Alpinismo

Assalto d’autunno al Manaslu, in 135 attesi al campo base

Sono 135 gli alpinisti che si stanno dirigendo in questi giorni in Nepal alla volta del campo base del Manaslu (8163 m), sicuramente la vetta più gettonata in questa stagione autunnale di alpinismo himalayano. Quelli del Manaslu sono numeri molto alti (per non essere in primavera) se pensiamo che il Dipartimento del Turismo nepalese ha rilasciato in totale, almeno fino ad ora, 168 permessi di scalata per gli alpinisti stranieri. 

Secondo i dati del Dipartimento sono undici le spedizioni che hanno già ottenuto il permesso per il Manaslu mentre le altre hanno il via libera per il Dhaulagiri (8,167 m), Himlung Himal (7,126 m), Saribung (6,328 M), Mustang Himal I (6.195 m) e Danfe Shail (6.103 m).

Tra i più avanti, Carlos Soria, il 78enne spagnolo e la squadra di Seven Summit Treks, che hanno già raggiunto il campo base del Dhaulagiri. Sempre al Dhaulagiri ci sarà anche la spedizione di Davide Gerlero che cercherà di fare la prima discesa in sci assieme a Carlo Alberto Cimenti e Matthias Koenig.

Tra gli italiani, questa volta al Manaslu, troviamo anche il finanziere valdostano Laurent Perruchon, partito il 30 agosto direzione Kathmandu, e l’alpinista lucchese Riccardo Bergamini, che ritenterà l’ottava montagna del mondo dopo dopo averci provato, senza succeso, nel 2014. Nella squadra anche gli alpinisti Alessandro Corazza e Sergio Ziliotto. (Aggiornamento ore 10.30, ndr) Sempre al Manaslu troveremo anche l’alpinista Fabrizio Silvetti, che non si fermerà alla vetta, ma sarà in Nepal anche per il Progetto Damar di Ngima Sherpa, che prevede la ricostruzione di scuole e presidi medici nell’area del Damar in Nepal dopo il terremoto del 2015. In bocca al lupo a tutti!

I grandi numeri dell’alpinismo nepalese questa stagione sono dati anche dal fatto che i cinesi hanno chiuso le proprie montagne non concedendo permessi di scalata per l’autunno. Inizialmente la scelta aveva risparmiato solo il Cho Oyu, poi anch’esso travolto successivamente dal divieto con quella che sembrò a molti una banale scusa. 

Lo stesso Carlos Soria aveva infatti in mente di salire il cinese Shisha Pangma (8.021 m) ma qualche mese fa si è visto rifiutare il permesso e ha dunque dovuto ripiegare sul Dhaulagiri. 

 

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Un commento

  1. Almeno ci faremo più caldo se siamo in tanti ci stringiamo ci sono anche io con Sergio Ziliotto Alessandro Corazza

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