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L’ombra del doping cala sullo sci di fondo giovanile

La procura nazionale ha effettuato dei controlli sugli atleti italiani delle squadre giovanili e ieri il Coni ha diffuso la comunicazione che Eleonora Prigol è stata trovata positiva al doping al termine dei Campionati Italiani Individuali Aspiranti/Juniores, svoltasi a Passo Cereda il 26 febbraio scorso.

Nella nota del Coni si legge “La Prima Sezione del Tribunale nazionale antidoping in accoglimento dell’istanza di sospensione cautelare proposta dalla procura nazionale antidoping, ha provveduto a sospendere in via cautelare l’atleta Eleonora Prigol (tesserata Fisi) riscontrata positiva alla sostanza eritropoietina ricombinante a seguito di un controllo disposto da Nado Italia (l’organizzazione nazionale antidoping, derivazione della Agenzia Mondiale Antidoping) ”.

Classe 1997, di Feltre, la giovane atleta, tesserata per il centro sportivo dei Carabinieri, in quell’occasione aveva ottenuto solo una settima posizione. Il fatto che lascia più sconcertati, però, è il tipo di sostanza riscontrato, l’eritropoietina, comunemente conosciuta con il termine “epo”: farmaco utilizzato per curare le anemie in pazienti con patologie renali o del sangue e utilizzato nello sport per aumentare l’apporto di ossigeno. I rischi sono numerosi, uno su tutti l’aumento della viscosità del sangue che può portare ai trombi. Ciononostante questa pratica è molto diffusa nel ciclismo e nello sci di fondo come anche in tutti quegli sport che richiedono una grande resistenza. Ne hanno fatto uso atleti famosi come il ciclista Lance Armstrong, il fondista Johan Muehlegg o il marciatore Alex Schwazer. Spesso è stato riscontrato anche nelle gare giovanili e questo è il fatto che dà molto a cui pensare: a certe età lo sport dovrebbe essere scandito dalla passione, dal divertimento, dal desiderio di competizione leale e per stare bene.

In ogni caso, a questo punto, si aspettano le controanalisi e le eventuali giustificazioni, prima che venga pronunciato il verdetto definitivo.

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