Maestri: 80 anni di alpinismo tormentato
KATHMANDU, Nepal — "Se penso alla mia vita tutto sommato è un bilancio positivo. Forse l’unica cosa di cui mi pento e di non aver rifatto da solo la via del 1970 sul Cerro Torre. Le polemiche di Messner? Non raccolgo, sta distruggendo l’alpinismo". Sono questi i pensieri di Cesare Maestri nel giorno del suo 80esimo compleanno. Un’occasione in cui il celebre "ragno delle Dolomiti" ripensa alla sua vita da alpinista e ne rievoca tutte le emozioni, positive e negative.
"Non ho mai arrampicato per gli altri – ha detto Maestri in un’intervista rilasciata a Trentino Mese – l’ho fatto solo perchè era una sfida tra me e la montagna. Vorrei essere ricordato come un uomo che ha fatto grande l’alpinismo".
Il giornalista Alberto Folgheraiter, autore dell’intervista, racconta che Maestri, mentre lo dice, si commuove. Già. Perchè il rischio è che venga ricordato per le polemiche legate alla prima salita del Cerro Torre, compiuta nel 1959 e poi messa in discussione da molti, che ancor oggi gli vorrebbero negare il primato sulla base di altrettanto discusse analisi ex-post.
"Questo mettere in dubbio la mia parola – dice Maestri – è un dolore che mi perseguita da decenni. Cerco di soppravviere".
Per rispondere alle polemiche e dimostrare che poteva aver compiuto quella salita, nel 1970 Maestri tornò a scalare l’Urlo di Pietra, da un’altra via, con Carlo Klaus, Ezio Alimonta, Claudio Baldessarri e Daniele Angeli. Ma ancora non bastò. Quarant’anni dopo, ci sono ancora alpinisti che ripercorrono la via del ’59 cercando tracce della sua salita senza trovarle. E c’è chi ripercorre e analizza la storia della montagna per dimostrare che Maestri lassù non c’è mai arrivato, come ha fatto Reinhold Messner nella sua ultima pubblicazione.
"Non ho più voglia di far polemiche – ha detto Maestri alla rivista Trentino Mese -. Se si mette in dubbio la parola di un alpinista si può mettere i dubbio tutto l’alpinismo. Non si salva nessuno. E non lo dico per me, che lo facciano pure se li rende felici. Lo dico per tutti".
"Messner non c’entra nulla col Cerro Torre – ha detto ancora Maestri in quell’intervista – perchè lo ha visto solo una volta sorvolandolo con l’elicottero e perchè tutte le sue accuse si basano sul sentito dire. Io non ho mai contrabattuto perchè accettando la rissa darei a questo astuto calcolatore una gratuita occasione per continuare a distruggere l’alpinismo al quale lui deve tutto. Tutto quello che è e soprattutto quello che ha".
E’ forse bene ricordare che il Ragno delle Dolomiti è molto più della salita al Torre. Si calcola abbia compiuto circa 3.500 ascensioni di cui oltre mille in solitaria. Le Dolomiti, e non solo, sono costellate di vie che portano il suo nome. Fu il primo alpinista a compiere solitarie sul VI grado, ed il primo a scenderlo, arrampicando, spesso slegato. "Una montagna di emozioni" insomma, che poi dovrebbe essere il titolo del suo nuovo libro, ancora in bozza.
Photo Giulio Malfer courtesy Alpinist.com
Related links:
Cerro Torre 50 anni dopo, Messner riapre la polemica
Ecco l’omaggio di Fabio Vettori