in tuo aiuto ti potessero trovare presto e vivo. Tu però eri già su altre vette, su pareti impossibili per qualunque umano. Noi qua, impotenti ed increduli, a prenderne coscienza, a dire una preghiera, a pensare, a scappare dalle domande che non trovano risposte. Noi qua a vivere come hai fatto tu, la più esaltante, indiscutibile e misteriosa delle avventure: quella dell’esistenza. Ognuno la sua… Ciao Tomaz, ciao".
Foto d’archivio Simone Moro. Related links: http://www.simonemoro.blogspot.com/