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Maurizio Lutzenberger sulla sicurezza in montagna: “Rinunciare è un atto di coraggio!”

MILANO — Una sala gremita di gente ha accolto gli ospiti della speciale serata organizzata da Milano Montagna presso l’Unicredit Pavillon di Milano dal titolo “Di neve e di ghiaccio. Safe ski, safe climb”: la vincitrice della coppa del mondo di arrampicata su ghiaccio Angelika Rainer e il “freerider del millennio” Dominique Perret hanno raccontato le loro eccezionali imprese che li ha portati ai vertici mondiali delle rispettive discipline. Presenti anche il trailrunner Marco Zanchi e le guide alpine Uberto Piloni e Maurizio Lutzenberger, che ha parlato a lungo delle regole per la sicurezza in montagna.

Regole, certo. Consigli detti e ripetuti che, però, spesso non vengono seguiti con attenzione da chi si appresta a vivere un’avventura sulla neve (il tempo medio di lettura del bollettino neve è di 11 secondi), e che comunque non garantiscono che non possa succedere niente di grave. “Il rischio non dipende dalle nostre capacità”, apre così il suo discorso Maurizio Lutzenberger. “E’ a rischio il principiante come l’esperto che, anche se conosce bene la sua materia, non deve mai dimenticare le regole di base per muoversi il più possibile in sicurezza”.

Innanzitutto, mai fidarsi della propria percezione, in quanto questa è soggettiva quando invece le regole sono oggettive, cioè prendono in considerazioni variabili valide per tutti. Valutare sempre la pendenza della discesa (a seconda del livello di rischio c’è una pendenza da non superare, perchè il pericolo aumenta) e le situazioni tipiche di pericolo secondo i 4 modelli ben descritti nella piattaforma interattiva basata sul web per divulgare le nozioni base sulle valanghe e pianificare le escursioni sulla neve denominata «White Risk», ideata da Stephan Harvey, collaboratore dell’Istituto Federale per lo Studio della Neve e delle Valanghe SLF, e dalla svizzera Suva.

Riassumendo, quando c’è neve nuova, verificare quanta ce n’è e stare molto attenti soprattutto nei primi tre giorni, valutare l’età degli accumuli e fare particolare attenzione nei primi due giorni, in presenza di neve “bagnata”, tipica della primavera, partire presto e tornare presto, perché il grado di pericolo varia durante la giornata, e infine valutare la situazione di neve vecchia, la più pericoosa e presente soprattutto all’inizio dell’inverno, quando esistono strati deboli permanenti in profondità. E poi, ancora, percorrere i pendii uno alla volta, mantenere sempre un ateggiamento “difensivo” con vento forte e scarsa visibilità, e ricordare che la percezione è sempre selettiva e soggettiva: in sostanza, vediamo solo quello che vogliamo vedere, per cui se la voglia di buttarsi nella neve ci assale nella prima giornata bella dopo un periodo di condizioni avverse, tenderemo sicuramente a non valutare correttamente il pericolo spinti dal desiderio di trascorrere una fantastica giornata… per fare per primi la prima traccia, a qualunque costo!

Fodamentale, sempre, avere con sé gli strumenti di sicurezza, ma anche saperli utilizzare ed essere preparati all’emergenza: noi, prima ancora dei soccorsi, possiamo salvare i nostri amici.

Last but not least, ricorda ancora Maurizio Lutzenberger, saper rinunciare. Perché una bella giornata sulla neve si può trasformare in poco tempo nella peggior giornata della propria vita. “La rinuncia è un atto di coraggio!”.

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2 Commenti

  1. Un fattore di pericolo e’ …la conformazione del gruppo .Se c’e’ un capo indiscutibile esperto…allora si obbedisce e si rinuncia.Se invece si e’ compagnoni ,ci sono le ragazze, clima di baldoria…allora si innescano dinamiche che spingono ad andare oltre…a proseguire tra sfotto’ ai timidi.

  2. ben detto albert! il capo ci vuole! e le donne accasa se ne stiano! o al massimo che vadano tra di loro. Ma fuori portata di vista. ma va là…

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