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Bivacchi-resort, Cai attacca: “Sono strutture d’emergenza”

Pare proprio che, tra i turisti, qualcuno abbia preso fischi per fiaschi e abbia “villeggiato” nei bivacchi di Agordo: questa la denuncia di Giorgio Fontanive, giornalista e socio Cai, che nella scorsa assemblea ha segnalato la tendenza di molti ad accamparsi in quelle che sono, in realtà, strutture di emergenza; si parla del Bedin, del Reali, del Cozzolino, del Biasin, del Brunner, del Ghedini-Moiazza e del Tomè.

Un fatto che, oltre a suscitare indignazione, costituisce un potenziale disagio per chi avesse davvero bisogno di ripararsi nel bivacco; sono state numerose le liti tra escursionisti in cerca di un rifugio per la notte e turisti “in vacanza”.

“Invito le amministrazioni comunali” ha detto Fontanive “a rinnovare l’ordinanza affinché i bivacchi siano utilizzati per lo scopo per cui sono preposti. È inaccettabile che chi va in montagna rischi di trovarsi senza un ricovero”.

Un altro punto fondamentale è la manutenzione dei suddetti bivacchi, che ogni anno necessitano nuovi interventi strutturali per far fronte ai danni dell’umidità, senza dimenticare i sentieri per raggiungerli, che rappresentano una delle maggiori attività dei volontari del Cai.

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