Alpinismo

A volte le intemperie rendono più intenso il gusto della nostra escursione

La parola “maltempo” ha un significato fin troppo chiaro. Eppure le nuvole, la pioggia, perfino un po’ di nevischio sono buoni ingredienti per una giornata speciale. Da affrontare con attenzione, com’è giusto

L’umore è nero e le nuvole anche.

Il gruppo si prepara a rilento. Mettersi in cammino con la pioggia è sempre faticoso.

Eppure bastano pochi minuti per riconciliarci con un meteo diverso, abituarsi all’idea che oggi incontreremo qualcosa di nuovo.

Finalmente la costosa giacca impermeabile che indossiamo trova modo d’essere impiegata al meglio.

Se ci pensiamo, le rare uscite completamente bagnate che ci concediamo contribuiscono a fissare i ricordi, anche se al momento può capitare d’essere insofferenti alla nebbia e all’umidità che ci avvolge.

A volte le intemperie rendono più intenso il gusto della nostra escursione, anche se ne ostacolano l’ordinario sviluppo.

Secondo il programma dovremmo raggiungere la fronte del ghiacciaio, ma foschia e nuvole presto ne oscurano la vista. Delusione? Oppure un’occasione per riappacificarsi con la montagna in bianco e nero, lontana dalla necessità compulsiva d’essere mostrata, con giornate “top” e “sensazionali”, condite con immagini ricordo con cielo blu esagerato e acque turchesi, (virate all’eccesso in postproduzione).

Procediamo in fila, con la vista orientata in basso dai cappucci avvolgenti, ascoltiamo il ticchettio della pioggia e il suo profumo che si associa ai diversi terreni attraversati, alle rocce e alle piante. 

Si fissano nella memoria, arrivano dritti al naso ancor prima che alla vista. Così siamo grado di riconoscere all’istante le rocce calcaree o granitiche che ci circondano, le pinete aromatiche o le pasture d’alta quota che bordano il sentiero.

Dopo un po’ ci accorgiamo che lasciarsi bagnare un po’ può essere persino divertente, soprattutto per i bambini.

In fondo esporsi volontariamente al “mal tempo” ci aiuta a conoscerlo, a prepararsi all’arrivo sovente inaspettato di nuvole e grandine.

Prendiamo quota e la pioggia si va trasformando in neve bagnata, con un buon ritmo e passo restiamo caldi anche se ormai zuppi, abbiamo un completo di ricambio tenuto asciutto nello zaino.

Arriviamo alla capanna intirizziti, il rifugio riacquista all’istante la sua funzione originaria: dar riparo e calore agli escursionisti e alpinisti.

Scompaiono il ristorante con menù à la carte, l’aperitivo con ghiaccio e i souvenir, ritorna l’essenziale e confortevole ricovero che prende le distanze dal fondovalle, un luogo caldo e sicuro, dove un semplice piatto di pastasciutta o un minestrone sanno rendere il pasto sontuoso.

Davanti alla stufa parliamo sottovoce, il temporale è ormai alle spalle, siamo riconoscenti verso chi ha eretto questo piccolo ricovero aggrappato al versante.

Consigli utili per affrontare al meglio un’escursione “bagnata”

Per affrontare escursioni sotto la pioggia scegliamo itinerari più facili e brevi rispetto alle nostre abituali uscite effettuate nelle giornate di sole, così da avere un buon margine nella gestione della fatica e dell’aggravio di impegno per via del terreno più scivoloso.

Oltre a buoni capi impermeabili, utilizziamo calzature con buona suola aderente perché le rocce bagnate diventano assai scivolose.

Per le escursioni più impegnative meglio evitare un poncho troppo ingombrante che intralcia il passo e nasconde i piedi e gli appoggi. Anche ombrelli e bastoncini che impegnano le mani possono essere di impaccio tra le pietraie e nei tratti più tecnici.

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