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Il ghiacciaio antartico “Glasgow”, nuovo simbolo della crisi climatica

La città scozzese di Glasgow sta ospitando in questi giorni la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, nota come COP26. Un meeting che vede oltre un centinaio di leader mondiali impegnati nel riflettere sulle sorti del nostro Pianeta, sugli impegni da confermare, piani da rivedere e definire per rispettare l’obiettivo definito nell’Accordo di Parigi 2015 di limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2ºC, concentrando gli sforzi per mantenerlo entro 1,5°C. Temi e decisioni delicate quelle in gioco, accanto alle quali vengono suggerite anche iniziative per sensibilizzare maggiormente la collettività sulle condizioni di salute precaria della Terra e la necessità di cambiare rotta. A tale scopo, i ricercatori dell’Università di Leeds hanno proposto di ribattezzare un ghiacciaio antartico proprio “Glasgow”, così che esso diventi un simbolo della crisi climatica e dell’obbligo da parte dell’uomo di impegnarsi per azioni concrete che consentano di arginarla.

9 ghiacciai antartici simbolo della crisi climatica

Il “Glasgow” è un ghiacciaio di circa 100 km di estensione, che sta affrontando un rapido scioglimento. Non è il solo nella sua regione ad affrontare un simile destino, e non è il primo né l’unico ad assumere il nome di una città.

I ricercatori di Leeds hanno infatti esaminato, mediante analisi di immagini satellitari, i movimenti di 8 ghiacciai localizzati, assieme al Glasgow, nel Getz basin, nella parte occidentale del continente antartico, ed è risultato evidente come dal 1994 al 2018, tali corpi glaciali abbiano accelerato del 25% la velocità di scivolamento verso l’oceano, ovviamente come conseguenza dei cambiamenti climatici. Inoltre avrebbero contribuito all’innalzamento del mare a livello globale (circa 0,9 mm) a causa del rilascio di 315 gigatonnellate di ghiaccio. Per fare un paragone semplice e chiaro, parliamo dell’equivalente di 126 piscine olimpioniche.

Per renderli un simbolo immediatamente intuibile della crisi climatica, si è pensato di ribattezzarli con i nomi di 9 città che abbiano ospitato conferenze sul clima. I nomi non sono stati attribuiti random ma secondo una logica precisa: cronologica e termica, potremmo dire. Da ovest verso est troviamo Ginevra (1979), Rio (1992), Berlino (1995), Kyoto (1997), Bali (2007), Stoccolma (2014), Parigi (2015), Incheon e Glasgow, seguendo appunto la cronologia delle Conferenze sul clima. Da ovest a est anche perché è in tale direzione che si assiste a un progressivo aumento del calore dell’acqua dell’oceano.

Come dichiarato dal Primo Ministro britannico Boris Johnson in riferimento a Glasgow, “assegnando a questo scintillante gigante della natura il nome della città in cui l’umanità tenterà di combattere per il futuro del Pianeta, si va a definire un forte promemoria di ciò che con il nostro impegno stiamo cercando di preservare.”

I nomi, come riporta l’ESA, sono stati già approvati dalla UK Antarctic Place-names Committee e saranno aggiunti al British Antarctic Territory Gazetteer per poter essere utilizzati su mappe e pubblicazioni future.

Perché proprio i ghiacciai antartici?

“I drammatici cambiamenti manifestati dai ghiacci antartici sono diventati sinonimo di crisi climatica – spiega l’ESA – . Negli ultimi 40 anni, i satelliti hanno osservato imponenti eventi di distacco di iceberg, cambiamenti nel movimento dei ghiacciai e zone in cui il ghiaccio si sta rapidamente assottigliando, immagini che aiutano la nostra comprensione su come sia cambiato il contributo delle calotte all’innalzamento dei mari e che ci forniscono forti evidenze dell’impatto del cambiamento climatico.”

Anna Hogg, professore associato presso la Leeds’ School of Earth and Environment, ha dichiarato a tal proposito che “la crisi climatica ci colpisce tutti, attraverso alluvioni, aumento della frequenza delle tempeste, riduzione del raccolto nei campi e comporta la perdita di habitat e biodiversità negli ambienti naturali, con alcune comunità più colpite di altre. Se da un lato i nomi attribuiti a questi ghiacciai celebrano il livello di conoscenza raggiunto tramite collaborazioni scientifiche e azioni politiche, è chiaro che ci sia ancora tanto da fare. Ricordiamoci di essere ospiti temporanei e abbiamo la responsabilità di proteggere il Pianeta per le generazioni future. Non c’è dubbio che qui sia necessaria una azione urgente.”

Scopriamo i 9 ghiacciai “della crisi climatica”

  1. Il ghiacciaio Ginevra si trova nella parte estrema occidentale della piattaforma di ghiaccio Getz e deve il suo nome alla prima conferenza internazionale sul clima del 1979.
  2. Il ghiacciaio Rio ricorda il primo Earth Summit del 1992 e la firma della Convenzione di Rio sulla diversità biologica.
  3. Il ghiacciaio Berlino ricorda la prima Conferenza delle Parti (COP) del 1995.
  4. Il ghiacciaio Kyoto ricorda l’adozione formale del Protocollo di Kyoto alla COP3 del 1997, con l’obiettivo di ridurre le emissioni.
  5. Il ghiacciaio Bali ricorda invece il quarto report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) del 2007.
  6. Il ghiacciaio Stoccolma onora il quinto report IPCC, approvato nel 2014.
  7. Il ghiacciaio Parigi rimanda al 2015 e al famoso Accordo di Parigi.
  8. Il ghiacciaio Incheon ricorda invece il vertice di Incheon in cui nel 2015 è stato presentato il primo rapporto interdisciplinare dei 3 gruppi di lavoro dell’IPCC.
  9. Ed eccoci ai giorni nostri con il ghiacciaio Glasgow che ricorderà la COP26 in fase di svolgimento in Scozia dal 31 ottobre al 12 novembre 2021.
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