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La Società Alpinisti Tridentini non molla: mountain bike bannate dai sentieri per escursionisti

La questione dell’apertura dei sentieri di montagna agli appassionati di mountain-bike torna a far discutere.

In occasione dell’ assemblea annuale della Società degli alpinisti tridentini (S.A.T.) la polemica si è riaccesa: i presenti hanno ribadito la loro contrarietà portando come motivazioni la sicurezza degli escursionisti, lo sostenibilità ambientale e la conservazione dei percorsi in quota.

Se ne è parlato soprattutto vista la possibilità di permettere ai ciclisti di percorrere i sentieri del parco Adamello Brenta, in Val di Sole, per rilanciare  l’economia e il turismo della zona. Discutendo di questo caso specifico e in generale dell’utilizzo dei sentieri in quota poi si fatto esplicito riferimento anche ai mezzi che sfruttano una batteria elettrica per garantire una pedalata assistita con cui avventurarsi, secondo la S.A.T., su sentieri al di fuori delle proprie possibilità.

Così si è espresso il presidente Claudio Bassetti: “Registriamo una forte pressione per quanto riguarda la possibilità di percorrere con le biciclette percorsi di ogni tipo, in relazione ad un domanda crescente da parte degli appassionati. Noi siamo disposti a ragionare assieme a cosa si può fare, e mettiamo a disposizione di un uso promiscuo alcuni tratti dei sentieri che abbiamo in gestione e che curiamo per conto di tutti. Ma ciò è possibile solo laddove viene garantita la sicurezza di chi li percorre a piede, la sostenibilità dell’ambiente e la tenuta del fondo. I rischio è che i conflitti si incentivino e vi siano incidenti, e questo per noi è inaccettabile: la rete sentieristica è nata per chi la percorre a piede, mentre vi sono centinaia di chilometri di mulattiere e strade forestale adatte anche alle bici”.

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