Alpinismo

Quintero concatena i 4000 delle Ande

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QUITO, Ecuador — Le trentacinque cime di 4000, 5000 e 6000 metri dell’Ecuador scalate nel giro di 60 giorni. Questa l’impresa dell’alpinista ecuadoregno Santiago Quintero, che nei giorni scorsi ha concluso con successo la spedizione Xtreme Andes, la "gemella" andina dell’impresa ideata da Berhault sui quattromila delle Alpi.

Quintero, che tra pochi mesi tenterà la scalata del K2, ha chiuso il suo concatenamento sul Chimborazo, vulcano di 6.310 metri che fino al 1800 era considerato da molti la montagna più alta del mondo.

Partito il 18 gennaio dal vulcano Guagua Pichincha, ha salito tutte le cime oltre i quattromila metri delle Ande ecuadoregne, totalizzando 40mila metri di dislivello positivo e 12mila chilometri di avvicinamento. Un’impresa che costituisce un ottimo allenamento per il K2, ma scelta dall’alpinista soprattutto per il suo valore intrinseco.

"In questo viaggio ho scoperto un altro Ecuador – racconta Quintero -. Ho superato ostacoli di ogni tipo: ambientali, fisici, psicologici. Ho conosciuto molte persone, ricevuto da loro grande aiuto, raccolto le lezioni di vita che mi hanno reso una persona migliore".

Dal punto di vista tecnico, Quintero racconta che non è stata una passeggiata. "Alcune montagne come il Cerro Hermoso o l’Achipungo sono facili – dice l’alpinista – si salgono con un trekking, magari lungo 3-4 giorni. Altre comportano scalate su roccia e ghiaccio fino al quinto grado, come El Altar o il Quispicacha. Sui cinquemila e i seimila, poi, bisogna calcolare la quota".

Una curiosità sul Chimborazo: oggi la scienza ha dimostrato che la sua cima non è più alta del mondo in termini di prominenza dalla superficie terrestre, ma è sicuramente il punto più lontano dal centro della Terra, a causa dello schiacciamento dei poli e del rigonfiamento terrestre all’Equatore, linea su cui sorge il Chimborazo. Qualche misura? La cima dell’Everest dista dal centro della terra 6.382 chilometri, mentre quella del vulcano andino 6.384.

Sara Sottocornola

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