Storia dell'alpinismo

Annapurna 1950: misteri svelati (1)

immagine genericaLe sue memorie avrebbero dovuto essere pubblicate nel 1956. Quando finalmente si sarebbe sciolta la cortina di ferro che per cinque anni costrinse al silenzio i membri della spedizione francese che nel 1950 conquistò la vetta dell’Annapurna, il primo ottomila della storia ad essere calcato dall’uomo. Ma Louis Lachenal, forse il vero leader di quella salita, morì in un crepaccio della Vallèe Blanche nel 1955. E le sue memorie finirono nelle mani di qualcuno che le pubblicò debitamente censurate e riaggiustate. Così Maurice Herzog, che con lui salì in vetta, venne riconosciuto come l’unico, vero protagonista di quel successo e divenne un eroe nazionale. La verità venne a galla solo cinquant’anni dopo.

L’alpinismo non è alpinismo senza un po’ di polemica. La cosa sorprendente, però, è come certe storie si ripetano nel tempo. Come le versioni non combacino mai, come certi segreti vengano svelati a distanza di decenni. Ebbene, in Francia, c’è una storia che sembra far da specchio, per certi versi, a quella di Walter Bonatti nella prima salita italiana del K2.

E’ quella di Louis Lachenal, guida alpina, uno degli alpinisti più promettenti di Francia. A 28 anni, salì con Maurice Herzog gli 8.091 metri dell’Annapurna, senza ossigeno. Era il 1950 e quella fu la prima scalata dell’uomo oltre gli ottomila metri. Ma per i protagonisti, fu soprattutto un incubo.

In vetta, Herzog perse i guanti e scendendo, con la mente annebbiata, si dimenticò di riparare le mani. Lui e Lachenal tornarono alla tenda stremati e con gravi congelamenti. Gaston Rébuffat e Lionel Terray, saliti al campo V, hanno affrontato con loro la discesa, durante la quale una valanga spazzò via le loro scarpe e i materiali. Dopo giorni, arrivarono al campo base tutti in condizioni terrificanti e il medico fu costretto a praticare delle amputazioni sul posto.

Lachenal, quando in salita la quota si faceva sentire, ha sempre mantenuto lucidità. Non ha mai abbandonato Herzog nella sua assoluta ricerca della vetta, lo ha seguito e guidato anche in discesa, quando allo stremo delle forze, lo portò fuori dalla tempesta. Dai congelamenti guarì solo dopo 3 anni di calvario e 14 operazioni ai piedi ed ai talloni, mutilati per i congelamenti. Ma riuscì a riprendere il lavoro di guida e maestro di sci.

Poche persone in Francia, però, sanno chi è Lachenal. Mentre tutti sanno chi è Herzog, capo di quella spedizione, che tornò raccontandola l’impresa eccezionale e la “spedizione perfetta” che dava gloria ed onore della Francia. Lo stesso Herzog, sulla scia della notorietà e con grande abilità politica, diventò poi Segretario di Stato per la gioventù e dello sport dal 1958 al 1966, nonchè sindaco di Chamonix.

Il suo libro “Annapurna, il primo 8000”, scritto subito dopo la spedizione, venne tradotto in quaranta lingue e vendette 11 milioni di copie: è a tutt’oggi il best seller del settore montagna. Riletto oggi, però, appare come un documento assolutamente di parte, dove per esempio nella prefazione, Herzog viene descritto con venerazione, mentre non c’è una parola su Lachenal.

Nessuno, però, sollevò critiche fino al 2000, quando vennero a galla i veri diari di Lachenal, la cui storia è davvero da film giallo…. ve la raccontiamo nella prossima puntata!

 

Annapurna 1950: misteri svelati – seconda puntata

Annapurna 1950: la gallery

 

Sara Sottocornola

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Annapurna, la prima salita di un ottomila
http://www.editionsguerin.com/news_fr_17.html

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