Curiosità

“Chi più in alto sale, più lontano vede” cit. Bonatti o Bonaiti?

“Chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna.”

Chi è l’autore di questa frase? La maggior parte di voi ha sicuramente risposto Walter Bonatti, mentre una minima parte ha citato Felice Bonaiti. Più volte è capitato, cercando in rete, di trovare il cognome Bonaiti associato alla citazione, una delle più usate e celebri tra gli appassionati di montagna, spesso accompagnato da commenti che segnalano all’autore degli articoli (o dei post nel caso dei social network) un refuso nell’attribuzione dell’autore.

Da qui la curiosità di voler comprendere la ragione di questa “confusione”. E non è stato affatto facile giungere all’origine. Come prima cosa abbiamo spulciato tutte le pubblicazioni di Walter, dai libri più famosi ai testi meno conosciuti fino ai reportage di Epoca. Eppure da nessuna parte (per quelli che sono stati i risultati delle nostre ricerche) Bonatti pare aver scritto la citazione in oggetto. Conferma di questo ci è arrivata anche da alcuni esperti che per diversi anni hanno lavorato sui materiali dell’archivio Bonatti.

Da dove può quindi nascere? Walter Bonatti era un conferenziere di primordine, che sia stata pronunciata durante una serata alpinistica? O magari durante una gita in montagna, un incontro in rifugio, una cartolina inviata a un amico. Quel che è certo è che si tratta di una frase “alla Bonatti”, che rientra perfettamente nella sua filosofia e nel suo stile. Anche per questa ragione non ci si è mai posti la domanda sull’origine della citazione.

Felice Bonaiti

Lasciando da parte Bonatti abbiamo provato a effettuare qualche ricerca su Felice Bonaiti e ci si è aperto un mondo. Siamo tornati agli anni del secondo dopoguerra, quando la montagna accoglie sul mercato un moschettone studiato appositamente per l’alpinismo e l’arrampicata. A immaginarlo e realizzarlo due scalatori lecchesi, Riccardo Cassin e Felice Bonaiti. I due sono i primi a studiare la fisica di un moschettone, lavorando sui carichi a cui questo viene sottoposto durante le manovre o la progressione. Da questi studi nasce il moschettone asimmetrico con forma a “D”. La produzione inizia negli anni Cinquanta presso la fabbrica di Felice, la “Giuseppe e Fratelli Bonaiti” di Calolziocorte. Il successo è immediato, tanto che negli anni Settanta l’azienda si trova a dover allargare il settore produttivo scegliendo di delocalizzare a Lecco. È il 1977, ed è in questa occasione che la famiglia Bonaiti dà vita al marchio Kong, che tutti oggi conosciamo. “Il cambio di nome avviene per diverse ragioni, soprattutto per dare una riconoscibilità internazionale all’azienda”, ci spiegano. Ma non solo. Il nuovo nome nasce anche per quella somiglianza tra Bonaiti e Bonatti: “entrambi sono cognomi storici di questo territorio ed è sempre stata fatta confusione”. Addirittura, ci segnalano dall’azienda, “quando è mancato il grande Walter Bonatti, abbiamo ricevuto molti messaggi di condoglianze. La maggior parte dall’estero, dal Giappone e dagli Stati Uniti”.

Ma cosa c’entra tutto questo con la citazione? Ancora un po’ di pazienza.

Marco Bonaiti, figlio di Felice, assume nel 1968 il ruolo di direttore e dirigente della “Giuseppe e Fratelli Bonaiti” che nel 1977 cambia nome in Kong (da King Kong, film in voga al tempo. Anche questo nome ha generato una certa confusione riguardo la sede di produzione, ma questa è un’altra storia), ed è proprio sui cataloghi di quest’ultima che compare per la prima volta la frase “Chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna”. Un claim aziendale, ideato e scritto con la calligrafia del presidente, riportato in apertura di catalogo per diversi anni. Ad accompagnare la frase la firma del presidente.

Perché Walter Bonatti?

La prima spiegazione arriva dalla somiglianza tra i cognomi Bonatti e Bonaiti, che potrebbe aver indotto molti a credere in un refuso. Osservando le due firme poi, queste sono diverse ma non così tanto e a un rapido sguardo si potrebbe pensare a Walter Bonatti (in gallery entrambe le firme). Infine, la già citata questione della filosofia e dello stile che ricalcano molto quello che è il pensiero “bonattiano”. Insomma, una combinazione di elementi che ha tratto in inganno.

Questa ricerca non cambia nulla a livello storico e non mina certamente la memoria di Bonatti. Semplicemente siamo stati mossi dalla curiosità di comprendere cosa si celasse dietro alla dubbia attribuzione della frase. Un nuovo aneddoto che si aggiunge alla storia di questo grande scalatore, capace di segnare un’epoca.

Tags

Articoli correlati

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close