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A dieci anni dalla strage del Cermis

TRENTO — E’ stata una delle vicende più brutte di sempre, sulle montagne. Ricorre oggi il decimo anniversario della strage del Cermis, in Val di Fiemme. Il 3 febbraio 1998, alle 15.13, un aereo da guerra americano in volo d’addestramento tranciò il cavo della funivia, facendola precipitare nel vuoto per ottanta metri. Morirono 20 persone.

E’ una funivia "maledetta" quella del Cermis. Realizzata nel 1967, nel gruppo dei Lagorai (comune di Cavalese). Prima del drammatico episodio del ’98 era stata già teatro di un’altra tragedia. Era il 9 Marzo 1976, quando la cabina, con 43 persone a bordo, tra cui 15 bambini, cadde per la rottura della fune, in località Maso Teta, proprio nello stesso punto in cui avverà la tragedia successiva.

Nel 1998, ricorderete, un aereo militare americano Grumman EA-6B Prowler, pilotato dal capitano Richard J. Ashby, era decollato dalla base aerea di Aviano. Durante quel volo, il pilota si era divertito a fare il "cowboy del cielo" con i suoi colleghi, sfiorando le montagne, passando a bassa quota nelle vallate, fino al momento fatale.

Durante un volo radente a velocità folle, il pilota Usa non ha visto il cavo della funivia e lo ha tranciato di netto con gli alettoni del suo jet. In una cabina delle funivia c’erano in quel momento 19 persone più un manovratore. In pochi interminabili secondi sono caduti nel vuoto, schiantandosi al suolo.

Tra le 20 vittime c’erano tre morti italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un’olandese. La tragedia entrava immediatamente al centro di aspre polemiche. Al centro del contendere il senso e le modalita’ della presenza delle forze militari americane in Europa.

Si parlò di una "bravata" da parte dei quattro membri dell’equipaggio. Una bravata costata la vita a 20 persone. Tuttavia i militari la fecero franca – nel senso che non finirono nelle nostre carceri – in base agli accordi dell’Alleanza Atlantica che impedirono un processo in Italia, traferendolo alla Corte militare di Camp Lejeune, nella Carolina del Nord.

Il tribunale militare accertò che le mappe di bordo non segnalavano i cavi della funivia. Ma anche che il velivolo stava volando piu’ velocemente e ad un’altitudine molto piu’ bassa del consentito.

Nel marzo del 1999 la giuria assolse il capitano Ashby, provocando l’indignazione dell’opinione pubblica italiana ed europea. I due militari, però, furono riconosciuti colpevoli di intralcio alla giustizia per aver distrutto un nastro video registrato durante il volo nel giorno della tragedia. Entrambi furono degradati e rimossi dal servizio. Il pilota, inoltre, fu condannato a sei mesi di detenzione, ma rilasciato dopo quattro mesi e mezzo per buona condotta.

 

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