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Da Polenza e la Piramide misteriosa…

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BERGAMO – Frequenti viaggi in Nepal, verso la Piramide. E assidui incontri romani, ma stavolta la politica sembra non c’entrare. Sono – attenzione – uomini di cinema e di televisione. La domanda è d’obbligo. Che la “Piramide” stia per diventare un film?

 
Certo la storia del laboratorio scientifico più alto del mondo non manca di fascino.
La cornice delle cime Himalayane più importanti: Everest, Lothse, Cho Oyu. Degli uomini, gli sherpa, più rappresentativi della cultura, della religione e della spiritualità himalayana. E poi la Piramide, costruita a oltre cinquemila metri di quota. Un “cristallo della scienza”, incastonato tra i ghiacciai del Khumbu e Lobuche.
Un’immagine idilliaca, infranta dall’aspra realtà dell’alta quota. Il gelo implacabile, le tempeste di neve e le raffiche di vento a 150 km orari non rendono la vita facile a chi lì ci lavora.
Ma la vita, al suo interno, non cessa mai. I ricercatori, protetti dal guscio di vetro e alluminio, da ormai 15 anni la frequentano. E le storie da raccontare su questo periodo sono molte. Dai drammatici salvataggi di alpinisti e trekkers fino al “vento anomalo” che si porta via il tetto del “lodge” adiacente che ospita i ricercatori.
Con queste premesse, il successo sarebbe assicurato. Se davvero a bollire in pentola fosse un film – ma sembra ormai certo – sarebbe l’ennesima dimostrazione che questo bergamasco ne sa una più del diavolo.
 
Sara Sottocornola
 

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