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Cartelli in tedesco: le vostre opinioni

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Updated BERGAMO — "E’ un boomerang. Una vera idiozia, come se in Alto Adige, gli escursionisti fossero solo di lingua tedesca. Io sovente vado nella Pusteria austriaca e ho notato che i veri austriaci non solo stanno imparando l’italiano ma assumono nei negozi personale bilingue". Sono arrabbiati i nostri lettori. E parecchio infastiditi dalla questione della nuova segnaletica sui sentieri altoatesini, scritta solo in tedesco. Alcui di loro, appena tornati dalle vacanze, confermano di aver avuto difficoltà con i cartelli, mentre altri propongono addirittura di boicottare il turismo lassù. Ma non mancano le voci controcorrente.

Sono tante le email che ci stanno arrivando sulla questione dei cartelli segnaletici solo in tedesco installati di recente dall’Alpenverein, a cui abbiamo dedicato l’articolo  Alto Adige: polemica su cartelli in tedesco. Ve le riportiamo in calce, invitandovi a continuare a raccontarci la vostra esperienza e le vostre impressioni.
Vedi anche: E dalla Valgardena appello al bilinguismo .

E tu cosa ne pensi? Mandaci la tua opinione


Sono nato a Trieste. Trieste, da secoli multietnica, già città dell’impero autro-ungarico, si trova a 10 minuti dalla ex Yugoslavia. Un vero triestino ha sempre socializzato con i vicini sloveni e austriaci, questo perchè culturalmente e civilmente siamo molto simili a loro. Quì da noi a da loro la segnaletica è anche bilingua, ma non ci scandalizziamo se in alcune zone è solo monolingua, anzi cerchiamo di imparare cosa significa. Quindi se i veri tedeschi, come sta scritto nell’articolo, cercano di imparare l’italiano, non farebbe male imparare un po’ di tedesco. Porto spesso la famiglia nei paesi germanici e scandinavi e non ci troviamo affatto male! La gente locale capisce subito come sei, se ti comporti bene e se ti fa piacere parlare come loro; dopo saranno loro a chiederti e a voler imparare qualcosa di italiano.
Erich Ferluga, Trieste

Negli anni 60 gli altoatesini consideravano nemici i turisti italiani (ma loro cosa sono: russi?). Poi, quando si resero conto che pecunia non olet, cambiarono atteggiamento. Ora, se la nostra pecunia è tornata a puzzare, evitiamo di contaminarli e andiamo in trentino. Non ha niente da invidiare all’Alto Adige.
Zorro 2010
P.S. Nei comuni di lingua ladina mi risulta che le indicazioni siano trilingue. Questo è sintomatico sulla cultura dell’accoglienza!!!

E’ sicuramente assurdo!! Io da ormai circa 10 anni vado in vacanza nell’Alto Adige e oramai qualche parola di tedesca la recepisco, ma ho anche adottato una tecnica per scombussolare i "cari" amanti della lingua tedesca , quando loro fanno finta di non capire o parlare italiano io gli parlo in dialetto stretto della mia zona (sono dell’alta val camonica) vi assicuro che in un attimo ti chedono in italiano pefetto "cosa dice signore non ho capito".
AlMe

Dopo una vacanza a Bressanone non sono più tornato e difficilmente ci tornerò. Ho visitato diversi posti nel mondo ma di gente così inospitale sinceramente non ne ho mai incontrata.
Giorgio Zamparini

In Alto Adige le due lingue, italiano e tedesco, sono equiparate per legge. Non è assolutamente giusto installare cartelli solo in lingua tedesca, come non sarebbe giusto installare cartelli solo in lingua italiana. Penso che non costa niente tradurre semplici parole come "Alm" (malga) o "Weg" (sentiero), ad esemprio "HUBERALM – MALGA HUBER". Sono contrario a tradurre nomi storici, nati secoli fa; purtroppo Tolomei ha però fatto questo, italianizzando nomi storici: e forse quello che sta facendo ora l’Alpenverein è, nei loro occhi, una piccola rivincita, peccato però che stiano facendo lo stesso errore di allora, commesso da Tolomei: continuando di questo passo, le tensioni tra i due gruppi linguistici non cederanno mai!
Fabian

Se l’Alto Adige è territorio italiano, i cartelli devono essere scritti in italiano. Altrimenti se L’Alto Adige si fa i cavoli propri, la valle d’Aosta i prorpi, la Sicilia i suoi, la amata Italia diventerebbe un gran bordello e visto che lo è già, almeno nel mondo alpino evitiamolo.
Antonio Gomba

Sono il presidente di una Associazione di escursionisti siciliani, la scorsa estate abbiamo fatto i conti con i nuovi (diffusissimi) cartelli in tedesco. Ci è sembrata una forma di scortesia verso le centinaia di migliaia di italiani che ogni anno affollano la Pusteria e che da decenni sono soliti riferirsi con la denominazione introdotta dal bilinguismo a moltissime mete escursionistiche. Anche dal punto di vista della sicurezza è assurdo che pure gli abituali frequentatori di quelle zone debbano cambiare improvvisamente tutti i loro riferimenti toponomastici. Dopo tre stagioni in Alto Adige, abbiamo deciso che sarà bene indirizzare per i prossimi anni il nostro gruppo (una quarantina di escursionisti) verso altre mete meno ottusamente nazionaliste.
Giuseppe Riggio – Associazione ETNAVIVA

Basterebbe fare del veneto un regione a statuto speciale,non avremmo più il bisogno di andare di là, visto che le più belle montagne al mondo sono in veneto…
Lele.cai Mestre

Io penso che i turisti italiani per qualche anno dovrebbero boicottare l’Alto Adige finchè lor signori capissero che il 50% dei turisti sono italiani e che noi paghiamo in euro come gli stranieri perchè se ci fanno arrabbiare gli lasciamo gli alberghi vuoti.
Agostino da Genova

Siamo in Italia o no? Aallora vediamo di schiarirci un po’ le ideee…ma quale bilinguismo! E poi pretendiamo dagli extracomunitari di rispettare le nostre leggi…perche’ nvece non pretendiamo anche che gli Italiai di origine tedesca parlino la nostra lingua?
Luigi

E’ sicuramente scandaloso, ma non è una novità: è da anni che noto che ogni volta alcuni sentieri (anche ferrate) curati dall’AVS sono scritti SOLO in tedesco. Ricordo una ferrata vicino a Mezzocorona (pochi metri al di là del confine provinciale) indicata esclusivament in Tedesco. Si potrebbe obiettare che fintantoche’ il cartello fosse messo di propria iniziativa e a proprie spese (ma è pur sempre in un luogo pubblico dove il bilinguismo è previsto per legge) la cosa è accettabile (per me non lo è) ma se i cartelli sono stati messi con finanziamenti pubblici dell’UE la cosa è ancora più grave.
Paolo

Semplicemente “VERGOGNOSO”!!!
Giancarlo Pisani

Non ci meraviamo, è troppo tempo che questo va avanti. Si sentono indipendenti e padroni di fare come vogliono, non rammentandosi che mangiano dei soldi di Italiani col loro statuto. Stanno portando via i rifugi ex MDE alle Sezioni CAI. Dobbiamo reagire legalmente. O loro si ricordano che hanno la carta di identita Italiana o se ne vadano. QUESTO E’ TERRITORIO ITALIANO e quindi va scritto in Italiano ed in altre lingue straniere per il bene dei turisti.
Remo

Non so cosa dirà il Ministro Maroni ma siccome la Lega Nord propone lo studio del dialetto (addirittura sponsorizza giornali scritti esclusivamente in dialetto e televisioni locali che parlano (orribilmente) in un pseudo lombardo inventato, non credo avrà alcunchè da ridire se in sud tirolo (italiano per mere vicende belliche ma austriaco a tutti gli effetti) i cartelli sono in tedesco…
Bruno Roberti

La mia proposta è quella di togliere tutti i cartelli e far parlare solo la montagna, la natura e il nostro intuito, con l’aiuto di una bella cartina. Questo è un linguaggio che tutti possono imparare….
Alan Sacchin

Salve sono Vittorio e davanti a queste cose mi chiedo il buon senso che fine ha fatto. Non è cosa leggera, chi va in montagna come va il sottoscritto, ben sa la valenza delle indicazioni, quindi spero che per la prossima stagione tutto ritorni alla normalità. Con rispetto saluto
Vittorio

Leggendo le varie opinioni

ne ho riscontrato una che diceva non è vero che se parli italiano nei negozi ti servono dopo,a me è capitato che seduto a tavolino in un bar sul lago di BRAIES dopo avere fatto l’ordinazione ho atteso più di 30 minuti, naturalmente mi sono alzato e andato via senza consumare,altro caso a INSBRUK non mi hanno servito perchè non accettavano soldi ITALIANI.  quindi consiglierei di incidere sui cartelli segnaletici una bella croce uncinata.
Giorgio

Vivo da sempre in Alto Adige. Sono nato in Alto Adige. Da bambini "noi" e "loro". Scuole separate, storie separate, vite separate. Noi e loro separati nella cultura da una scuola che ha le mani legate ed il bavaglio imposti dalla politica. Ho fatto il maestro elementare. L´ho fatto nei paesi di montagna dove i padri dicevano ai figli:"Walsch brauchst du nicht lernen!!" (non c´é bisogno che tu impari l´italiano!) Volevo cambiare le cose. Da solo peró… Cosí oggi il sudtirolese medio di 25-35 anni l´italiano non lo sa e hanno vinto "quelli sopra". E agli italiani, che anche in passato hanno chiesto piú ore di tedesco nelle scuole, é stato risposto da sopra: "Devono bastarvi! Cosí come é per l´italiano che basta a noi!" Non c´é (solo) l´Alpenverenin dietro ai cartelli monolingue: c´é una politica di divisione etnica che da tempo vive e si nutre proprio di questo. E fagocita montagne di denaro con il solito lamento…"ma noi siamo una povera minoranza".
Abile poi il gioco dei vertici della SVP che cambiano opinione a seconda del momento o come gira il vento. Chiedono il voto agli italiani e una settimana dopo sfilano con le truppe (paramilitari a tutti gli effetti) degli Shützen sotto i cartelli che recitano "SÜDTIROL IST NICHT ITALIEN" (il Sud-Tirolo non é Italia). Oppure avvallano l´Alpenverein sulla toponomastica solo in tedesco ma se l´Associazione Turistica provinciale "ringhia" per il brutto ritorno d´immagine, allora, come dicevano Greggio con Iachetti dicono…."sono ragazzi"! La gente comune in linea di massima qui va d´accordo, credetemi! Nel tempo forse stiamo imparando a capirci, a parlarci, non importa in che lingua! Ho amici italiani e tedeschi e parlo le due lingue. I miei figli ed i loro amici saltano da una lingua all´altra senza problemi. É per questo che i "mistilingui", qui, sono visti male! Fuori dagli schemi! Non inquadrabili! Ecco spiegata la strategia di "quelli sopra"! Non cadete nel trucchetto "noi" e "loro" amici. Non é Austria contro Italia. Non é una guerra tra uomini di montagna questa. No. É una battaglia che parte dai "Generali" che ci strapazzano (tutti: Loro e Noi) "da sopra" strumentalizzandoci con questi miseri mezzi e tenendoci divisi secondo l´antico detto latino "divide et impera"! Da Wikipedia: strategia finalizzata al mantenimento di un territorio e/o di una popolazione, dividendo e frammentando il potere dell’opposizione in modo che non possa riunirsi contro un obiettivo comune (combattere l´imbecillitá, dico io) Meditate gente, meditate….
Roberto45

Secondo mè i nomi  dovrebbero essere lasciati com’èrano un tempo prima che il regime fascista li modificasse tradizioni , si chiamano così.
Massimo Faletti

Frequento da anni, dove ho una baita in affitto, il Canton Grigioni in Svizzera, dove si parla il romancio. l’Italia e gli italiani sono da sempre parte del tessuto culturale ed economico di questa parte del paese. Ma non trovo per nulla irritante che l’ottima segnaletica della SAC sia esclusivamente nella lingua indigena. Anzi, mi fa sentire ed amare ancor di più lo spirito e la cultura di questi luoghi. Al contrario, mi infastidisco se trovo indicazioni in inglese (vabbè che il turismo crea benessere per alcuni, ma che c’azzecca l’inglese con la cultura alpina?). Sono d’accordo con molti, gli italiani che si sentono offesi se ne stiano a casa loro. non sono certo questo il tipo di persone delle quali le nostre amate montagne hanno bisogno.
Fabrizio Roncoroni (Casnate – Como)

Certe cose infastidiscono parecchio,  suscitano reazioni anomali, ma soprattutto sono pericolosi.
Sono stato assiduo frequentatore in passato di questi luoghi "unici" e rinunciarci è praticamente impossibile.
Bello sarebbe per un paio di stagioni andare tutti al mare o al limite passare il confine, almeno li i cartelli non scritti in italiano sono leciti.
Marcello Sabatini (socio CAI Valdarno Inferiore " Giacomo Toni")

Il fatto di mettere i cartelli solo in tedesco, è chiaramente politico, è altrettanto evidente che in Italia le indicazioni debbano essere prima di tutto in italiano. Sono stato in vacanza in Carinzia: la maggior parte delle persone nei locali e negozzi parla italiano e le indicazioni sono bilingue, la cortesia delle persone è squisita. La minoranza altoatesina che si comporta in una certa maniera rifletta un po’ e impari.
Diego

Assurde prevaricazioni da parte di una minoranza linguistica e culturale — ben foraggiata tramite i proventi della tassazione di regioni ITALIANE — mi sembra assimilabile all’estemismo islamico che vuole importare usi e tradizioni ignorando ciò che esiste.
Gabriele roth

Che sono i soliti a altezzosi.
Lino

Sono alpinista e socio del Club Alpino Italiano dal 1975, vado spesso in alto Adige per la mia passione e devo dire che in maggioranza io e i mie compagni ci siamo trovati quasi sempre bene trattando con i singoli. C’è tuttavia, è innegabile, una minoranza che discrimina più o meno velatamente gli Italiani. Non mi sarei mai aspettato però che l’Alpenverein ente gemello del Club Alpino Italiano si prestasse a queste cose! Da alpinista mi viene da dire: "vergogna"! Dov’è la fratellanza che accomuna i frequentatori della montagna?? Nella mia lunga carriera alpinistica mi è anche capitato di soccorrere in montagna persone di lingua Tedesca, vuol dire che alla prossima occasione farò finta di non capire.
Renato Donati   

Si lo trovo giusto dal momento che l`Alto Adige era in territorio austriaco,in oltre meno italiani passano in quei luoghi e melglio è per tutti. Parlo per esperienza personale.
(tanti saluti)
Marco Del Zenero

Sono italiano e ho fatto il servizio militare in Alto Adige dove ho imparato che gli accordi del 1948 tra il primo ministro italiano De Gasperi e Il Cancelliere austriaco Gruber  stabilivano il bilinguismo per l’Alto Adige, ovvero il diritto degli altoatesini di lingua tedesca  di leggere qualsiasi documento in tedesco e contemporaneamente lo stesso diritto per gli altoatesini di lingua italiana di leggere i documenti nella loro lingua. Si tratta quindi di diritti, che devono essere rispettati in tutto l’Alto Adige sulle insegne stradali, piuttosto che sui documenti ecc..Pertanto in Alto Adige sono contro la legge i cartelli scritti in una sola delle due lingue.
Rodolfo Giannotti

Vorrei rispondere a tutti gli “italiani” che per la questione dei cartelli vogliono dirottare le loro vacanze in altri posti. Sono ben contento che ciò avvenga, almeno quando vado in vacanza con la mia compagna in quei posti meravigliosi trovo più tranquillità, meno gente arrogante, prepotente, maleducata, incivile…Viva il Suedtirol! Fuori dall’Alto Adige italiani maleducati
Andrea

Sono residente in Provincia di Venezia, per altro indosso una divisa di appartenente alla Polizia Locale, il mio pensiero sui cartelli solo in lingua tedesca é molto semplice che si può tradurre così: Questi fa

tti sono frutto della solita Italietta che ci rende sempre più ridicoli  verso i paesi esteri  e non solo. Diciamo che chi ha avuto questa pessima idea, a mio modesto modo di vedere, brilla sicuramente di scarsa intelligenza e non ha il senso di appartenenza di una nazione che si chiama ITALIA. Mi auguro che effettivamente la Magistratura faccia gli accertamenti del caso, visto che si usano soldi pubblici, quindi di tutti, per attività che hanno poco a vedere con l’intelligenza di molti Alto Adesini che vivono di turismo, i quali spero condividano la mia opinione. Siamo ormai nel terzo millenio cerchiamo di essere persone serie e di cambiare decisamente marcia, altrimenti questo Paese non và da nessuna parte.
Mario Fontanel

Oltre che sdegnato, sono meravigliato dal fatto che un progetto finanziato dalla UE sia di fatto discriminatorio. Io, non potendo fare altro, anche se a malincuore e’ da anni che non vado più in vacanza in Alto Adige, e sottolineo Alto Adige.
Museo Anelli

La cartellonistica solo in lingua tedesca mi sembra un’ottima idea,avrei però aggiunto l’inglese. E’ ora che gli italiani imparino, oltre alla propria lingua, almeno anche l’inglese. Invece l’istruzione scolastica in Italia fa schifo (o quantomeno lo faceva ai miei tempi)! Io ho frequentato 13 anni di scuola (ho il diploma di Geometra) e non ho mai avuto l’inglese come materia, vergognoso!
Andrea (43 anni)-Imperia

Prima di tutto, voglio dire che sono straniero in Italia (di origine francese). Quando vado in montagna, ovunque sia, l’unica cosa che mi importa è che la segnaletica dei sentieri sia identica a quella delle cartine. Avevo piu problemi a communicare con gli abitanti del posto (che sia Italia, Svizzera, Germania, …) che con i toponimi! Non sarei stato capace di pronunciargli in modo coretto, ma la corrispondenza tra cartelli e cartina mi bastava per sapere dove ero e dove andavo! Aggiungerò che i toponimi locali sono una ricchezza ed è un peccato abbandonarle! Vengo di una zona dove i toponimi sono stati "francisati" (abbastanza spesso male), ma dove da qualche anni si ritorna ai toponimi originali! E non ho sentito parlare di turisti persi per questo! Chi non sa leggere una cartina si perderà in qualunque lingua questa sia scritta!
Michel

Non ho potuto fare a meno di notare un’ignoranza dilagante fra molti degli scritti di queste pagine. Continuo a leggere di persone che si lamentano degli ingenti esborsi da parte dello stato per "mantenere" noi viziati e snob Altoatesini, ma sapete di cosa state parlando? Vi siete mai informati su come funziona l’autonomia economica della Provincia di Bolzano? Non credo. Per cominciare l’Alto Adige ha un ritorno di circa l’80% (e non del 130% come qualche buontempone ha dichiarato) delle tasse pagate da NOI ALTOATESINI e non di certo delle tasse pagate da qualcun’altro, la differenza è che vengono gestiti in modo esemplare (nella stragrande maggioranza dei casi) ed è per questo che non abbiamo ospedali fatiscenti, servizi inesistenti e strade invase dall’immondizia (anche se in questo caso conta molto il livello di civilizzazione della popolazione). Vi ricordo che ci sono altre regione a statuto autonomo in Italia e pure con maggiori benefici fiscali (la Sicilia ha un ritorno del 100% delle tasse eppure non mi sembra che versi in stato di agiatezza) ma la miglior gestione è quella nostrana (non per niente è studiata come esempio in tutto il mondo). L’Italia ha solo da imparare. Provate a vedere se nel resto d’Italia trovate un presidente di regione che si fa trovare tutte le mattine nel suo ufficio alle 06.00 disponibile per i comuni cittadini. Non per nulla alle elezioni l’SVP (il partito politico che governa) ha ricevuto un numero molto alto di voti da parte degli elettori di lingua italiana. Come i più saggi hanno fatto notare l’importante in montagna non è il cartello ma la conoscenza preventiva che si ha della zona e comunque se si è inesperti sarebbe il caso di evitare di inerpicarsi in zone rischiose (e sui cartelli non è segnalato il grado di difficoltà, ne in tedesco ne in italiano e neppure in giapponese). Inoltre ho letto alcuni scrivere di razzismo e sciocchezze del genere da parte degli esercenti di lingua tedesca, ne siete così certi? Qualche caso può anche essersi verificato (come succede in tutto il mondo, mi è capitato di essere trattato a pesci in faccia in tutta Italia e all’estero, raramente ma è successo) ma il resto sono solo i soliti luoghi comuni, ma cos’è? li avete trovati tutti voi gli albergatori e/o negozianti maleducati? E poi finitela con la storia che se parli italiano in un negozio ti servono dopo, anche questo succede solo a voi? perché a ma non è MAI successo e io parlo italiano (anche se di madre lingua Ladino) nei negozi. Purtroppo, come al solito, una questione di poco conto viene usata da molti, probabilmente solo invidiosi, per riaprire vecchie e ormai superate polemiche. E, tanto per tornare in tema, anch’io sono per i cartelli bilingui; ma senza polemiche e senza rancori.
Diego, felice di essere un ITALIANO DI MADRE LINGUA LADINA in Alto Adige.

Credo che tutto questo sia molto offensivo soprattutto per gli italiani. Non dimentichiamo che il Trentino è regione autonoma ma questo non vuol dire che possano fare di questa regione un posto a parte e anzi gli Altotesini dovrebbero dimostrarsi riconoscenti per i loro privilegi. Un altro fatto molto simile a questo accade pure nelle gare d’ appalto per i lavori pubblici dove i bandi sono scritti per primo in tedesco e dove alcune leggi regionali e provinciali " blindano" la partecipazione libera. Direi che è ora di finirla altrimenti cominceremo tutti a scrivere i cartelli sulle nostre montagne utilizzando i dialetti del posto….cosa ne pensano i trentini?
AF

Che l’Alto Adige sia terra di tradizioni e cultura tedesca è una cosa ormai non discutibile (non conta che, dopo le guerre, nei trattati di pace, qualcuno, generali e/o politici che non conoscono il territorio, decidano di spostare di chilometri il confine a piacimento), comunque per rispetto dei turisti, effettivamente sarebbe opportuno la doppia lingua. Ma è altrettanto vero che se chiedi a qualche abitante locale notizie e informazioni usando toponimi italiani, questi non sapranno sicuramente di cosa parli, conseguentemente ritengo che gli italiani, come me, quando sono in Alto Adige rispettino anch’essi le tradizioni dei locali e cerchino quindi di adeguarsi a loro ( i tempi del colonialismo sono lontani!)
Francesco Martini

Miei cari tutti buonasera!
Erwin Lanzinger, presidente della Federazione delle associazioni turistiche dell’Alto Adige -. Investiamo tanto per pubblicizzare il turismo in Alto Adige e poi commettiamo un errore come quello dei segnavia solo in tedesco.
Mi trovo perfettamente in sintonia con il Signor Erwin Lanzinger mentre segnalo quanto mi è capitato nel 1967. A quel tempo amoreggiavo con una ragazza di Bonn la quale, (cosa da non credere) era convinta di villeggiare in "Austria".
Io prestavo servizio nell’Arma presso i reparti antiterrorstici della Valle Aurina ecc…
Il conto è servito!
Con i migliori saluti
Sal Messina

 Perchè fare polemiche?  ….sono sordi. Lasciamoli soli, con i loro cartelli in crucco per un anno, andiamo tutti in altri posti (Veneto, Lombardia, Val D’Aosta), poi vedrete che feste ci fanno purchè si torni a spendere gli euri nelle loro zone. Non credo costi così tanto utilizzare le 2 lingue…VERGOGNA!!!
Emilio – Vicenza

Le persone che hanno ideato e realizzato questi cartelli si dovrebbero vergognare.
Mara

Un emailista ha citato il caso della "fascista" Vetta d’Italia. Il nome è stato co

niato nel 1904. Che già a quell’epoca ci fosse stato il regime fascista? (per la storia del toponimo guardare su wikipedia "Vetta d’Italia").
Seingalt

Se posso, aggiungerei questa foto allegata che mostra come i cartelli bilingue siano utili e non modifichino storia e tradizioni. Foto scattata il 13 luglio 2009 in località Carezza/Passo Costalunga.
Marcello Barbieri – Modena

Ho frequentato l’Alto Adige per molto tempo e ancora se posso ci vado. Ho avuto un fidanzato Alto Atesino per più di un anno. Quello che molti Alti Atesini non capiscono è che da noi sono in una regione a statuto speciale e come tale vengono trattati con più onori che oneri, se diventassero il sud dell’Austria … sarebbero appunto "il sud" (per non dire altre espressioni più offensive), territorio trattato come tutti i sud (purtroppo e senza la mia condivisione) dei vari paesi. La storia passata insegna, ma la storia anche si evolve. Dovrebbero iniziare a capirlo. Nelle altre regioni a statuto speciale nessuno pretende che li si capisca se parlano in dialetto. Posti stupendi, varrebbe la pena un pò più di morbidezza delle persone.
Miki

Vi informo che sono stato in vacanza con la mia famiglia, dal 24 al 28/08 a SCHENNA, nei pressi di Merano, ed ho trovato tutti i cartelli indicativi dei sentieri in lingua tedesca. In mio stupore e disappunto sono stati grandi in quanto mi sono sentito cittadino italiano in ferie all’estero, senza contare che in caso di necessità o urgenza ci sarebbero stati problemi per cercare le indicazioni spefiche. Pertanto spero che gli enti preposti siano solerti a provvedere a tale grave mancanza. Se ciò non avvenisse, rivolgero’ il mio sguardo verso altre belle montagne sempre " italiane ". Grazie e saluti.
Albi Nicola
 
Sono reduce da una settimana appena trascorsa tra i meravigliosi monti della Val Gardena e dell’Alta Pusteria: ho notato una certa differenza tra l’accoglienza che ci veniva rivolta nella ladina Val Gardena dove tutti parlavano ottimamente l’italiano e si dimostravano disponibili e genitli, con quella sempre ottima ma più freddina e distaccata della Pusteria. Addirittura appena arrivati nel nostro albergo in Pusteria, tra l’altro un quattro stelle superiore e nel quale moltissimi ospiti erano italiani, direi il 50% circa, la ragazza alla reception ineccepibilmente vestita in abiti tirolesi mi si rivolgeva in tedesco; al mio buongiorno in italiano la ragazza insisteva a parlarmi in tedesco fino ad arrivare a dirmi che lei non parlava italiano!!! Visto la mia espressione stupita e scocciata (siamo in Italia o dove?) ha allora pensato bene di chiamare un’altra addetta che ci ha gentilmente accolto parlandoci in un italiano stentato. Dal momento che l’Alto Adige è territorio italiano, piaccia o no,  ritengo che debba essere doveroso utilizzare il bilinguismo sia per i cartelli escursionistici che per ogni alra indicazione di carattere generale,  fermo restando che se i nomi propri dei luoghi sono in lingua tedesca perchè toponimi nati in tedesco, debbano rimanere espressi nel loro nome originale e non tradotti.                                
Massimo

Sono un Altoatesino di lingua italiana (immigrato…da 9 anni) in Alta Pusteria, riguardo la questione dei cartelli in tedesco non posso che essere quasi totalmente d’accordo con Andreas…se un monte o una cima hanno originariamente nome tedesco, quello deve essere, alcune volte si vedono delle traduzioni veramente "strane"…. Forse quello che deve essere tradotto è HOF in maso o ALM in malga e HUTTE in rifugio…etc etc, ma i nomi devono rimanere tali… E’ anche vero che certi nomi in italiano esistono da tanti anni e svegliarsi adesso è un po’ "strano", sinceramente ha tutta l’aria  di una provocazione (politica)nei confronti degli altoatesini di lingua italiana…non di certo privilegiati quassu’…! Volevo ricordare a chi parlava male dei soldi investiti in Lombardia, che l’Alto Adige  gestisce gli stessi soldi della Lombardia e ha 1/10 degli abitanti…a conti fatti puo’ investire dieci volte tanto per abitante… Non so se mi spiego… Da qui si capisce perchè puo’ permettersi il lusso di rifare la cartellonistica e addirittura dare i soldi al ciitadino affinchè tenga i gerani sui balconi…. Saluti
Roberto

Una ennesima presa di posizione che tende a dividere anzichè unire. E’ chiaro che là dove ci siano nomi di località o cime o sentieri che hanno una orgine tedesca e non siano mai stati (giustamente tradotti, nel senso che non sia mai stato utilizzato un toponimo italiano) è giusto che il cartello riporti il nome in lingua tedesca anche per chi legge in italiano. Ma frequentando l’Alto Adige da 45 anni, so perfettamente che alcune località hanno spesso anche un nome in lingua italiana; non mi interessa se la storia è passata, purtroppo, attraverso l’"italianizzazione fascista" anche dei toponimi, è storia e basta! E dopo questa storia, da ormai diversi anni certi luoghi sono indicati anche con nomi in italiano: perchè ometterli? C’è voglia di tornare indietro nella storia? C’è voglia di distaccarsi, di dividersi tra italiani di lingua italiana o di lingua tedesca? Bella figura in tempi di globalizzazione. Bella figura in tempi di integrazione. Se si tratta di tradurre per rendere più semplice l’indicazione ben venga anche l’inglese o qualche lingua di larga diffucione. E invece in Alto Adige si cancellano le scritte in italiano o si rifanno i cartelli. Grazie mille per l’attenzione e l’accoglienza al turismo anche di lingua italiana! Però credo che non sia il parere di tutti. Alcuni paesi dell’Alto Adige non sono più chiusi come 40 anni fa, ma sono disponibili ed accoglienti verso tutti i turisti e non solo perchè sia economicamente conveniente, ma perchè integrazione, solidarietà e fraternità sono valori che diversi uomini ritengono ancora inalienabili.
Marcello Barbieri (Modena)

Mi piace molto l’Alto Adige e anche quest’anno sono stata una settimana in vacanza a Merano, però – come spesso sento che accade – ho avuto problemi perchè non parlo tedesco. Non dappertutto, per la verità, ma in albergo e in qualche negozio ti trattano male se solo ti sentono dire "buongiorno". Per me resta un mistero, perchè anche loro lassù si ricordano di essere una regione d’ Italia quando incassano da Roma il 130% delle tasse che pagano… Sono più cordiali con i turisti stranieri perfino gli austriaci. O forse sono solo più furbi? W l’Italia, tutta bella e tutta da vedere, purtroppo in via di "scivilizzazione"
Fiammetta

Sono un romano amante delle montagne e, ogni anno, trascorro una quindicina di giorni in una splendida localita’ della Valtellina che si chiama Valmasino, dove ho le mie radici e la casa dei miei nonni. Lì tutti i sentieri e la cartellonistica e’ in lingua italiana, perche’ l’italiano e’ la lingua che accomuna tutti i valligiani (residenti, villeggianti, originari) anche se tra i residenti e’ il dialetto a prevalere. In merito alla questione della cartellonistica alpina in Alto Adige o Sud Tirolo, comparsa esclusivamente nella lingua teutonica, ritengo che un po’ di lungimiranza avrebbe voluto che la stessa fosse stata redatta anche in lingua italiana e ladina: le lingue che, per l’appunto, accomunano tutti gli altoatesini (residenti, villeggianti, originari). Mi sarebbe piaciuto cioe’, pur nel rispetto delle diverse tradizioni, in un’europa del XXI secolo che sempre piu’ va integrandosi, che l’Alto Adige – Sud Tirolo,
fosse da ponte tra la cultura tedesca e quella italiana un po’ come la Val D’Aosta lo e’ tra quest’ultima e  quella francese. Un ponte, appunto, che unisca le due sponde, non le divida. Mi piacerebbe cioe’ che l’Alto Adige – Sud Tirolo facesse tesoro delle qualita’ dell’una e dell’altra cultura: la precisione teutonica e la genialita’ italiana, il senso civico dell’una e l’accoglienza dell’altra, ecc.., senza invece chiudersi a riccio. Ecco, questa chiusura a riccio, a mio parere, e’ un’occasione sprecata. Ma forse io che non sono altoatesino non lo capisco.  
Roberto da Roma

E’ una pura idiozia che non serve a niente…come del resto non serve più l’autonomia alle province di trento e bolzano che usano gli ingenti incentivi degli italiani. Ormai l’Europa è unita, la moneta è unica, non vedo motivo per continuare a elargire soldi a palate a poche province fortunate, dove altre meno fortunate devo "campare" con i pochi soldi regionali.. è pura ingiustizia, non deve esistere montagna di serie A e montagna di serie B. Le trovate dei cartelli in tedesco sono un classico esempio di sperpero di denaro. OK al bilinguismo INGLESE – ITALIANO e basta! In fondo (purtroppo serve specificarlo) ci si trova in ITALIA! Buon lavoro
Matteo

Pessima iniziativa che sconvolge tutto il lavoro fatto negli anni, dal CAI e dal Soccorso Alpino, utilizzando i nomi in italiano di sentieri e luoghi ora solo menzionati ed indicati con dicitura teutonica. Volendo pensare al peggio, la provincia autonoma di Bolzano, oops scusate: Bozen, potrebbe anche ritrovarsi a subire delle azioni penali promosse da escursionisti che potrebbero arrivare a rivendicare dei risarcimenti in quanto, la subdola contraffazione dei cartelli indicatori, potrebbe aver arrecato loro danni e pene tali da produrre notevoli ritardi nelle tabelle di marcia delle escursioni se non addirittura delle situazioni di pericolo per la loro propria incolumità. Speriamo in bene.
Enrico

I cartelli devono essere scritti prima di tutto in italiano.
Mirco

Penso che la storia e la cultura di una regione vada rispettata al di là della geografia politica. L’Alto Adige non esiste. La provincia di Bozen (Bolzano) si chiama "Südtirol", i monti ed i luoghi hanno da secoli un nome tedesco, che è stato anche italianizzato con traduzioni assurde, quindi penso che sia giusto ritornare a chiamare questi monti e questi luoghi con il vero nome originale. In Valle d’ Aosta è successa la stessa cosa, però nessuno ha fatto tutto questo casino e queste polemiche. Il problema della sicurezza come qualcuno sostiene, è una bella bufala, perchè se fosse vero, come faranno mai a non perdersi tutti quegli alpinisti che vanno in Himalaya o in Patagonia? Non mi sembra che sia stato italianizzato il Cerro Torre o il Cho Oyu…….eppure…….!! Lasciamo queste polemiche ai politici o ai perdi tempo che tanto neanche ci vanno in montagna.
Sandro

I cartelli in sola lingua tedesca sono semplicemente uno spreco di denaro pubblico (tra l’altro in parte italiano) e quindi un’autogol dei "locals" infatti: 1) se si ritiene che i cartelli servano ad "agevolare" il turismo di massa: meglio che siano in + lingue (si raggiungono piu’ utenti); 2) se si ritiene che i cartelli servano per "aumentare la sicurezza": è un’idiozia (chi si muove in montagna sa che si può fidare solo della propria preparazione topografica della zona e i nomi possono chiaramente essere incomprensibili ma sempre riconoscibili sulle mappe); 3)se si ritiene di doverli scrivere solo in tedesco: vuol dire che te ne freghi dei turisti di lingua diversa (piuttosto "indelicato").
Non serve mettere cartelli per indicare sentieri se non a scopo "commerciale" (esempio : rifugio x……baita y……..polenta e formaggio a mt 600…..) quindi: peggio per loro. Avranno uno scarso "ritorno" di immagine!!
Sandro

Assurdo! Va bene il bilinguismo, ma solo in tedesco è troppo!
Alberto

Salve, ho letto alcune opinioni dei vostri lettori riguardo i cartelli in tedesco. Sono d’accordo anch’io che é giusto scriverli in 2 lingue visto che é una regione di confine, anche se penso che i veri alpinisti non avranno difficoltá a trovare i sentieri visto che se vanno in Svizzera o in Austria per magia sanno leggere anche i cartelli in tedesco… come detto solo i veri alpinisti non si perdono sui sentieri…  Ho letto delle opinioni allucinanti del tipo che gli altoatesini sono solo dei tamocchi e solo bravi a succhiare i soldi… ma scusate siete forse gelosi che in Alto Adige funziona tutto bene? Che le tasse vengano investite come si deve? Gli altoatesini sono gente che sa darsi da fare, che sanno come investire le tasse. Basta guardare le infrastrutture pubbliche. Non come i nostri in Lombardia… con gli ospedali in rovina. Io vorrei vivere volentieri in Alto Adige, mi piacciono le loro tradizioni, il loro essere "tedesco" e regolare. Infatti ogni anno vado lì varie volte e mi trovo benissimo. E poi siamo sinceri… chi raggira le tasse ecc.?? Sicuramente non i "tamocchi", troppo fiscali e precisini. Un’altra cosa, imparare bene la storia… le generazioni di nonni che vivono ancora oggi in Alto Adige sono state austriache, non ha senso andare indietro di centinaia di anni. Comunque basta. Sono stufa di leggere sempre le solite offese. Ci vantiamo tutti dell’Unione Europea, di essere così moderni e aperti a lingue e tradizioni diverse e intanto si vede come ogni uno pensa in modo restrittivo e forse anche ignorante. E poi mi sembra che i razzisti da ambo le parti non abbiano imparato niente dalla seconda Guerra Mondiale.
Ciao da Milano – Maria

Definirei alquanto pietosi il 90% dei contributi inseriti dai lettori di montagna.tv a proposito dei cartelli in Alto Adige. Ebbene da altoatesino vi dico: i nomi dei posti indicati sui cartelli si sono sempre chiamati tali, ancor prima che il Duce arrivasse in Alto Adige ad italianizzare a suon di manganellate i 4 "tamocchi" altoatesini. I nomi dei posti, come d’altronde i nomi di persone sono qualcosa di personale e non vedo perché debbano essere per forza tradotti. Io per esempio mi chiamo Andreas, sono italiano, ma non per questo voglio essere chiamato Andrea. Per lo stesso motivo non vedo perchè il Glockenkarkopf che per i contadini del posto si é sempre chiamato tale, debba essere tradotto in Vetta D’Italia! La traduzione forzata é sinonimo di arroganza e mancanza di rispetto, nonché scarsa conoscienza della storia!
Andreas da Bolzano

Ho letto l’articolo di Christian. I Ladini dove li metti?
Bastl

Non sputino nel piatto che li ha arricchiti…e i soldi (ben spesi) che fanno dell’Alto Adige una delle regioni piu belle del mondo sono italiani non austriaci.
G.A.

Queste cose succedono perche gli altoatesini non si trovano nessuno davanti che li ostacolano e se ne approfittano. Sono anche riusciti a condizionare la gente sulla locazione geografica delle Dolomiti che si trovano principalmente in Veneto nel bellunese e ma i bellunesi non riescono a usarle turisticamente appunto perchè ci troviamo davanti a province autonome.
Luis

Ho letto alcuni commenti, alcuni a dir poco allucinanti… La cartellonistica in solo italiano è lecita in quanto siamo sul territorio italiano (qualcuno faceva notare che su molti sentieri gli stranieri trovano solo indicazioni in italiano), ove possibile, per vicinanza al confine è utile avere cartellonistica bilingue, ma occorre che le indicazioni nella lingua del paese in cui si è ci sia SEMPRE. La mia esperienza in molti anni di frequentazioni delle dolomiti mi ha portato molto spesso a incontrare persone gentili e

disponibili a chiarire anche in Italiano alcune informazioni non ben specificate; ma altrettanti maleducati che al solo sentire che si parla italiano, cercano di parlare rigorosamente in tedesco, per metterti in difficoltà. Probabilmente sono la minoranza, ma ci sono e incontrarli non è piacevole. Super favorevole alle segnalazioni bilingue.
Bigio

Sarebbe meglio che gli iataliani stessero un po¹ zitti. Il commento di Antonio di Pinto è puntuale! Dai "tüdesc" c¹è molto da imparare!
Roberto (Switzerland)   

Un clamoroso autogoal (usando un termine calcistico). Sono un appassionato amante della montagna e molto spesso l’Alto Adige è la mia meta preferita per escursioni e arrampicate. Non conosco il tedesco e non vorrei mai trovarmi nella situazione di rimanere incerto di fronte a un cartello in solo tedesco… dovrò munirmi di cartina (in Italiano) , bussola e altimetro per essere autonomo? O forse fare un corso accelerato di tedesco?  Spero proprio di no. Questa Alpenverein chieda scusa a tutti quegli Italiani che, nonostante tutto, continuano a frequentare le belle montagne … ITALIANE …. dell’alto Adige. Spero che sia imposto a questa associazione di ripristinare  la segnaletica bilingue, mettendo prima l’italiano e dopo il tedesco! Grazie
Paolo Zamboni – Verona

I cartelli monolingui recentemente apposti dall’Alpenverein sono senza dubbio un potenziale problema di sicurezza per tutti gli escursionisti. Più in generale però la toponomastica bi e trilingue in Alto Adige é un tema di particolare interesse per gli italiani (ed i ladini) autoctoni, di cui faccio parte. In Alto Adige il 26% circa della popolazione è di madrelingua italiana, il 4% di madrelingua ladina,  il restante 70% di madrelingua tedesca. Gli italiani che oggigiorno vivono in Alto Adige non hanno certamente alcuna colpa per quanto accaduto nel passato, in particolare durante il ventennio fascista, allorquando il regime sottopose la popolazione di lingua tedesca ad angherie e violenze tristemente note. Ciò nonostante da oltre quattro generazioni gli italiani nati e cresciuti in Alto Adige hanno imparato a conoscere la terra nella quale vivono (descritta in tedesco dalla parola "Heimat") utilizzando toponimi italiani ormai entrati nell’uso comune, a prescindere dalla loro origine più o meno discutibile. Identificare con la propria lingua i luoghi nei quali si vive è un requisito imprescindibile per sentirsi parte di una terra (la "Heimat" appunto). L’arroganza con cui l’Alpenverein ha "cancellato" la cultura e la lingua italiana dalle montagne dell’Alto Adige va quindi oltre il semplice escursionismo e la sicurezza in montagna. Essa smaschera infatti il disegno politico di "germanizzazione" dell’Alto Adige, dato che addirittura nelle valli ladine molti toponimi ladini sono scomparsi dalla segnaletica dei sentieri, nella quale trionfa ovviamente la lingua di Goethe. Un intento di pulizia linguistica che mira (o mirava) a negare il diritto elementare dei sudtirolesi italiani (e ladini) ad identificare i luoghi della propria terra con i nomi tramandati dai propri avi.
Michele

Trascorro sulle montagne altoatesine almeno 4/5 weekend all’anno e ho sempre elogiato la cortesia degli operatori turistici nonché l’eccellente rapporto qualità/prezzo di strutture e servizi. Vorrei pensare che in primis chi vive anche grazie al turismo italiano si adoperi affinché venga ripristinata la segnaletica adeguata. Non sostengo a priori l’imprescindibile necessità della segnaletica bilingue, ma l’aver modificato una situazione da tempo esistente e consolidata, ai miei occhi denota la volontà di esternare una forma di non gradimento nei confronti del turista italiano. Seppur a malincuore, è mia ferma intenzione assecondare la volontà di chi si è adoperato in tal senso, nella speranza che albergatori, ristoratori, commercianti, ecc. facciano sentire la loro voce. Nel frattempo mi dedicherò all’esplorazione delle splendide dolomiti friulane, delle Alpi Giulie slovene, delle Marittime e di tutte quelle località che finora ho relegato in secondo piano a causa della mia affezione all’Alto Adige.
Massimo Nember

Solo due parole:" SIAMO in ITALIA "ed in primis tale deve essere la lingua il resto se proprio vogliamo come sulle guide turistiche INGLESE FRANCESE e tedesco…P.S.(ma cosa vogliono questi altoatesini mica è sua la montagna….)
Ermanno

La cosa che mi da piu fastidio cque di quello che ho letto in questo forum e’ purtroppo la solita ignoranza di certa gente che scrive opinioni senza neppure conoscere la storia dell’alto adige percio mi spiace avere espresso una mia opinione in un forum come questo….mai piu scrivero qualcosa….e quelli che sanno solo scrivere che noi spilliamo i soldi dalle loro tasse e altre cavolate come queste ….si guardino la prossima volta di andarsi a fare le vacanze al trove e di farsi un po di cultura di storia dei posti dove vogliono andare in vacanza……Es seit wircklich di richtigne wolschen von SENTA

La questione è in realtà ben altra e chi ha per primo portato alla luce questa notizia lo sa benissimo. In sé per sé, restando al livello di base, è risolvibile perchè in Alto Adige, anche se la maggioranza della popolazione è di madrelingua tedesca, e ciò porta a pensare che sia giusto che i cartelli siano in tedesco, c’è una buona parte dei turisti italiani che frequentano la provincia di Bolzano e in particolare le sue stupende montagne. Quindi basterebbe posizionare cartelli bilingue dove ad oggi mancano e tutti sarebbero contenti. Non credo però sia poi così difficile per un italiano capire che alm significa malga o che spitze significhi cima, soprattutto se magari l’ italiano in questione frequenta la zona da qualche tempo. I cartelli bilingue perciò sono una comodità che fa piacere se trovata, però questa problematica, come dicevo, sembra montata, in particolar modo da chi cerca ancora di rivendicare a oltranza l’italianità di quei territori. Il problema quindi passa da facilmente risolvibile a complesso, perchè non si parla più di cartelli, ma di una rivendicazione culturale. Non ci piove sul fatto che l’AltoAdige faccia parte dello Stato italiano, ma chiariamolo fin da subito, non è italiano. Non si può pensare che un territorio che fino alla Prima Guerra Mondiale è stato sotto il dominio e l’influenza dell’Impero Austroungarico e che per qualche millennio ha avuto fortissimi legami e contatti con la cultura dei popoli del Nord Europa, faccia sua in ottanta anni la cultura di un popolo mediterraneo come il nostro, soprattutto se per i primi venti anni è stato maltrattatto e sottomesso. Quindi che abbiano le loro libertà come le hanno i catalani, senza che queste libertà minino la stabilità dello Stato italiano e non mi sembra che ora come ora, siccome, ritornando al problema di base, stiamo parlando di cartelli per gli escursionisti, stia accadendo questo. Riassumendo, direi che per una questione che si poteva risolvere con un po’ di buon senso da parte delle autorità preposte, si è invece sollevato, per opera si qualcuno, un polverone che non giova sicuramente ai rapporti tra la comunità di lingua tedesca e italiana, in nome della solita pretesa per cui chi vive sul territorio nazionale deve avere la cultura di chi vive sugli stessi territori da molti e molti più anni.
Riccardo

Scusate, ma qualcuno di noi scalando in Francia o Austria, pretende che i cartelli siano scritti in lingua italiana? I nomi delle montagne e dei paesaggi del Sud-Tirolo hanno purtroppo origine tedesche, anche se la burocrazia nei anni 30-40 ha cercato di tradurli. Credo che qualcuno su questo
forum si comporta ancora come ai tempi del colonialismo. Direi: “ basta con le polemiche, godiamoci l´ambiente e le montagne”.
Andrea

Ma perchè non chiedono di far parte dell’Austria? Ah già dimenticavo non ce li vogliono!
Alberto

Dopo diverse vacanze trascorse in quella terra meravigliosa che e’ l’alto adige, e dopo diverse esperienze negative riguardo al "trattamento" avuto da parte dei locali appena intuivano che ero italiano, da due anni vado sulle montagne della Slovenia, paesaggi fantastici, gente SEMPRE ospitale, economica e non eccessivamente esclusiva come sulle dolomiti.
Saluti

Quando si è in Ticino i cartelli sono in italiano, in Uri in tedesco, e sul lago di Ginevra in francese: che scandalo ci sarebbe in Sud Tirolo / Alto Adige per i cartelli in tedesco ? non ci abitano e vivono per lo più persone di lingua tedesca ? Anche in Ticino vivono tanti svizzeri tedeschi… Ma non ho mai sentito lagnanze sulle indicazioni “capanna x” invece che “capanna / hutte x” !
Sarebbe ora che si superasse il concetto colonialistico / bellico di 80 anni fa e si prendesse coscienza che in Alto Adige vive oltre il’90% di italiani di lingua tedesca (come in Ticino abita il 90% di svizzeri di lingua italiana) e che anche la toponomastica è giusto che sia nella lingua locale. I cartelli biligue vanno bene nelle città, e sulle strade di forte percorrenza, dove la presenza di italiani madrelingua è più frequente, quanto al resto … nomi di ristoranti, ecc. ecc. che siano pure nella lingua della gente che ci abita: sarà il mercato che indicherà se la scelta è opportuna o no! Quando si va a Zermatt, se non si capisce il cartello che mi indica il sentiero per il Matterhorn … allora è meglio stare a casa o andare al mare (in Italia). Cordiali saluti
Giorgio Galvani

Senza nulla togliere all’identità e alle tradizioni degli altoatesini ritengo sconsiderato segnalare "in lingua" dei percorsi frequentati da un turismo (purtroppo) ormai "di massa". Se togliessimo alla regione Alto Adige la facoltà di usufruire di finanziamenti così elevati come quelli erogati per lo statuto speciale, forse determinati politici si guarderebbero bene di inventare e/o creare dissapori con il popolo dei "turisti".
Mauro

Da una parte il rispetto della tradizione, di nomi spesso artificialmente tradotti in tempi passati. D’altra parte il semplice buon senso: certi nomi tradizionali non sono neppure in lingua tedesca “comune”, ma derivano da espressioni strettamente locali. Cosa costa tenere le due versioni? Pochi chilometri in linea d’aria piu’ ad Ovest si trova convivenza di nomi in reto-romancio e lingua locale comune, sia essa il tedesco o l’italiano. Pure nelle Province di Bolzano e Trento il reto-romancio convive in certe valli con il tedesco e/o l’italiano. E allora se e dove necessario venga pure il trilinguismo! Le montagne ci ricordano l’evoluzione in milioni di anni delle rocce, il relativamente recente passaggio su di esse dei ghiacci, e su tutto si innesta la storia millenaria degli uomini: nulla di questo si puo’, ne’ si deve distruggere. Il plurilinguismo insegna a tutti che le montagne hanno visto le migrazioni, piu’ o meno spontanee, di popoli, come pure il loro isolamento in nicchie in particolari condizioni climatiche; da questo sono pure nate lingue ibride, da difendere, ma senza imporle a chi non le puo’ capire. Importante e’ tenere corrispondenza nella toponomastica e nelle indicazioni con le carte ufficialmente e/o di fatto d’uso comune; altrimenti, oltre a confusione, si creano situazioni di pericolo. La propria storia e cultura si difendono attivamente, cioe’ promovendone la conoscenza e lo sviluppo, cosa che i Sudtirolesi sanno fare splendidamente, nell’ambito di un’autonomia che, difficile a trovarsi in altri Paesi, rende vero onore all’Italia; non annullando artificialmente le tracce di chi la storia ha portato vicino. Spero, non solo nella provincia di Bolzano, il buon senso prevalga.
Alberto Tonolli

Credo possa essere una soluzione logica quella delle indicazioni in ambedue le lingue ma sicuramente quella Italiana deve essere presente senza ombra di dubbio. Saluti
Gianluca

Nelle mie frequenti escursioni in  Val Aurina, Val Casies, Pusteria etc. ho sempre notato che la cartellonistica ed i sentieri sono molto curati e ben tenuti, rispetto ad altri comprensori montani. I cartelli sono tutti di legno, uniformi sul territorio ed esteticamente molto ben inseriti nell’ambiente alpino. Per fare un esempio, mai mi è capitato di imbattermi in  tabelle di ferro  di colore giallo o bianco, naturalmente  arrugginite e prese di mira con la fionda, come invece ho visto altrove.
Sono stato recentemente sulla Riepen Spitze (Val Casies) m 2774  da dove si domina un panorama fantastico e sul quale è stato posto un piano con tutti i riferimenti per riconoscere le montagne che si vedono all’orizzonte (la medesima  cosa è presente sul Corno di Fana, sopra Dobbiaco). Nelle cime delle Dolomiti Venete ho sempre ed unicamente  la Croce ed il contenitore con il libro di vetta.
Per raggiungere la cima del Riepen Spitze dallo Schwartz See (lago nero !) il sentiero è perfettamentre segnato ed è impossibile perderlo. Inoltre, nelle mie escursioni in giugno e settembre  non ho visto mai una carta di caramella abbandonata per terra .Il 19 luglio u.s., invece, ho notato 4 sacchetti della spesa  zeppi di  spazzatura ed abbandonati sul ciglio ben curato della strada statale che porta  a S.Maddalena in val Casies. (unitamente ad un porte enfant rotto). Lo stesso giorno ho incontrato tantissimi  italiani molto soddisfatti e contenti di essere in un posto incredibilmente bello,  pulito e curato  come non esiste in altre regioni italiane ( basta leggere i commenti sui libri di vetta) , con tanti alberghi e pubblici esercizi di primissima qualità e gestiti da gente laboriosa onesta e corretta, pur con una non sempre sufficiente conoscenza dell’italiano. L’idea che quelle spazzature potessero essere state abbandonate dai miei connazionali  mi ha fatto  pò vergognare. Anche perchè ricordo che in una nostra vacanza in Puglia  (a Peschici) , lungo le strade ed anche in prossimità del mare io e le mie due figlie piccoline giocavamo alle  scommesse per vedere chi  per primo fosse riuscito  a comporre un bagno completo. Alla fine abbiamo trovato anche il  pezzo mancante (il bidé)  abbandonato sui bordi della strada. Allora ho evidenziato il mio  disappunto ai responsabili del locale Ufficio Turistico i quali mi hanno risposto che capivano,  ma che nulla si poteva  fare per evitare uno scempio del genere.
In conclusione, magari avremo culture diverse,  ma se i nostri connazionali che scelgono l’Alto Adige si imbattono  solo in cartelli scritti in tedesco, magari realizzano  che non siamo proprio tutti uguali e riflettono sul significato di " educazione ambientale", oltre che  sulla convenienza ad essere più rispettosi del bene comune. Si tenga poi conto che chi pretende di fare alpinismo non può essere uno sprovveduto e comunque è preventivamente tenuto ad informarsi sulla lunghezza, difficoltà, dislivello, topografia, numeri dei sentireri  etc.  dell’escursione che intende compiere (altrimenti  è davvero meglio che rinunci onde  evitare  di mettere a repentaglio  la vita altrui).
L’alpinista, escursionista e/o gitante italiano non dovrà quindi compiere uno sforzo mentale eccessivo per scoprire che Alm significa Malga e che quella cima che da sempre è co

nosciuta come  "Riepen Spitze", solamente  grazie alla italianizzazione voluta  durante il deprecato ventennio ora si chiama  in italiano  "monte Ripa". Ma poi, scusate, quando parliamo di situazioni pericolose dovute ai cartelli mono lingue a chi ci riferiamo ai turisti o agli alpinisti? Io davvero non credo che il problema esista  e le lamentazioni  sollevate  mi appaiono ridicole e  pretestuose.
Che dire di tutti gli austriaci, tedeschi, inglesi, americani, giapponesi, spagnoli che girano le Dolomiti venete (es. Dolomiti ampezzane) e trovano solo indicazioni in italiano!!!
Antonio Di Pinto di Cortina d’Ampezzo

Per quanto riguarda i sacchi di immondizia in Val Casies posso spiegare un po’ di cose. La raccolta dell’immondizia viene effettuata un giorno la settimana dove nei punti di raccolta si porta l’umido in appositi bidoni e l’immondizia nei sacchi. Chi come me ha casa in quel bellissimo posto e ci va il fine settimana, può fare solo in due modi per l’immondizia, portarla al centro raccolta con una suddivisione quasi impossibile da farsi oppure portarsela a casa. Da notare i primi bidoni lungo la strada Dobbiaco Passo cimabanche, sono tutti pieni.
Non ci sono cassonetti lungo le strade e, alcuni maleducati, la lasciano nei punti di raccolta i loro sacchi fino a quando non li raccolgono.
Alessandro

Sono italiani solo quando pare a loro quelli.
Giulio

Ho avuto la fortuna di visitare molte montagne in paesi diversi. In effetti durante le mie visite in Alto Adige ho sempre riscontrato atteggiamenti mediamente meno ospitali che in altri luoghi. Un caso emblemetico mi è successo diversi anni fa in Val Passiria. Entro in un bar: inizialmente servizio e gentilezza inappuntabili che si sono tramutati ben presto in atteggiamenti di carattere opposto al momento in cui ho chiesto un caffè in italiano. Questi cittadini "italiani" dovrebbero una volta per tutte rendersi conto che vivono in una condizione di privilegio grazie agli enormi contributi statali ed esenzioni varie di cui sono beneficiari. Personalmente ho a malincuore abbandonato questa stupenda terra per rivolgermi ad altri territori (la stragrande maggioranza) in cui l’ospitalità è legge indipendentemente dall’accento o dalla lingua parlata.
Danilo

Questa è l’occasione giusta per non andare più in Alto Adige, grazie al cielo esistono bei posti e belle montagne anche altrove.
Renato Deila

Sono un amante della montagna in tutti i suoi aspetti. Ho 32 anni e vivo la montagna in tutte le stagioni, cerco di goderne ogni aspetto rispettandola E lasciandola li’, senza alcun segno del mio passaggio.
Chi si proclama estremo conoscitore della montagna, quali gli altoatesini, dovrebbe conoscere una regola basilare e cioe’ che la montagna e’ di tutti. Nella tessera Cai sono riportate poche righe ma molto chiare per esprimere questo concetto. Il pensiero di Guido Rey, malato della montagna e, guarda caso, in special modo delle Dolomiti. Mi addolora vedere ancora questo "clima" razzista. Ho conosciuto albergatori che si vantano di non aver mai ospitato italiani nella loro struttura, fino a pochi anni fa. L’Alto Adige e’ Italia, ed e’ fatto d’obbligo mantenere almeno il bilinguismo.
E’ anche vero che in certe occasioni, mi vergogno di essere italiano. Perché in montagna, ce ne sono tanti di noi che si comportano in modo ridicolo e irrispettoso nei confronti della natura. Ad ogni modo porgo la mia solidarietà in questa "battaglia" e che i cartelli tornino bilingue!
Vittorio Genesio

Vorrei andare controcorrente: pienamente d’accordo che la questione dei cartelli è un grande errore e va rimediato al più presto pero’ ricordiamoci che quelle zone del grande Tirolo parte d’Italia lo sono diventata solo dopo una guerra e per imposizione a gente che non lo è mai stata per lingua cultura e tradizioni…
Marco

Io penso sia una cosa giustissima, siamo in Italia è vero, ma in Sud Tirolo la popolazione parla tedesco perchè ha radici tedesche, e penso sia ignoranza da parte nostra non adeguarci ai loro nomi, alle loro usanze. Ci sono precise ragioni storiche, e le dobbiamo accettare. E’ come se in Valtellina mettessero la toponomastica in napoletano perchè ci sono turisti napoletani. Bisogna ricordarsi che l’italiano è una lingua imposta da quelle parti, non naturale. Prendiamo la Svizzera, nei cantoni di lingua tedesca i nomi sono in tedesco, nella zona di poschiavo sono in italiano.
Antonio

Penso sia assurdo proprio perchè una gran parte del turismo è italiano, in aggiunta potrebbe essere veramente pericoloso in caso di condizioni meteorologiche avverse. Bisogna correre ai ripari prima che qualcuno si faccia male…
Gianni Grilli

E’ da quando sono piccola che frequento le montagne dell’Alto Adige con un’assiduità anche molto alta (3/4 volte l’anno) considerando che sono di Roma, quindi credo di conoscerle abbastanza bene, e sono veramente indignata per quello che è stato fatto. Gli altoatesini, una parte almeno, purtroppo in questa e in altre occasioni, dimostrano di avere una mentalità molto ristretta e individualista e non meritano nella maniera più assoluta molte sovvenzioni che per la loro stessa natura devono essere indirizzate a tutti i frequentatori della montagna, dal siciliano al lombardo.
Concordo pienamente con il fatto che ci deve essere una corrispondenza tra segnali e cartine per evitare il pericolo di imbattersi in sentieri diversi da quelli che si volevano intraprendere e il conseguente rischio di perdere l’orientamento e perdersi, cosa che mi pare succeda già di continuo nonostante i segnali in italiano (figuriamoci con quelli in tedesco)!
Esmeralda

In Alto Adige sono italiani, ma sappiamo tutti che se un turista parla italiano viene dopo quello che parla tedesco; sono dei posti magnifici ma possiamo fare a meno di andarci. Andiamo in Lombardia o in Veneto dove gli operatori sono più gentili con noi italiani.
Fabio Zaniboni

Lasciamoli soli, non andiamo più in Alto Adige, ci sono altre montagne e quando vengono da noi smettiamola di stendere tappeti.
Mainini Pietro

E’ un boomerang. Una vera idiozia, come se in Alto Adige, gli escursionisti fossero solo di lingua tedesca. Io sovente vado nella Pusteria  Austriaca (a far la spesa e fare il pieno di benzina) e ho notato che i veri austriaci non solo stanno imparando l’italiano ma assumono nei negozi personale bilingue.
Gianni Milani

Purtroppo è vero, siamo appena tornati dall’alto adige ed effettivamente sono poche le indicazioni in italiano…..comunque la disponibilità e la gentilezza delle persone del posto nei confronti dei turisti è singolare.
Gigliola

Penso che l’intenzione di chi ha disposto la scrittura dei cartelli sia quella di scoraggiare i trekker di lingua italiana dalla frequentazione dei sentieri. Del resto in Alto Adige e Sud Tirolo sono la stessa cosa solo sulle cartine geografiche. Che dire? Credo sia l’ennesima dimostrazione di un popolo che vorrebbe avere una identità diversa da quella che gli è stata assegnata, è triste ma penso che che per la maggior parte di loro sia la verità.
Stefano da Saronno

Come Italiano penso che sia brutto sentirsi stranieri in casa propria: capisco e sostengo la volontà di mantenere vive le tradizioni, gli usi e la lingua specifiche delle varie località ma dobbiamo capire che siamo tutti Italiani in un’unica nazione dove almeno la lingua ufficiale dovrebbe essere il punto d’incontro di tutte le culture.
Una volta, in un rifugio sopra il paese di Solda, in Alto Adige, ho sentito la gestrice rivolgersi in malo modo a dei turisti italiani che chiedevano dell’acqua per le borra

cce dicendo “…voi italiani…” come se lei non si sentisse tale! Certamente era un momento di affollamento e di caos di persone però, chiedendo la stessa cosa in francese e spacciandomi per straniero, sono stato servito subito senza problemi…
Non è stato bello e non tornerò lì o almeno non lo consiglierò.
Roberto da Cuneo

Dico che è l’ora che gli altoatesini si diano una regolata. L’Alto Adige è italiano e le scritte della segnalatica sia dei sentieri che stradali  devono essere prima di tutto in Italiano.
Leonardo Gorini

I cartelli sono solo un piccolo indizio della malcelata insofferenza che i "tamocchi" nutrono nei riguardi dell’Italia (per non dire degli italiani). E dire che questi nababbi, perchè  questo è il loro tenore di vita, avrebbero poco da gioire a passare sotto l’Austria, sicuramente non avrebbero a disposizione tutto quel denaro che l’Italia continua a concedere loro senza più alcun giustificato motivo.
Questa volta però al governo ci sono An e la Lega, che con priorità e strategie pur differenziate si fanno portavoci della minoranza italiana.
Sono proprio curioso di vedere come andrà a finire…
Andrea – Verona

Penso che chi non si sente Italiano è libero di andare via dal nostro paese, nessuno lo costringe a restare, ma se sceglie di continuare a vivere nel territorio dello Stato Italiano è tenuto a rispettare la nostra Costituzione ed in primis gli Italiani che vivono o villeggiano nell’Alto Adige, e parlare la lingua italiana sempre, non che ci si deve presentare ogni volta che si incontra un alto atesino, per invitarlo a parlare in italiano.
Un’ultima cosa, non dimenticate che i nostri nonni hanno lottato rimettendoci la vita, per far tornare a noi quello che era nostro, e se potessero ascoltare e/o vedere, che chi vive li non si ritiene Italiano e che fa in modo di rendere straniero anche il territorio, non so come potrebbero reagire, forse con la loro espulsione dallo Stato?
Questa mail non vuole essere nulla di offensivo, per nessuno, ma solo un invito a vivere nel rispetto di tutti.
Alex

Ritengo opportune le lamentele a riguardo di questi cartelli. Frequentando da anni la Val Pusteria e quest’anno anche la Val Venosta (Vallelunga), sottolineo che i cartelli riportanti solo nomi in lingua tedesca sono la maggioranza.
bye Marco

Beh, non è una novità che i nostri amici "teutonici" siano bravi a succhiare soldi a tradimento dalle nostre tasse e dal nostro lavoro per farsi gli affaracci loro. Ormai dobbiamo sopportarli con il loro nazionalismo da quattro soldi (quelli che gli elargiamo sono molti di più).
Gianpaolo

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8 Commenti

  1. Vergognoso che si permetta che in Italia le indicazioni siano solo in tedesco. Ma la classe politica cosa fa??? Sudditanza assurda e colpevole.

  2. Premetto che non sono tirolese, vivo e lavoro in Alto Adige e parlo un buon tedesco. Vorrei chiedere a tutti gli italiani che qui leggono, cosa avreste fatto voi se un giorno qualcuno vi avesse detto: da domani non ti chiamerai più Marco, ma Markus, da domani non vivrai più a Vipiteno ma a Sterzing, da domani parlerai solo il tedesco e del tedesco avrai bisogno per andare a lavoro, a scuola, all’ospedale…e sappiate che il patto Hitler Mussolini ha creato situazioni ben peggiori del solo cambio di lingua. Mussolini diceva: “quando l’etnia non va d’accordo con la geografia è l’etnia che deve muoversi…” Ecco questo in Alto Adige non è successo, chi c’era prima è rimasto o è rientrato dopo la “Option”…voi cosa avreste fatto?

  3. Chiunque sia stato in Alto Adige (che ADORO) si sarà accorto che lì conoscono meglio il tedesco dell’italiano. E quindi? Quindi forse, a mio avviso, è sbagliato “costringerli” ad essere italiani quando non lo sono in realtà.

  4. ma se andate sempre in vacanza in Sud Tirolo, perchè mai, per cortesia verso persone che hanno una madrelingua diversa dalla vostra e sono a casa loro, non vi sforzate di imparare quelle venti parole e tre o quattro frasi in tedesco per salutare, ringraziare, chiedere se parlano italiano, dire che non sapete il tedesco? Chissà, magari scoprireste che sono gentili e che sanno sorridere anche loro.

    1. In alto adige la lingua italiana la sanno benissimo.
      Il fatto che preferiscono e gli è più comodo parlare in tedesco.
      PS: al di là di questo, mettere i cartelli con 2 lingue + magari anche l’inglese nel caso ci sia da indicare divieti, pericoli ecc… è sinonimo di civiltà. Tutto qui.
      Saluti

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