Alpinismo

Karl Unterkircher nominato Cavaliere della Repubblica

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BOLZANO — Con la sua semplicità imperturbabile, si è presentato dal vice-prefetto di Bolzano per ritirare "solo un’onorificenza". Ma il celebre alpinista gardenese ha ottenuto ieri uno dei più alti riconoscimenti della Repubblica italiana, "in considerazione delle sue benemerenze".

Benemerenze dai nomi alti-sonanti, come Everest, K2 e Mount Genyen. Le due montagne più alte della terra scalate nel 2004 a soli due mesi di distanza l’una dall’altra. E il Mount Genyen, colosso cinese di 6.240 metri, scalato la primavera scorsa realizzando la prima assoluta sulla parete Nord. Tutto in stile alpino e senza l’utilizzo di ossigeno.
 
Senza contare la sua attività alpinistica più "ordinaria", primis sulle Dolomiti di casa, e il suo ruolo di presidente dell’Aiut Alpin Dolomites e membro del gruppo Catores.
 
Il diploma di Cavaliere è stato firmato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e concesso su proposta del presidente del Consiglio, Romano Prodi. Dopodichè consegnato ad Unterkircher dal vice prefetto di Bolzano, Maria Serena Pompili.
 
Unterkircher si è detto "onorato di aver ricevuto la nomina di cavaliere ma soprattutto di appartenere ad un Paese come l’Italia". Ora, per lui, alpinismo ed esplorazione non sono solo un sogno, una ragione di vita, ma anche un dovere morale per la patria.
 
Che probabilmente non farà fatica ad onorare. La sua mente, si dice, è già affollata di grandi progetti, in parte segreti, in parte no. Come il ritorno sul Jasemba insieme a Kammerlander, per concludere la via in cui ha perso la vita l’amico comune Luis Brugger in uno sfortunato incidente la primavera scorsa.
 
 Sara Sottocornola
 
Nell’immagine: Karl Unterkircher, ritratto insieme a Giorgio Gajer (vicedirettore della Fiera di Bolzano), mostra l’onorificenza (ingrandita qui sotto).
 
 
 

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