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“Sibillini, riaperture e pericoli” di Stefano Ardito

Testo e foto di Stefano Ardito

La situazione sui Sibillini è cambiata. Nelle prime settimane di luglio, gli escursionisti sono tornati sul sentiero che sale da Forca di Presta verso il rifugio Zilioli e il Vettore, la cima più elevata del gruppo. Molti, dal bivio accanto al rifugio, scendono verso il Lago di Pilato. Anche se il livello delle acque è basso, il bacino e il suo fascino ci sono ancora.   

A cambiare la situazione, dopo nove mesi di chiusura assoluta, è stata la riapertura al traffico della strada che sale da Norcia a Castelluccio. I lavori, iniziati con enorme ritardo, si sono conclusi dopo il termine della fioritura dei Piani, che è il massimo richiamo turistico della zona. Anche i residenti sono stati informati all’ultimo momento.

Il tracciato, restaurato in maniera frettolosa (si poteva iniziare molto prima!) è ancora ingombro di sassi caduti, e ancora inciso da buche. Gli otto tratti a senso unico alternato, regolati da semafori, consigliano di prevedere un tempo ben superiore a quello normale. 

Situazione ancora più strana sulla provinciale di Forca di Presta, e che ha il fondo in condizioni molto migliori dell’altra. Qui le transenne e i cartelli di divieto di accesso, che minacciano multe o l’arresto per chi passa, sono state semplicemente scansate, e auto, camper e moto transitano tranquillamente, che provengano da Montegallo (non da Arquata del Tronto!) o dai Piani. Una situazione all’italiana, senza informazioni certe, che non fa bene a nessuno.  

Un clima ancora più irreale, nei giorni scorsi, si è creato a Castelluccio. Sul piazzale all’ingresso del borgo, tre o quattro botteghe riaperte propongono panini, lenticchie e formaggi. Sono aperti anche due ristoranti, e un affittacamere. L’affollamento di turisti saliti in auto o in moto sembra quello dei tempi normali. Stessa situazione nell’area di sosta del Pian Grande dove partono le gite a cavallo, e dove si fermano spesso anche i camper. 

A pochi passi dalla piazza e dai venditori di panini, una cancellata impedisce l’accesso alla Zona Rossa, il centro storico di Castelluccio che sembra non essere mai stato toccato dopo il sisma. Militari e personale della Protezione Civile e del Soccorso Alpino verificano che nessuno scavalchi. A mancare, fino a oggi, è qualunque tipo di intervento per avviare il recupero e il restauro. 

Norcia, statua e basilica di San Benedetto

Atmosfera operosa e terribile a Norcia, già aperta ai visitatori da mesi, dove si può fare lo struscio accanto alla Basilica di San Benedetto sventrata, ma dove i lavori di recupero del centro sono stati avviati da tempo. E dove molte strutture turistiche (soprattutto ristoranti e negozi) hanno riaperto a qualche centinaio di metri di distanza. Il passaggio dalla chiusura totale, imposta dalla Protezione Civile, a una riapertura con poche informazioni e certezze, soddisfa solo in piccola parte gli abitanti, che possono finalmente guadagnare qualcosa (se le loro strutture sono in piedi) ma gradirebbero, tra i ruderi, vedere dei cantieri in funzione.   

E rischia di essere pericoloso per gli escursionisti, che potrebbero illudersi che non ci siano più rischi, e che si possa andare dovunque. Non è assolutamente così. Come scrivevo qualche settimana fa su questo sito, si possono salire tranquillamente le cime del settore nord-orientale del massiccio, dalla Sibilla alla Priora. Ai loro piedi, da tempo, sono stati riaperti gran parte dei rifugi. 

Sul versante di Castelluccio e dei Piani, la riapertura della strada (o delle strade) permette di salire verso il Lago di Pilato, il Monte Porche e il Vettore. Il Monte Patino e le altre vette affacciate su Norcia sono stati sempre accessibili. 

Altre zone, però, restano ad alto rischio. Nelle scorse settimane le guide alpine delle Marche, su mandato del Parco, hanno percorso i 18 sentieri-natura e i 17 sentieri escursionistici segnati e riconosciuti dall’area protetta. Prima che i risultati diventino ufficiali, bisogna attendere le perizie dei geologi sulle creste e le pareti che sovrastano alcuni percorsi. Ma qualche cosa si può già dire. 

Resterà chiuso a lungo, per la presenza di enormi blocchi in bilico, il sentiero da Frontignano alla Val di Bove. Lo stesso vale per il classico tracciato che attraversa le Gole dell’Infernaccio, ingombro di massi precipitati da centinaia di metri di altezza, e che hanno creato un piccolo lago. Più in alto, verso Capo Tenna, sono gli alberi spezzati dalle valanghe di gennaio a ostruire il passaggio. 

In attesa degli ultimi sopralluoghi e perizie, merita qualche riga il sentiero delle Svolte, che sale da Foce al Lago di Pilato. Un percorso molto frequentato, da sempre esposto alle cadute di pietre, e oggi minacciato da qualche masso in bilico che è stato reso instabile dal sisma. 

Basterebbe un semplice intervento per metterlo in sicurezza o quasi, consentendo alle strutture turistiche di Foce e della vicina Montemonaco di lavorare. Il Parco però, dato che questo percorso non rientra nei 17 itinerari “ufficiali”, qui non ha intenzione di intervenire. 

Gli escursionisti hanno iniziato a salire comunque, dribblando i massi in bilico e arrivando fino alle rive del Lago di Pilato. E’ un’altra situazione all’italiana, pericolosa e assurda, che potrebbe essere risolta facilmente e con poca spesa, dando ossigeno all’economia della zona. Che ne dice la Protezione Civile delle Marche? Cosa pensa di fare il Parco Nazionale dei Sibillini?   

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3 Commenti

  1. In quelle zone, purtroppo , abbondano macerie di roccia o laterizio cotto ancora da sgomberare…che non si sa dove depositare .
    Invece in altre si preleva il medesimo tipo di materiale inerte o simile, per colmare buche , per erigere terrapieni od argini ,per trasformalo in calce o cemento, sbancando i ghiaioni di montagna, in orrende deturpanti cave, o scavando l’alveo di fiumi e torrenti, esempio il Fiume Piave.Qualcuno che abbia una visione del quadro nazionale esiste?

  2. Cosa dice la Potrezzine civile delle Marche? poco importa???? Il parco non vedeva lora di chiudere la frequentazione del territorio. Già aveva messo vincoli e divieti assurdi. I 17 sentieri da loro segnati da tempo mancano di manutenzione….parecchie tabelle verticali sono a terra e si stanno frecidando. Le respnsabilità di eventuali incidenti ricadono sui Sindaci del Comune i quali a loro Volta mettono “Giustamente” divieti. PS: Sono un frequentatore e conoscitore dei M.Sibillini. Attualmente i Pericoli dei sentieri è uguale a quello di prima del Terremoto. “Fatta eccezione per i Sentieri di Forra o di Gole. In Particolare le cosidette SVOLTE il terremoto ha fatto cadere giù tutto quello che era in bilico sopra e quindi è più sicuro di prima. Ci vuole la Volontà di Fare. e non quella di Vietare.

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