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Piccoli camminatori crescono

Che fare quando la famiglia si allarga ma abbiamo voglia di montagna? Fino a che altitudine si può salire? E quali precauzioni adottare quando c’è un piccolo camminatore con noi? Ecco come rendere i trekking piacevoli per tutti, grazie ai consigli di Gaia Chiesa, pediatra e neonatologa presso il reparto di Neonatologia e terapia intensiva neonatale del Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano.

Parlando di altitudine, per i piccoli sotto l’anno salire sopra i 2000 metri è sconsigliato. Fino agli 800, 1000, 1200 la stragrande maggioranza dei bambini non solo non ha problemi, ma è a un’altitudine ideale, perché il clima è fresco. Più ci avviciniamo ai 2000 (indicativamente tra i 1500 e i 2000) più può succedere che qualcuno possa manifestare delle difficoltà di acclimatamento, possa essere un po’ più irritabile, avere qualche disturbo del sonno o con l’appetito… Non abbiamo degli elementi che ci permettano di dire prima chi potrà avere questo tipo di problema e chi no, c’è parecchia variabilità individuale. Se è possibile sarebbe meglio fare delle tappe, se andiamo in vacanza a 1000 metri e poi decidiamo un giorno di fare un’escursione o di prendere la funivia e arriviamo a 1800-2000 dovrebbe essere meno problematico.

Per chi vive a una certa altitudine le cose sono più semplici, la mamma ha già un meccanismo di compenso sviluppato all’alta quota, un ematocrito più alto e quindi anche la circolazione feto-materna placentare è già tarata per quegli standard, quindi è un pochino più predisposto a quel “clima”, mentre chi arriva dalla pianura ha bisogno di una fase di adattamento.

Un altro problema che può dare il fatto di salire di altitudine è la compensazione a livello dei timpani, cosa che si può verificare in funivia – oppure ancora più facilmente in aereo. Questo però si può risolvere facilmente facendo deglutire il bambino, nel caso di un lattante, non potendogli chiedere di farlo, lo si può fare con un ciuccio, con il biberon o attaccandolo al seno. Mentre il fastidio alle orecchie è legato all’equilibrio di pressioni interne ed è dovuto a cambiamenti troppo rapidi d’altitudine, il mal di montagna è qualcosa che si risolve non salendo a quote troppo elevate o facendo delle tappe e acclimatando il bambino gradatamente.

Già tra uno e tre anni ci si possono permettere altitudini maggiori senza avere problemi, anche tra i 2000 e i 2500, mentre quando si tratta di neonati è meglio evitare le salite in quota. Quelle le prendiamo in considerazione dai due anni in su, dove anche i 2500-3000 sono gestibili – e in caso di malessere magari sono loro stessi a dirci che qualcosa non va. Arrivare a 1800 metri, stare lì un paio di giorni e il terzo giorno prendere la funivia e salire in ghiacciaio a 3000 per due-tre ore è già un modo di fare più saggio rispetto a partire dalla città e raggiungere quell’altitudine in giornata. Poi, logicamente, si parla sempre di precauzioni, come ci sono adulti più soggetti al mal di montagna e altri meno, lo stesso accade con i bambini, con in aggiunta la difficoltà che fanno fatica a esprimere il proprio disagio. Non potendoci dire che hanno mal di testa, piangono e sono irritabili, anche perché il bambino ha ancora meno meccanismi di compenso dell’adulto. L’altra cosa da evitare è quella di salire in quota, sui 2500-3000, se i bambini hanno una patologia respiratoria, quindi se sono molto raffreddati, o gli ex prematuri che sono broncodisplasici, o gli asmatici gravi che devono utilizzare il cortisone o il salbutamolo tutti i giorni. Queste sono situazioni da valutare caso per caso.

Quando il nostro bimbo è un po’ più cresciuto e quindi magari ci permettiamo di fare qualche trekking con il passeggino o con lo zaino, a seconda di com’è il sentiero, è fondamentale mettere una protezione solare alta – si consiglia 50 Spf -, utilizzare degli occhiali da sole con una buona lente e mettere un cappellino. Importante anche far bere tanto il bambino: in montagna, come per gli adulti, è consigliato idratarsi bene, perché abbiamo una respirazione più veloce  – per compensare la bassa pressione di ossigeno – e disperdiamo acqua anche con la respirazione, oltre che con il sudore, che evapora molto velocemente. Bisogna poi tener conto anche del fatto che i bambini disperdono il calore molto più facilmente degli adulti – cosa da tener presente quando si decide l’abbigliamento – e che a maggior ragione se si trovano nello zaino senza muoversi potrebbero aver freddo. Meglio controllare ogni tanto gli arti, la circolazione delle gambe stando fermi in quella posizione potrebbe essere un po’ bloccata, se li sente freddi meglio far scendere e sgranchire un po’ il piccolo camminatore.

Se invece i bambini camminano con noi, bisogna sempre tener conto che gli obiettivi dell’andare in montagna sono diversi rispetto a quelli di un adulto. Bisogna seguire le sue esigenze, ritagliare spazi per il gioco, per una pausa, scegliere percorsi graduali, soprattutto se non sono abituati a camminare, aumentando progressivamente la lunghezza dei trekking, avere pazienza e pensare a canzoni da cantare lungo il tragitto, indovinelli da fare, cercare fiori o frutti di bosco, scattare fotografie… È importante anche avere una meta, meglio se visibile, che sia il rifugio dove mangiare o il prato dove fare il picnic.

Per quanto riguarda i “must have” da portare con sé bisogna avere sempre dietro qualcosa di caldo, magari un kit per le emergenze con salviette disinfettanti e cerotti, un cambio completo se il bambino dovesse sudare o se dovesse bagnarsi in qualche torrente e, come già detto, cappellino e occhiali da sole. Ottimo anche uno spuntino per metà mattina e/o una merenda, in montagna meglio carboidrati e zuccheri semplici, come cracker, cioccolato… Come scarpe, se non andiamo spesso in montagna e prevediamo di fare percorsi semplici possiamo optare per delle normali scarpine da ginnastica, meglio se un po’ rinforzate e non di semplice tela, se invece siamo frequentatori più assidui o vogliamo iniziare a fare qualcosa di un po’ più impegnativo meglio scegliere degli scarponcini veri e propri.

Per quanto riguarda le ferrate è già più difficile dare un limite d’età: se in famiglia c’è la passione, degli adulti di riferimento di cui il bambino si fida – possono essere i genitori come anche gli zii o altre persone che comunque conosce bene – con l’attrezzatura indicata e scegliendo il percorso più adatto è possibile farla tutti insieme. Ovviamente se c’è stata una manifestazione d’interesse da parte del giovane camminatore o se una volta proposta la cosa vediamo che viene accettata: non deve assolutamente essere imposta. Meglio anche non improvvisarsi: se per i genitori si tratta di un’esperienza nuova, meglio farla da soli, sia perché non si è esperti di questo tipo di percorsi, sia perché non si conosce quello che si vorrebbe provare per primo. Per poter affrontare una ferrata in sicurezza e con serenità col proprio figlio la cosa più importante è che il bambino veda tranquilli i suoi adulti di riferimento: questa è la condizione che gli permette di affrontare qualunque situazione di difficoltà o pericolo.

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3 Commenti

  1. Si vedono parchi gioco con parete sintetica o scale e reti di arrampicata apposite per bambini con basamento in materiale elastico…sia in montagna che in pianura. Per i piccoli, con una navigazione web si possono vedere modifiche alle carrozzine o carrelli portabimbi per bici, con sci applicati alle ruote o al posto di queste. Si va dalla modifica fai da te con vecchi sci al carrello da mille e passa euro, ingegnerizzato polivalente ( carrozzina da passeggio, traino bici, traino con uomo-cavallo a ruote o e pulka finlandese su neve ..accessori montabili e smontabili con pochi click ..rivendibili a bimbi cresciuti o passabili a fratellini e sorelline). I noleggi bici piu’ flessibili li potrebbero offrire se il gestore e’ furbo.
    Se poi una loclaita’ montana presenta anche offerte per i bimbi..la fidelizzazione e’ quasi sicura, clienti assicurati anche cresciutelli con loro partner che trovano” altre attivita’” all’aria aperta o anfratti, rifugi , chalet.

  2. Se da piccoli protestano che vogliono andare al mare, niente paura, c’e’sempre la possibiita’ che trovino partner che li convincerà alla montagna , quando saranno cresciutelli.Alternativa ai castellidi sabbia, le costruzioni di sassi sulle sponde dei torrenti o di micro dighe nel corso di ruscelletti..purche non ci siano avvisi” pericolo piena improvvisa per manovre di centrali elettriche. Dotarli di stivali abbastanza lunghi, fino al ginocchio…e tenere sempre gli occhi aperti nel sorvegliamento.

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