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Alla COP26 di Glasgow arriva dall’Artico un iceberg da 4 tonnellate

Lo scioglimento dei ghiacci rappresenta uno degli effetti più evidenti del cambiamento climatico. Un fenomeno così lontano dalle nostre vite eppure direttamente connesso alle alterazioni climatiche che stiamo sperimentando anche alle nostre latitudini. Se ne sta parlando molto in questi giorni a Glasgow, nell’ambito della COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Ma secondo il team di scienziati ambientalisti dell’Arctic Basecamp, parlarne forse non è sufficiente per rendere la collettività cosciente della gravità del problema. Così hanno preso una decisione un po’ estrema, come l’ambiente da cui tale iniziativa ha preso il via: portare a Glasgow, direttamente dall’Artico un bel pezzo di iceberg di 4 tonnellate di peso, e fare in modo che si sciogliesse lì, in Scozia, davanti agli occhi degli oltre 100 leader mondiali riunitisi per discutere del futuro del Pianeta.

Sappiamo che non possiamo portare i delegati in Groenlandia, e così abbiamo portato la Groenlandia alla Cop – si legge nel post Facebook pubblicato sulla pagina del team lo scorso 5 novembre. L’Artico è fondamentale per mantenere la vita così come la conosciamo, e tutti dobbiamo proteggerlo.”

Non c’è più tempo da perdere

L’associazione Arctic Basecamp è stata fondata dalla dottoressa Gail Whiteman, con l’intento primario di portare all’attenzione dei leader mondiali i rischi dell’Artico, in maniera più ampia di incoraggiare la collettività ad agire attivamente per frenare il cambiamento climatico.

Come evidenziato sul sito dell’associazione, l’Artico sta andando incontro a un surriscaldamento due volte più rapido del resto del Pianeta. “La ricerca climatica evidenzia una forte e diretta correlazione tra l’aumento delle emissioni di CO2 e la perdita di ghiaccio artico. La scienza dimostra che l’Artico sia il barometro del rischio globale, ciò che accade nell’Artico non rimane lì. Recenti ricerche dimostrano che il rapido surriscaldamento delle regioni artiche sia collegato agli eventi meteorologici estremi che si verificano molto più a Sud. Periodi prolungati di freddo, alluvioni, fasi di caldo persistente o di aridità. A metà settembre, ogni anno il ghiaccio marino nel corso dell’estate artica tende a raggiungere il suo estremo inferiore di estensione. Attualmente, la superficie dei ghiacci artici appare in continua diminuzione. In Groenlandia in particolare lo scioglimento risulta essere significativo e nell’Artico infuriano gli incendi delle torbiere. Si tratta di segnali preoccupanti del cambiamento climatico. Tutti i dati disponibili dimostrano che l’Artico sia in crisi. Questo ampio sistema è entrato in uno stato senza precedenti storici.”

Secondo le stime attuali, in un futuro non troppo lontano il ghiaccio marino artico potrebbe scomparire del tutto in estate. L’hashtag coniato dal team per lanciare il chiaro messaggio che il tempo stringe è #arcticalarm.

Allarmi in bottiglia

Oltre a portare un iceberg in Scozia, l’Arctic Basecamp ha portato con sé alla COP26 anche delle bottiglie particolari, contenenti acqua di scioglimento dei ghiacci artici. Una soluzione intelligente per portare una prova del cambiamento climatico letteralmente sotto il naso dei leader mondiali.

“Abbiamo collaborato con una impresa della Groenlandia per raccogliere l’acqua di scioglimento e lavorato in team con un partner scozzese che si è occupato di imbottigliarla”. Hanno realizzato così un allarme in bottiglia.

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